Prosegue il lavoro di messa a punto della riforma delle pensioni 2019, principalmente per arrivare a meglio definire la Quota 100. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, il divieto di cumulo con redditi da lavoro dovrebbe essere limitato a 24 mesi, lasciando quindi la possibilità al pensionato di poter lavorare (entro soglie già ora esistenti) dopo due anni. Inoltre, sembra esserci la volontà di legare il requisito anagrafico, ovvero i 62 anni minimi richiesti, all’aspettativa di vita. Questo vuol dire che se Quota 100 sarà strutturale, come è stato detto negli ultimi giorni, tra qualche anno potrebbe richiedere almeno 63 anni per garantire l’accesso alla pensione. Secondo quanto scrive il quotidiano di Confindustria, se nei prossimi anni l’adeguamento sarà simile a quello del passato, “significa che si passerà a 63 anni minimi solo nel 2027”. C’è intanto chi fa i conti con gli effetti di Quota 100: giornaletrentino.it ricorda che a fronte di nuove assunzioni per 14 unità, sono ben 40 i vigili urbani di Trento pronti a lasciare il proprio posto di lavoro. Mentre anche Luigi Di Maio conferma che Quota 100 sarà una riforma delle pensioni strutturale (“Se abbiamo promesso di superare la Fornero con Quota 100, la Fornero si supera ogni anno, non solo l’anno prossimo”, ha detto il vicepremier), Susanna Camusso chiede di conoscere i dettagli della norma che disciplinerà questa novità del sistema previdenziale. “Su Quota 100 vorremmo conoscere la norma, perché l’esperienza insegna a tutti che le norme previdenziali devono essere scritte bene, per non determinare grandi problemi e ci sono molte indiscrezioni che lasciano dei dubbi”, ha detto la Segretaria generale della Cgil a margine dell’assemblea provinciale del sindacato a Pordenone. Secondo quanto riporta l’Ansa, Camusso ha tenuto anche a specificare che Quota 100 “non dà una risposta alle donne e soprattutto non ricostruisce delle condizioni credibili per le pensioni del futuro, cioè quelle dei giovani”, richiamando quindi anche quello che è stato scritto nella piattaforma unitaria sindacale. Con Quota 100 inserita nella Manovra 2019 il Governo mira a superare la riforma delle pensioni targata Elsa Fornero. Tuttavia, c’è chi ritiene che la misura potrebbe essere peggio della legge varata nel 2011. “In Veneto abbiamo già una situazione emergenziale per quanto riguarda personale medico e pensionamenti, che si aggraverà nei prossimi anni. Con ‘quota 100’ sarebbe un vero e proprio disastro, ben peggio della riforma Fornero”, sono infatti le parole di Alessandra Moretti e Claudio Sinigaglia, consiglieri regionali del Pd. Secondo quanto riporta vvox.it, i due esponenti dem hanno evidenziato che “tra il 2016 e il 2025 in tutta Italia cesseranno l’attività ben 47.284 medici specializzati, il 47% del totale, mentre i neospecialisti non superano le 42.550 unità, con un’emergenza che interesserà soprattutto gli ospedali del Sistema sanitario nazionale. Senza un piano serio di assunzioni la situazione è già grave. Aggiungendo il ‘carico’ della quota 100 diventerebbe insostenibile. Come ha riportato anche uno studio della Cgil da febbraio potrebbero andare in pensione 1.332 medici: con questi numeri sarà impossibile garantire i servizi”.
QUOTA 100 SARÀ STRUTTURALE
Ci pensa Massimo Garavaglia a dissipare ogni dubbio su Quota 100. La riforma delle pensioni che il Governo vuole introdurre sarà strutturale e non sperimentale per il solo 2019. Reuters riporta il chiarimento dato dal viceministro dell’Economia, ricordando che già in precedenza una fonte del Tesoro aveva confermato all’agenzia di stampa finanziaria “che il nuovo requisito sarà strutturale”. Da un altro esponente della Lega, la capogruppo in commissione Lavoro della Camera, Laura Murelli, arriva invece l’indiscrezione, riportata dal sito del Messaggero, secondo cui l’intervento sulle pensioni d’oro che la maggioranza vuole mettere in campo sarà per tramite di un contributo di solidarietà per gli assegni sopra i 4.500 euro. La deputata leghista ha però specificato che ancora non è stata messa a punta la norma operativa, che verrà inserita durante l’iter parlamentare della Legge di bilancio tramite un emendamento. Non è da escludere che il contributo di solidarietà possa essere modulato in diversi scaglioni.
