Alta tensione nel governo dopo l’ok alla realizzazione del Tap. Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha spiegato che i lavori del gasdotto che giungerà in Puglia dovranno proseguire obbligatoriamente, altrimenti bisognerà pagare una penale da ben 20 miliardi di euro. L’ala del Movimento 5 Stelle che si è sempre schierata contro la realizzazione di questa opera, ha alzato la voce nelle ultime ore, e i senatori Lello Ciampolillo e Saverio De Bonis, nonché la deputata Sara Cunial, hanno replicato alle parole del premier, spiegando: «Anche Conte sbaglia. Non ci possono essere penali – le loro parole riportate dall’agenzia Ansa – semplicemente perché non esiste alcun contratto tra Stato e TAP. Non ci possono nemmeno essere costi a carico dello Stato, semplicemente perché, non essendovi ad oggi il rispetto delle prescrizioni da parte di TAP, non vi può essere responsabilità dello Stato. Continuiamo ad avere fiducia nella magistratura». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ACCUSE ALLA MINISTRA LEZZI
Tre parlamentari hanno chiesto un passo indietro al Movimento 5 Stelle sulla realizzazione della Tap dopo il via libera del Governo e gli attivisti no-gasdotto sono sul piede di guerra. Il M5s si è sempre schierato contro la grande opera ma, una volta giunto al potere, non è riuscito a fermare i lavori. E nel mirino è finita soprattutto il ministro per il Sud Barbara Lezzi: “”La ministra Barbara Lezzi venga a Melendugno a spiegare cosa sono e a quanto ammontano le penali che l’Italia dovrebbe pagare se bloccasse la realizzazione del gasdotto Tap. E porti con sé i documenti che lo testimoniano”. Melendugno su tutte le furie per il via libera dell’esecutivo gialloverde, con il sindaco Potì che ha parlato di un atteggiamento “che avalla una follia ingegneristica e la distruzione di un intero territorio”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
RICHIESTO INTERVENTO DI BEPPE GRILLO
Rivolta in casa Movimento 5 Stelle dopo il via libera alla realizzazione del gasdotto Tap, con il premier Conte che ha affermato di essere pronto “a metterci la faccia”. Il vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio ha messo nel mirino il Partito Democratico, che durante il suo governo “ha blindato” la Tap con una penale “da 20 miliardi”. Ma nel movimento pentastellato le acque sono agitate, come riporta Repubblica: “Vendiamo l’anima alla Lega” ,il commento più comune tra i parlamentari. E c’è chi chiede un intervento del fondatore della forza politica, Beppe Grillo: “il ‘vaffà alla Tap era una nostra bandiera, ma la sacrifichiamo all’altare di un governo che ci sta cannibalizzando…”, le parole di un deputato campano. E ancora: “Dopotutto Grillo è il nostro garante. E se è pur vero che ora siamo al governo, è altrettanto vero che questa è una battaglia del M5S”. Dall’entourage di Luigi Di Maio provano a spiegare: “Le sanzioni le abbiamo scoperte solo dopo due mesi di accesso agli atti, tanto ci è voluto una volta entrati nei ministeri competenti”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DI MAIO: “COLPA DEL GOVERNO PD”
La “giravolta” del Movimento 5 Stelle sul gasdotto Tap non è piaciuta a gran parte dei sostenitori pentastellati e delle associazioni schierate contro la grande opera. Sul tema è intervenuto anche il leader politico M5s Luigi Di Maio, come riporta Tg Com 24: “Abbiamo fatto un’istruttoria per due mesi e ci sono fino a 20 miliardi di euro di penali da pagare, cioè più del reddito di cittadinanza e di quota cento insieme. E’ questo il problema”. E mette nel mirino il governo precedente a guida Partito Democratico: “Quelli di prima l’avevano blindata bene per fare in modo che, nonostante la sconfitta alle elezioni, potesse andare avanti”. Nel frattempo continuano gli attacchi dell’opposizione, ecco il tweet della forzista Mariastella Gelmini: “Il #Tap si farà, ad annunciarlo il premier @GiuseppeConteIT. Per @forza_italia è un’ottima notizia. Il @Mov5Stelle sapeva di non poter bloccare il gasdotto, ma in #Puglia ha fatto la campagna elettorale gridando #NoTap, prendendo in giro i cittadini. Che dice @ale_dibattista?”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SINDACO MELEDUGNO: “CONTE COME GLI ALTRI”
