Ormai non ci sono più dubbi: appartengono a Manuel Careddu, il giovane 18enne di Macomer, in provincia di Nuoro, barbaramente ucciso lo scorso 11 settembre. I presunti responsabili del terribile omicidio sarebbero sei giovani, tutti arrestati, i quali lo avrebbero prima ucciso e poi seppellito. I suoi resti furono rinvenuti a distanza di oltre un mese nelle campagne di Ghilarza, in provincia di Oristano. La conferma definitiva, come spiega l’agenzia di stampa Ansa, è avvenuta in seguito alla comparazione del Dna eseguito dagli uomini del Ris. In seguito al riconoscimento, il cadavere di Manuel Careddu è stato dissequestrato e riconsegnato ai familiari per le esequie. I funerali sono già stati fissati al prossimo giovedì presso la chiesa della Madonna Missionaria di Macomer, alle 15.30. Solo nei giorni scorsi era stato arrestato un sesto giovane, per l’omicidio del 18enne. Si trattava di Nicola Caboni, il quale secondi gli inquirenti avrebbe aiutato uno dei presunti assassini ad occultare il corpo di Manuel. Tra gli arrestati anche due minorenni, tra cui una ragazza di 17 anni. A tal proposito, nella giornata di domani si svolgerà l’udienza del Riesame presentata dai legali difensori dei due minori, durante la quale durante la quale sarà avanzata la richiesta di un’eventuale modifica della misura cautelare.
OMICIDIO MANUEL CAREDDU: IL DOLORE DELLA MADRE
Una fine terribile quella riservata a Manuel Careddu, il 18enne che negli ultimi due anni era letteralmente cambiato, “rovinato dalla droga”. A sostenerlo è stata di recente la madre Fabiola Belardi, in una intervista a L’Unione Sarda, la quale ha ampliamente parlato dell’evidente cambiamento del ragazzo. “Lo sapevo e non facevo finta di niente. Ho cercato in tutte le maniere di dissuaderlo e farlo tornare sulla strada giusta. Mi sono battuta fino all’ultimo. Ripeto, aveva un carattere ribelle. Ho combattuto tanto”, ha asserito. La donna si è poi soffermata su alcune voci che si sono diffuse in seguito ad una fiaccolata che si è tenuta lo scorso venerdì: “Mi hanno riferito che dopo il corteo qualcuno ha cercato di assolvere quei ragazzi che hanno ucciso mio figlio in maniera atroce. Se non sono mostri, come li dobbiamo chiamare? Angeli forse?”, ha tuonato. “Non posso perdonare chi ha ucciso mio figlio”, ha aggiunto, riferendo però di non provare rancore verso Ghilarza. Alla fiaccolata per Manuel Careddu avevano preso parte in migliaia ma la madre aveva preferito non esserci a causa del grande dolore che ancora l’attanaglia.