Era il 29 maggio di sette anni fa quando Fabio Giorgi e Rabii Baridi rimasero uccisi nel corso di una terribile sparatoria avvenuta in una villetta, in tarda serata a Cecchina. Oltre alla morte dei due uomini, rispettivamente il 41enne già noto alle forze dell’ordine e un 34enne marocchino, vi furono anche due feriti. Ma cosa accadde realmente quella sera di maggio del 2011? A ripercorrere l’intera trama sarà ancora una volta la trasmissione di RaiTre, Un giorno in Pretura, nella seconda parte dedicata al caso. Già la scorsa settimana, nella puntata dal titolo “Castelli di polvere”, il programma di Roberta Petruzzelli aveva ricostruito le fasi iniziali della drammatica sparatoria. Siamo in una località dei Castelli Romani quanto a spezzare la tranquillità della sera furono una serie di spari che terrorizzarono gli abitanti di un’intera palazzina. Il bilancio fu gravissimo: due morti e due feriti gravi. Ma quale il movente ed i responsabili? Secondo quanto emerso dalle iniziali indagini, le vittime si erano incontrate per affari di droga. Principale protagonista sembrava essere proprio Fabio Giorgi, noto spacciatore di cocaina. Cosa fece una delle vittime nella sua ultima nonché movimentata giornata? A finire sul banco degli imputati furono due amici e clienti abituali del 41enne, Sante Fragalà e la sua compagna Ausonia Pisani. Il primo, uomo legato agli ambienti della mafia catanese, la seconda una vigile urbana figlia di un nome importante nell’Arma dei Carabinieri.
SANTE FRAGALÀ E AUSONIA PISANI: RESPONSABILITÀ NELL’OMICIDIO FABIO GIORGI
Inizialmente, l’uccisione di Fabio Giorgi e del marocchino 34enne fu vista come un caso di regolamento di conti. Dalle indagini, in realtà, si arriverà ad un’altra strada ancora più complessa che prevedeva anche il coinvolgimento del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, ucciso qualche tempo prima. Per i fatti del maggio 2011, Sante Fragalà e Ausonia Pisani furono definitivamente condannati per duplice omicidio: 26 anni a Fragalà e 16 alla sua compagna. Secondo la ricostruzione, la sera del 29 maggio di sette anni fa, un uomo e una donna suonarono alla porta di una villetta di Cecchina, nei pressi di Roma. Si finsero carabinieri intromettendosi in una discussione in corso tra Giorgi e Baridi per questioni di droga. Aprirono il fuoco usando due pistole, calibro 9×21, uccidendo i due uomini e ferendone altri due che si finsero morti. I finti carabinieri erano proprio coloro che sarebbero stati imputati nel processo per il duplice omicidio. All’epoca dei fatti, la Procura di Roma identificò un collegamento tra l’omicidio del sindaco-pescatore Vassallo e quello compiuto a Cecchina proprio per via della medesima arma impiegata. Sulla pistola della donna, i Ris effettuarono varie indagini ma senza risultati. I dubbi tuttavia restano. Emblematica anche la figura di Sante Fragalà, strettamente connessa ai clan mafiosi di Catania.