Sebastian Stepinsky Pellegrini, 43 anni, è stato condannato a 16 anni di reclusione con il rito abbreviato nel processo che lo vede imputato per aver accoltellato cinque mesi fa il padre adottivo, il 74enne Marino Pellegrini, nella loro casa di Fiesse, Brescia. All’omicida, con problemi di dipendenza dall’alcol e disagi psichiatrici che in passato gli erano costati il ricovero in strutture specializzate, è stata riconosciuta la seminfermità mentale dal giudice Paolo Mainardi. Di quel pomeriggio di maggio in cui uccise il padre adottivo, infatti, Sebastian non ricorda praticamente nulla: lo ha confermato la consulenza psichiatrica disposta dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani in fase di indagini preliminari (pochi giorni dopo l’arresto) e acquisita nel fascicolo processuale. Come riportato da Il Corriere della Sera, il suo avvocato difensore, Paolo Rossi del foro di Cremona, ha annunciato:”Valuteremo eventualmente di ricorrere in appello” o se, invece, “chiedere il trasferimento di Sebastian dal carcere a una struttura più adeguata alle sue condizioni, nel Rems di Castiglione delle Stiviere, per esempio”.
FIGLIO ACCOLTELLA PADRE ADOTTIVO: “NON RICORDO DI AVERLO AMMAZZATO”
Disagi psichici e dipendenza dall’alcol hanno innescato la furia omicida di Sebastian nei confronti del padre adottivo. Quel giorno, prima di tornare a casa, Sebastian aveva bevuto delle birre prima di dare in escandescenze nel bar della piazza, poco distante da casa. E proprio le birre sono state l’oggetto dell’ultimo litigio col papà. Questo Sebastian lo ricorda bene:”Aveva mentito alla mamma, dicendole che dopo essere rientrato avevo bevuto cinque birre, ma non è vero: erano soltanto tre”. Sarebbe bastato questo a scatenare il raptus. Eppure Sebastian non lo sa, il black-out è completo: “Abbiamo pranzato, poi mi sono addormentato. E quando mi sono svegliato lui era già morto, e io, io ero tutto sporco di sangue”. Nel buio dei ricordi di Sebastian c’è la verità processuale: secondo i giudici, infatti, il figlio adottivo avrebbe accoltellato il padre, Marino, che a sua volta si era appisolato sul divano della cucina.