Il Pd e Confindustria alzano i toni contro il Governo dopo le stime del Pil dato in forte rilento: aveva cominciato Renzi, ora è Nicola Zingaretti che prova a fare la voce grossa impegnato nella conquista della base dem verso il Congresso «I dati sul Pil ci indicano che quel numero scritto sul Def, quell’1,5, dico purtroppo da italiano, è una pia illusione. C’è la sensazione che i conti della nostra Repubblica siano totalmente fuori controllo, piegati a un fanatismo di Partito che comincia a essere pericoloso e inspiegabile», osserva il Governatore del Lazio. Il Governo gialloverde prova a difendersi e dalle colonne del Corriere della Sera, il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri sottolinea come «Ritoccare i parametri del deficit non è nell’agenda del governo, al momento». Non ci sarebbero “piani B” tra i gialloverdi dopo questa Manovra e dopo questa maggioranza, anche se da più parti – non più solo dall’Unione Europea – giunge l’invito a rivedere alcuni punti programmatici che minerebbero la crescita del Paese. (agg. di Niccolò Magnani)
BOCCIA (CONFINDUSTRIA): “SE NON SI CRESCE, COLPA DEL GOVERNO”
Dopo il Pil deludente stimato dall’Istat, tuona il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia intervenendo ad Ivrea in una assemblea degli industriali piemontesi: «C’e una divergenza di spiegazioni economiche in questo governo su cui bisogna cominciare a chiarire che se i risultati della crescita non ci saranno nei prossimi mesi é colpa esclusiva di questo governo e della politica economica che realizza, non di altri». Secondo il Premier Giuseppe Conte, il rallentamento del Pil era previsto, «proprio per questo faremo una manovra espansiva», mentre per Di Maio «dal punto di vista internazionale c’è stata una serie di fattori che incidono sulla congiuntura economica generale. Ma vedrete che con la ‘manovra del popolo’ non solo il Pil ma la felicità dei cittadini si riprenderà». Negativissimo il commento di Matteo Renzi che rilancia su Twitter: «Sono preoccupatissimo per il Pil, è un dato che fa paura il paese è bloccato e isolato». (agg. di Niccolò Magnani)
ISTAT: “PIL FERMO NEL TERZO TRIMESTRE
L’Istat rivede al ribasso le stime di crescita del prodotto interno lordo italiano, nel terzo trimestre del 2018. «Nel terzo trimestre del 2018 – fa sapere l’istituto di statistica italiano – la dinamica dell’economia italiana è risultata stagnante, segnando una pausa nella tendenza espansiva in atto da oltre tre anni». Secondo l’Istat, il tasso di crescita tendenziale del Pil è ora di 0.8% rispetto all’1.2% che aveva fatto registrare nei precedenti tre mesi, il secondo trimestre del 2018. L’istituto di statistica precisa che la stima è solamente provvisoria ma comunque «Riflette dal lato dell’offerta la perdurante debolezza dell’attività industriale – manifestatasi nel corso dell’anno dopo una fase di intensa espansione – appena controbilanciata dalla debole crescita degli altri settori».
I NUMERI CHE PREOCCUPANO L’UE
Numeri che ovviamente non giovano al governo, la cui manovra di bilancio 2019 è stata già bocciata ufficialmente dalla Commissione dell’Unione Europea negli scorsi giorni, concedendo all’Italia tre settimane di tempo per modificarla. E proprio uno dei punti chiave della questione è la crescita del prodotto interno lordo, motivo di scetticismo di Bruxelles. L’esecutivo prevede una crescita del Pil pari a 1.5% nel prossimo anno, ma tali numeri vengono ritenuti troppo ottimistici da numerosi osservatori nazionali e internazionali, a cominciare dall’Ufficio parlamentare di bilancio, come riferisce l’edizione online di Repubblica. Il Pil è fondamentale per la manovra, visto che se la previsione del governo non venisse confermata a quel punto aumenterebbe anche il rapporto fra il deficit e lo stesso prodotto interno lordo, già aumentata al 2.4%.