Nell’aula magna del liceo Majorana – come in tante altre scuole – venerdì pomeriggio studenti e docenti hanno ascoltato le parole di cui è ricco il compito dell’insegnante. Desiderio, bisogno, riconoscimento; trascendenza, morale, legge. E anche sono risuonati i nomi di grandi autori: Leopardi, Agostino, Kant; Freud, Cartesio, Lacan.
In collegamento dall’auditorium Testori, Massimo Recalcati ha tenuto la lezione introduttiva delle Romanae Disputationes, il concorso che da cinque anni mobilita alunni da tutta Italia. Promosse dai giovani docenti dell’associazione Tokalon, in collaborazione con diverse accademie (Università Cattolica di Milano, Università Alma Mater di Bologna, Università Aldo Moro di Bari e Università Cà Foscari di Venezia) e istituti (Istituto Toniolo, Fondazione De Gasperi, Camplus, Fondazione Rui, Cineteca di Bologna e Museo del cinema di Torino), le RD non sono altro che un tentativo di intercettare le domande delle scuole, di docenti e alunni.
Recalcati è psicanalista e saggista, con una formazione filosofica alle spalle, diversi titoli noti anche a un pubblico non specialista.
Come diceva Steve Jobs, chi ha molto da dire non ha bisogno delle slides. Nessuna slide, nessun appunto, “solo” tre punti incatenati e collegati.
Recalcati ci ha guidato dalla potenza del desiderio alla sua trascendenza. Il desiderio è potente, perché ci abita. Siamo ciò che desideriamo, il nostro desiderio ci porta e ci spinge. Il desiderio è diverso dal bisogno: abbiamo bisogno di un caffè, ma desiderarlo è di più. Il bisogno è impellente, lascia nel mondo dell’istintività.
A questo punto il discorso di Recalcati ha in qualche modo cambiato rotta, intervenendo sul significato di ciò che desideriamo: il vero desiderio è desiderare ciò che possediamo, non ciò che non possediamo. Il vero desiderio è stare davanti a ciò che abbiamo e amarlo. Siamo condizionati da una cattiva idea del desiderio, lo vediamo come la trasgressione, il desiderio di ciò che non riusciamo ad avere. Al contrario: la forma più vera del desiderio coincide con il dovere. Allenando il desiderio, la nostra vita diventa ricca e beata: ma l’allenamento è nell’ascoltare la voce del desiderio, che è anche la voce della legge e del dovere.
Sabato mattina in classe eravamo tutti diversi. Ale e Davide curiosi e pieni di nuove citazioni. Alessandro capace di contestare esempi e dettagli. Silvia e Ilaria illuminate sui loro interessi più profondi. In una classe in cui spesso la lezione prende una piega inaspettata, è ancora una volta accaduto qualcosa: ognuno ha tirato fuori un pezzo del suo cuore, della sua anima, delle sue domande. Io per prima.
Insegno da 27 anni, ho girato diverse scuole, ho imparato le Indicazioni nazionali, mi sono abilitata, certificata, informatizzata… Ma ancora una volta è l’incontro che vince su ogni programma. Abbiamo sentito Recalcati dire che “i nostri figli si salvano quando l’incontro con un professore illumina il loro desiderio”: ragazzi, lasciatevi illuminare; colleghi, illuminiamo.