Una delle cause del cedimento parziale della chiusa di San Bartolo in cui è morto un tecnico della Protezione civile regionale, il 55enne Danilo Zavatta, potrebbe essere l’infiltrazione di acqua, che però si sarebbe incuneata anche sotto l’asfalto della Ravegnana. E questo rischia di prolungare più del previsto la chiusura della strada che collega Ravenna con Forlì, che è stata disposta giovedì mattina. Lo fa sapere Corriere Romagna, aggiungendo che nel frattempo l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile si occuperanno degli interventi di ripristino e messa in sicurezza dell’argine lungo il fiume Ronco in cui ha perso la vita Danilo Zavatta. Lo ha deciso il sostituto procuratore Lucrezia Ciriello che ha peraltro provveduto al dissequestro dell’area. La situazione dell’argine, che in alcuni punti sembra compromesso e il cui fiume ha “scavato” sotto, ha forse suggerito agli investigatori di non prolungare i tempi del sequestro troppo a lungo. (agg. di Silvana Palazzo)
LA SUA FUGA INUTILE FILMATA IN DIRETTA
Non ce l’ha fatta Danilo Zavatta, il 55enne tecnico della protezione civile che ieri pomeriggio era dato per disperso dopo il cedimento di una chiusa della diga presso il fiume Ronco a San Bartolo, nelle Marche. Come vi abbiamo già spiegato, l’intera sequenza è stata filmata in diretta, visto che si stava eseguendo un ultimo collaudo. Nel video, già acquisito dalla magistratura, si vede la vittima correre a dirotto prima di venire inghiottita dal crollo della chiusa, e morire. Sulla questione è intervenuto il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che ha ammesso: «Non ci sono parole che possano recare conforto ad una famiglia colpita da un così grave dolore. Possiamo solo stringere in un grande abbraccio ideale i cari di Danilo Zavatta». Il governatore regionale ha quindi aggiunto che verranno effettuati tutti gli accertamenti del caso, per scoprire eventuali responsabilità. «Da parte dell’intera Regione Emilia-Romagna – ha concluso – un sincero e commosso sentimento di cordoglio alla famiglia». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LA FUGA INUTILE
Ha tentato di mettersi in salvo, Danilo Zavatta, il tecnico della Protezione Civile morto nel crollo di parte della chiusa di San Bartolo (Ravenna) mentre effettuava dei rilievi fotografici lungo la passerella della diga, che da tempo era sotto osservazioni per infiltrazioni d’acqua nel sottosuolo. L’uomo, che lascia la moglie e una giovane figlia, come riportato da Ravenna Today, è rimasto sorpreso dal cedimento della prima campata e ha tentato di mettersi in salvo. Nello spazio di pochi secondi, però, è precipitato davanti agli occhi increduli dei vigili del fuoco che gli intimavano di allontanarsi. Come riportato da La Repubblica, l’intera sequenza è stata filmata: nel video, acquisito dalla magistratura, si vede il tecnico 55enne iniziare a correre verso l’argine sinistro ma non riuscire a mettersi in salvo per pochi metri. (agg. di Dario D’Angelo)
RITROVATO MORTO TECNICO DISPERSO
E’ stato ritrovato purtroppo senza vita Danilo Zavatta, il 55enne tecnico che ieri era rimasto sotterrato dalla frana causata dal cedimento di una parte del ponte sulla diga a San Bartolo, nelle Marche. Le forze dell’ordine hanno scavato per tutta la notte fino a che non hanno ritrovato il corpo dell’uomo di cui sopra, purtroppo morto per via del crollo. Zavatta era un tecnico della protezione civile che stava lavorando al collaudo dell’impianto idro-elettrico della chiusa, che già in passato presentava dei problemi. Nella giornata di ieri si doveva svolgere l’ultimo collaudo dopo di che il problema sarebbe stato ultimato, ma qualcosa deve essere andato storto visto che attorno alle ore 15:00 ha ceduto il terreno e quindi parte del ponte, trascinando con se il povero Danilo. Insieme alla vittima vi era un altro tecnico della protezione civile che fortunatamente è riuscito a mettersi in salvo: la procura ha aperto un’inchiesta. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SI CERCA IL TECNICO DISPERSO
