Maurilio Prioreschi, avvocato di Renato De Pedis, è intervenuto nella trasmissione televisiva “Quarto Grado” su Rete 4 rivelando un particolare importante sulla presenza del suo assistito all’interno della basilica di Sant’Apollinare, in relazione alla scomparsa di Manuela Orlandi, con il fratello Pietro in collegamento da San Pietro: “Volevo fare delle precisazioni riguardo alcune affermazioni di Pietro Orlandi. Abbiamo sempre sollecitato in procura l’apertura della tomba di Renatino De Pedis: è vero che io e Pietro Orlandi ci siamo incontrati nell’anticamera del dottor Pignatone, il quale non mi ha mai garantito l’archiviazione del caso. Il giorno prima della mia visita a Pignatone ho ricevuto una telefonata dal campo della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani, che mi ha proposto di spostare la salma di De Pedis dalla basilica di Sant’Apollinare perché per loro era diventata ormai una presenza ingombrante, e che lo spostamento sarebbe stato fatto a spese del Vaticano, anche se l’iniziativa dello spostamento della salma sarebbe stato nostro, perché tutto doveva avvenire in maniera estremamente riservata. In quel momento, visto che mi sembrava una proposta non opportuna con le indagini in corso, ho chiesto di riferire al dottor Pignatone, riferendo che la famiglia De Pedis era disponibilissima a spostare la tomba da Sant’Apollinare, disponibilità di cui ho riferito anche a Pietro Orlandi.“
I dubbi di Pietro Orlandi
Ha proseguito Prioreschi: “Pignatone mi rispose che lui avrebbe valutato questa disponibilità a spostare la tomba e mi avrebbe fatto sapere. La vedova De Pedis non aveva a certezza, ma auspicava l’archiviazione del procedimento.” Pietro Orlandi, in collegamento, ha citato però un’intercettazione in cui la vedova De Pedis, Carla Di Giovanni affermava di essere sicura che Pignatone le avesse assicurato l’archiviazione del caso. Orlani ha anche ricordato come la Di Giovanni avesse ricevuto lo stesso tipo di offerta dal vice capo della gendarmeria. Risponde Prioreschi: “Quella era una speranza e non una garanzia che nessuno poteva dare. Volevo dire che la volontà della famiglia di spostare la tomba l’abbiamo manifestata dal giorno dopo della famosa telefonata a Chi l’ha Visto: dal 2005 siamo andati dal dottor De Gasperis a manifestare questa volontà di spostare la tomba che abbiamo sempre espresso anche al dottor Capaldo, che a sua volta ci aveva invitato a occuparci personalmente dello spostamento.”