E’ rabbia fra i No Tap per la decisione del governo di proseguire il progetto del gasdotto, nonostante in campagna elettorale il Movimento 5 Stelle abbia promesso di abolirlo. Ieri sono arrivate le parole del premier Giuseppe Conte che di fatto ufficializzano il proseguo dei lavori, a cui ha voluto replicare Marco Poti, sindaco di Melendugno, il paese in provincia di Lecce dove approderà appunto il Tap: «Il governo ha deciso di non decidere e di trincerarsi dietro a delle valutazioni tecniche – afferma il primo cittadino leccese ai microfoni di Radio Capital – ci aspettiamo di leggere le carte del ministro Costa, nonché quelle delle penali e dei danni, non vorrei che fosse solo uno specchietto per le allodole per far digerire una decisione che per questo governo era inevitabile». Poti conclude il suo intervento così: «Fra quello che si promette in campagna elettorale e quello che si fa, ci deve essere una continuità e non un ribaltamento totale delle posizioni, ritengo che le parole di Conte siano la fotocopia di quelle di Renzi, Letta e Gentiloni: non ha cambiato assolutamente nulla». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LA RIVOLTA DEI “NO TAP”
Come preventivabile, è grande la rabbia in Salento tra gli attivisti no-Tap per il via libera di Giuseppe Conte alla realizzazione del gasdotto. E’ stata indetta una manifestazione di protesta per domenica 28 ottobre 2018: appuntamento a San Foca, si preannuncia una giornata ricca di tensione. E nel mirino sono finiti gli eletti del Movimento 5 Stelle in Puglia, rei di non aver mantenuto i patti. Gianluca Maggiore, il portavoce del Movimento No Tap, ha commentato:”Una perdita di tempo, una presa in giro per calmare gli animi. E’ chiaro che la nostra battaglia continuerà, come è chiaro che tutti i portavoce locali del M5S che hanno fatto campagna elettorale qui e che sono diventati addirittura ministri grazie ai voti del popolo del movimento No Tap, si devono dimettere adesso. Ci sarebbe da chiedere al premier Conte se per ‘attenzione speciale alle comunità locali’ intende porre un’infermeria vicino al cantiere per le manganellate elargite dalle Forze dell’Ordine”, le sue parole riportate da Rai News. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“BLOCCO COSTEREBBE TROPPO”
Bufera sul Movimento 5 Stelle dopo il via libera alla Tap. La forza politica guidata da Luigi Di Maio si è sempre professata contro il gasdotto, ma nel pomeriggio è arrivato l’ok del Ministero dell’ambiente e del premier Giuseppe Conte, che ha confermato che “il blocco costerebbe troppo”. Anche Matteo Salvini si è detto soddisfatto: “Avere l’energia che costerà meno a famiglie e imprese è fondamentale, quindi avanti coi lavori”. Ma alcuni esponenti pentastellati e le varie associazioni no-Tap vicini al M5s non l’hanno presa bene. E le opposizioni rincarano la dose, ecco il commento del forzista Maurizio Gasparri: “La #Tap si fa. I grillini sono un’accolita di bugiardi. @ale_dibattista è davvero un poveretto. @BarbaraLezzi una nullità, #dimissioni”. Questa la frecciatina di Carlo Calenda: “#tap è #ilva 2 la vendetta. Adesso ?@luigidimaio? piantiamola con le perdite di tempo e le sceneggiate e andiamo avanti. Grazie”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CONTE: “TAP SI FA”