Un funzionario della Protezione Civile è rimasto sepolto nel crollo improvviso della prima campata della chiusa di San Bartolo, lungo via Ravegnana. Il dramma alle 15.30 circa, quando i tecnici stava effettuando dei controlli a seguito di alcuni movimenti franosi registrati sull’argine del fiume Ronco. Improvvisamente si è verificato il cedimento di un pezzo della diga, innescato a quanto pare da infiltrazioni d’acqua. L’uomo, che si trovava sulla struttura, è precipitato con essa. Fonti della Prefettura riferiscono che è ufficialmente disperso, ma sotto le macerie si cerca il suo corpo. Poteva essere una strage peggiore perché in quel momento, come riportato da Ravenna Today, c’era un viavai di tecnici e vigili del fuoco sulla struttura. Il tecnico deceduto era di fatto l’ultimo della fila. I soccorsi si sono subito mobilitati: i sanitari del 118 sono intervenuti con diversi mezzi, il 115 ha operato anche con un’autogru, ma è arrivato anche il personale del Saf (Speleo Alpino Fluviale). Per ora le ricerche non hanno dato alcun esito. (agg. di Silvana Palazzo)
TECNICO PROTEZIONE CIVILE ISPEZIONAVA LA CHIUSA
Risulta ancora disperso il tecnico della Protezione Civile precipitato nel fiume Ronco nel pomeriggio di oggi, intorno alle 15, mentre era impegnato ad ispezionare la diga-invaso all’altezza di San Bartolo, frazione alle porte di Ravenna. E proprio la stampa locale, in particolare Ravenna Web Tv, sottolinea come durante i lavori in corso l’acqua abbia incominciato a filtrare sotto le strutture di contenimento in costruzione, originando frane e crepe nella carreggiata e scatenando di fatto il successivo crollo della chiusa. Come riportato dall’Ansa, il tratto della Statale 67 Ravegnana chiuso temporaneamente al traffico (tra l’incrocio con l’Adriatica e l’abitato di Coccolia, sempre nel Ravennate), è stato chiuso a scopo precauzionale. A coordinare le operazioni di ricerca del tecnico della Protezione Civile disperso – che a detta de Il Resto del Carlino sarebbe morto – sono i sommozzatori dei vigili del Fuoco, giunti a bordo di un gommone e calatisi da una gru. (agg. di Dario D’Angelo)
RAVENNA, FRANA A SAN BARTOLO: CROLLA PEZZO DIGA
Tragedia nel Ravennate oggi pomeriggio, poco dopo le ore 15 nella frazione di San Bartolo nel tratto della statale 67 tra l’incrocio con la Coccolia e l’Adriatica: una frana ha fatto seguito a diversi lavori che la Protezione Civile stava effettuando in quella parte di strada funestata da rischio continuo di crolli. Addirittura, assieme alla piccola frana è venuto giù un pezzo di diga: purtroppo un tecnico della Protezione Civile di circa 50 anni è caduto nel fiume Ronco e attualmente risulta disperso ufficialmente, anche se il Resto del Carlino riporta una notizia molto più drammatica «il sorvegliante dei fiumi della Protezione Civile Regionale è morto nel crollo parziale della diga di San Bartolo». Nei giorni scorsi, la statale era stata chiusa per precauzione a seguito di alcuni movimenti franosi sopra il fiume Ronco proprio all’altezza di quella chiusa venuta oggi quasi del tutto giù. «La ricerca dell’uomo è stata affidata ai sommozzatori dei vigili del Fuoco arrivati a bordo di un gommone e calatisi da una gru», spiegano ancora i colleghi della cronaca locale ravennate.
MORTO UN TECNICO DELLA PROTEZIONE CIVILE
Un altro pericolo, ragion per cui sono ancora alle prese con gli intervisti i tecnici della Linea elettrica, si teme che il cavo dell’alta tensione da 15mila volt possa essersi spezzato nel tratto proprio sopra la diga. Coordina il tutto la prefettura di Ravenna, mentre si cerca di mettere al riparo gli altri soccorritori per evitare altre tragedie come quella del tecnico purtroppo deceduto (manca solo la conferma della magistratura). A differenza di quanto si possa pensare, non vi sono condizioni di meteo proibitive e dunque il movimento franoso è da riportare ad una pericolosità “costante” in quella zona che aveva convinto la Protezione Civile ad intervenire proprio oggi che il maltempo si era attenuato del tutto e concedeva condizioni ideali per lavorare.