In attesa di novità sulla riforma delle pensioni basata su Quota 100 che entrerà nella Manovra 2019, l’Inps ha diffuso i dati provenienti dal monitoraggio dei flussi di pensionamento relativi ai primi nove mesi dell’anno. Complessivamente, sono state liquidate 349.621 pensioni, contro le 454.534 liquidate nei primi nove mesi del 2017. L’importo medio è stato pari a 1.107 euro, rispetto ai 991 euro del 2017. Come evidenzia Mf-Dow Jones, “le nuove pensioni di vecchiaia erogate nei primi nove mesi dell’anno sono 88.025, con un importo medio di 786 euro; le pensioni di anzianità sono 101.977 (importo medio di 2.032 euro), le pensioni di invalidità sono 29.765 (762 euro) e quelle per i superstiti sono 129.854 (676 euro)”. E c’è da evidenziare che “ogni 100 pensioni maschili vengono erogate 88 pensioni femminili, in calo rispetto alle 96 pensioni femminili del 2017”. Tutto questo soprattutto a causa dell’aumento dell’età pensionabile per le donne, che è passato da 65 anni e sette mesi a 66 anni e sette mesi. Soglia che a gennaio verrà portata a 67 anni.
L’UE DIFENDE LA LEGGE FORNERO
Come noto, la Commissione europea ha bocciato la manovra 2019 dell’Italia che contiene anche una riforma delle pensioni basata su Quota 100. Nel documento con cui Bruxelles giudica il Documento programmatico di bilancio del nostro Paese, dando anche un giudizio negativo sulla lettera inviata dal ministro Giovanni Tria, si legge che “sebbene il Consiglio abbia raccomandato all’Italia di ridurre la quota della spesa pubblica destinata alle pensioni di vecchiaia al fine di dare spazio ad altre voci di spesa sociale, l’introduzione della possibilità di pensionamento anticipato è un passo indietro rispetto a precedenti riforme pensionistiche a supporto della sostenibilità a lungo termine del consistente debito pubblico italiano”. Parole che mostrano quindi una continuità rispetto alla “difesa” della Legge Fornero che era già stata espressa in passato dalla Commissione europea. E che sembrano dire che non è ammessa una variazione dello status quo previdenziale.
Oltre a Quota 100, la riforma delle pensioni contenuta nella Manovra 2019 potrebbe contenere misure riguardanti gli assegni in essere. Ivan Pedretti, dalla sua pagina Facebook, segnala infatti che la rivalutazione delle pensioni potrebbe essere messa in discussione dal Governo. “Il contributo di solidarietà sulle cosiddette pensioni d’oro è solo uno specchietto per le allodole perché è noto a tutti che in questo modo si portano a casa pochissime risorse. L’obiettivo è piuttosto quello di sterilizzare e modificare il sistema di rivalutazione per quelle medio-basse. Non ci vedo nessuna equità in questa operazione e nemmeno nessun segno di cambiamento, visto che lo hanno già fatto altri in passato. Si fermino ed evitino di produrre un ulteriore danno verso pensionati e pensionati che hanno lavorato per una vita e che hanno versato i contributi”, scrive il Segretario generale dello Spi-Cgil. Intanto il Premier Conte, per dare il buon esempio visto che il Governo taglia vitalizi e pensioni d’oro, ha chiesto di ridurre il suo stipendio del 20%.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GASPARRI
La Quota 100 inserita nella manovra 2019 consentirà l’accesso alla pensione tramite delle finestre trimestrali. Negli ultimi giorni è però emersa la possibilità che per evitare gli impatti negativi della riforma delle pensioni non tanto (o non solo) sui conti pubblici, quanto sugli organici della Pubblica amministrazione che devono comunque garantire l’erogazione di prestazioni e servizi, possa essere richiesto un “preavviso” di tre mesi ai dipendenti pubblici che intendano andare in quiescenza. Per Maurizio Gasparri, questa è una prova che quella della Governo è una “manovra con truffa, gli inganni si stanno manifestando con chiarezza. L’obiettivo del Governo è di arrivare alle elezioni europee senza che le bugie vengano scoperte. Ad esempio in materia di pensioni, l’annunciata quota cento potrà essere attivata con tre mesi di preavviso. Così i termini slittano in avanti, si spendono meno soldi nel corso del 2019 e si illudono più persone in caso di cambio in corsa della manovra per fallimento dei conti pubblici”.
Il Senatore di Forza Italia, secondo quanto riporta Askanews, evidenzia che “c’è tutta quindi una manovra per sfar rimanere il Paese in attesa, differire i tempi, ridurre i mesi in cui si dovranno spendere soldi che non ci sono e tenere aperta una trattativa con l’Unione europea. Obiettivo, appunto, quello di giungere alle lezioni di maggio nella speranza che la gente non abbia ancora aperto gli occhi. E invece bisogna informare i cittadini su una drammatica realtà fatta di promesse senza sostanza, di inganni e di bugie. Conte è il piazzista del nulla e l’Italia rischia di pagare pesanti conseguenze per le menzogne dell’esecutivo”.