E’ arrivato il definitivo via libera per la realizzazione del Tap, il gasdotto nel Salento da mesi al centro di una battaglia. La svolta è giunta oggi, con l’ok del ministero dell’Ambiente guidato da Costa. E anche Giuseppe Conte, pochi minuti fa, ha sottolineato: “Abbiamo fatto tutto ciò che potevamo fare, non abbiamo lasciato nulla di intentato”. “E’ arrivato il momento di operare le scelte necessarie”, aggiunge il presidente del Consiglio, che aggiunge: “Si farà, ci metto la faccia: prometto un’attenzione speciale alle comunità locali perché meritano tutto il sostegno da parte del Governo”. Non verrà dunque interrotta la realizzazione del gasdotto, con il Partito Democratico all’attacco: “E pure questa promessa del @Mov5Stelle fatta in campagna elettorale è risultata una bugia. Ormai non le conto più”, le parole di Tommaso Ederoclite. Questo il commento di Ivan Scalfarotto: “Avrebbero bloccato #TAP in 2 settimane, dicevano i vari @ale_dibattista e @BarbaraLezzi. Oggi per il Ministro Costa invece l’opera “è legittima”. Come gli italiani abbiano potuto farsi abbindolare da questa banda di ciarlatani resta un vero mistero”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL DOSSIER DI COSTA
Va verso il via libera definitivo il tanto discusso gasdotto Tap in Salento dopo l’ok formale arrivato da Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente, che ha fornito il suo dossier personale sulla faccenda e l’ha trasmesso al premier Giuseppe Conte, a cui ora toccherà l’ultimo step. Pur tenendo a precisa che la sua valutazione esula da qualunque giudizio meramente politico e personale sull’utilità o meno dell’opera, il ministro in quota Movimento 5 Stelle ha ricordato che comunque la Tap, osteggiata dai grillini durante la scorsa campagna elettorale, “è stato autorizzato dal precedente Governo e che i ricorsi sulle autorizzazioni del passato non hanno trovato gli esiti giudiziari sperati dai cittadini” spiega Costa aggiungendo che l’attuale esecutivo si è trovato solamente alla fine di un percorso già tracciato, pur esaminando i rilievi emersi dai territori e ammettendo anche che la valutazione di impatto ambientale potrebbe comunque essere ancora oggetto di piccole modifiche “in fase esecutiva”. Insomma, Costa motiva il suo parere con la verifica della legittimità formale di tutti gli atti e non invece “sul merito tecnico dei medesimi, in quanto non consentita dall’ordinamento”. (agg. di R. G. Flore)
MINISTRO DELL’AMBIENTE: “OK ALLA TAP”
Tap, ok ministero dell’Ambiente: “Opera è legittima”, arriva anche il via libera di Sergio Costa per il gasdotto in Salento. Al centro della querelle tra Lega e Movimento 5 Stelle, il Tap vede una svolta importante nel suo processo: non sono emersi profili di illegittimità nella valutazione di impatto ambientale rilasciata dal governo precedente. Ora la palla passa nelle mani del premier Giuseppe Conte, con il ministro Conte che ha sottolineato: “La valutazione esula dal mio pensiero personale e dal mio convincimento politico: nella fase attuale ogni valutazione da parte del ministero deve essere fatta unicamente sulla base del principio di legittimità degli atti, non sul merito tecnico dei medesimi”.”La Commissione Via ha ritenuto ottemperate le prescrizioni”, si legge nel comunicato inviato dal Ministero dell’Ambiente al presidente del Consiglio gialloverde.
PALLA AL PREMIER CONTE
“Il lavoro è durato ininterrottamente per più giorni durante i quali sono state esaminate oltre mille pagine di documenti e c’è stata anche una nuova interlocuzione con Ispra su alcuni aspetti delle varie fasi della procedura. È bene sottolineare che parliamo di un procedimento già autorizzato e concluso nel 2014, su cui si è espresso il Consiglio di Stato con sentenza 1392 del 27 marzo 2017, confermandone definitivamente la legittimità”, si legge nella nota del ministro Costa, come riportato da Il Fatto Quotidiano. E sottolinea: “Il risultato di questo lavoro è ora nelle mani del presidente del Consiglio per le opportune valutazioni che il governo dovrà esprimere”. Arrivano le prime reazioni da parte del mondo politico, con la dem Teresa Bellanova che ha commentato su Twitter: “”Costa: Non sono emerse illegittimità”. Dopo aver dichiarato per anni che l’avrebbero bloccata in 15giorni (mentendo ovviamente!) ed essersi trincerati dietro i pareri dei pareri dei pareri, secondo voi il #M5s dirà per 1 volta la verità ai cittadini? #bugiardiseriali”.