Più veloce del vento, così potremmo definire Filippo Tortu, la nuova stella della velocità italiana ad appena vent’anni. Primatista italiano dei 100 metri piani con il tempo di 9”99, l’atleta sardo ha superato il record di Pietro Mennea che resisteva dall’edizione del 1979 delle Universiadi in Città del Messico. Un’impresa importante, di buon auspicio per questo atleta che di certo potrebbe ancora regalarci traguardi e riconoscimenti importanti e non solo sulla distanza dei 100 metri. Tortu dopo tutto detiene il quarto tempo italiano di sempre con 20’”34 di 200 metri e proprio su questa distanza potrebbe fare cose molto importanti nel futuro della sua carriera. Abbiamo sentito direttamente Filippo Tortu: eccolo in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net.
Cosa hai provato a essere il primo atleta italiano a scendere sotto i 10 secondi sui 100 metri? Una emozione incredibile, la realizzazione di un sogno che avevo da qualche anno, da quando ho capito di essere portato per l’Atletica e, in particolare, per la velocità.
Come sei arrivato a questa grande prestazione? A qualsiasi risultato si arriva con sacrificio, passione, dedizione, ma ovviamente bisogna avere qualche dote naturale che ritengo di avere e, soprattutto, un ottimo allenatore che ti insegni e ti aiuti a crescere, giorno dopo giorno.
Quali sono i tuoi metodi di allenamento, segui una dieta particolare? Per quanto riguarda l’allenamento posso solo svelarti che l’aspetto fondamentale, per il mio allenatore che è anche mio padre, è la tecnica di corsa che cura con maniacale precisione. Non seguo una dieta particolare, ma sto attento a non mangiare fritti ed evito gli alcolici.
Ci sono altre cose importanti nei tuoi metodi di allenamento? Sei seguito per esempio da uno psicologo, un motivatore? Assolutamente no, ma ho un preparatore atletico specializzato nell’ambito dello sviluppo della forza.
Cosa pensi di Pietro Mennea? Secondo te è stato il più grande velocista italiano di tutti i tempi? Pietro è stato certamente un mito, credo l’Atleta Italiano di atletica più conosciuto nel mondo, grazie al suo record dei 200 metri resistito per 17 anni.
Pensi di essere il suo erede? Non so, non ci penso, mi piace pensare che lui sia un modello da imitare, ma raggiungere i suoi risultati sarà molto difficile.
100 o 200? Su cosa punterai nel futuro della tua carriera? In realtà su entrambe, seguendo le indicazioni del mio allenatore su quel delle due sarà più opportuno preparare, in funzioni di ogni singolo obiettivo.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Cosa pensi di fare ai Mondiali di Doha in Qatar? Ancora non posso dirlo, come detto deciderà il mio staff tecnico, anche se certamente l’anno prossimo tornerò a correre i 200 metri. Sul piazzamento il mio obiettivo è certamente la finale.
Punti a una medaglia alle Olimpiadi di Tokyo? Cerco sempre, in tutte le gare che faccio, di migliorarmi e di dare il meglio di me. Sicuramente per Tokio mi preparerò al meglio e cercherò di raggiungere la miglior posizione possibile.
Quali sono i velocisti più forti con cui dovrai confrontarti? Ci sono tanti velocisti fortissimi, Coleman, Lyles, Hughes, non posso citarli tutti. Sinceramente penso solo a migliorare e ad andare sempre più forte, senza pensare chi saranno i miei avversari di turno.
Da chi vorresti prendere qualche cosa per migliorare ancora? Come ti ho detto, dipende solo da me e solo da me stesso posso prendere quel che mi serve per progredire ancora, ma se proprio potessi chiedere qualcosa, vorrei i primi venti metri di Christian Coleman.
Chi è stato il velocista a cui ti sei è ispirato nella tua carriera? Livio Berruti.
Un giudizio su Usain Bolt, è veramente lo sprinter più forte di tutti i tempi? Credo proprio di si, una perfetta sintesi di elasticità, potenza, eleganza, praticamente la tempesta perfetta.
Come giudichi il momento dell’atletica italiana? Direi buono, anche se non sono ancora arrivati grandissimi risultati; credo ci siano tantissimi giovani di buon livello e che, a brevissimo, si potranno dare soddisfazioni globali agli appassionati.
Hai un sogno che vorresti realizzare nella tua vita? Chiaro, una medaglia alle Olimpiadi.
Hai passioni, hobbies che ti piace coltivare nel tempo libero. Tante, come tutti i ragazzi della mia età. Mi piace molto stare con gli amici, che spesso mi seguono durante le mie gare, non sono un amante dei social e, quando gioca la Juve, sono sempre incollato allo schermo.
(Franco Vittadini – Mauro Mantegazza)