Dopo che nelle ultime ore la Procura di Termini Imerese ha provveduto al sequestro della villa di Casteldaccia dove a causa del maltempo e di una esondazione del fiume sono morte nove persone, adesso si accende lo scontro in merito alle responsabilità di quella che, a qualsiasi latitudine dell’Italia si guardi, appare una sorta di tragedia annunciata. Infatti, a finire sotto accusa ancora una volta è l’abusivismo edilizio, fenomeno dilagante e contro cui tuttavia l’amministrazione del Comune siciliano sembra non aver prestato la dovuta attenzione. Non solo su quella che è stata tristemente rinominata “la villetta della morte” ma anche su altre ville della zona vi sarebbero stati infatti dei ricorsi contro della abitazioni in cui i vertici del Comune in provincia di Palermo rinunciarono a costituirsi in giudizio contro la demolizione per sostenere proprio le ordinanze di abbattimento: va comunque ricordato che nei casi succitati poi il Tar non aveva accolto i ricorsi dei proprietari contro la demolizione, ma certo questo presunto lassismo dell’amministrazione locale sul tema lascia degli strascichi polemici in quello che intanto è il giorno del dolore, con le vittime della strage che si trovano nella camera ardente. (agg. R. G. Flore)
SCONTRO TAR-COMUNE
Da qualche ora è stata sequestrata per intero l’area in cui si trova la villetta “della morte” a Casteldaccia: la Procura di Termini Imerese intende vederci meglio in quell’area così a rischio a ridosso del fiume esondato nelle scorse giornate. Anche la strade che porta alla casa abusiva è ora off-limits e tutte le villette, oggi coperte di fango, non possono essere raggiunte fino a che la Procura non darà il via libera. «Omicidio colposo e disastro colposo contro ignoti», è al momento l’accusa dei procuratori in attesa dei prossimi «importanti sviluppi», come preannunciato dalla Procura questa mattina. Nel frattempo, lacrime, fiori e fiumana di gente nella camera ardente a Palermo per le vittime di questa terribile tragedia: piccolo malore per Giuseppe Giordano, l’unico sopravvissuto nella villetta rimasto per ore attaccato ad un albero: «si è accasciato a terra accanto alla piccola bara bianca contenente le spoglie di Rachele Giordano di appena un anno e mezzo», riportano i colleghi di Palermo Today.
STRAGE MALTEMPO A CASTELDACCIA
Non bastava la strage nella villetta di Casteldaccia (Palermo) – con il maltempo e l’esondazione del fiume Milicia che ha cancellato la vita di 9 persone, distruggendo due famiglie riunite in festa due sere fa. Ora è in corso uno scontro a distanza tra il Comune e il Tar Sicilia che si “rimbalzano” l’accusa di non aver fatto eseguire la demolizione di quella casa in campagna non distante dall’autostrada Palermo-Catania visto che era costruita abusivamente. Dopo che ieri il sindaco di Casteldaccia aveva attaccato duramente, «quella casa andava abbattuta per abusivismo» sono poi sorte diverse fonti giudiziarie al Giornale di Sicilia che riportavano come il Comune (che aveva emesso il provvedimento di abbattimento) si era fermato perché i proprietari avevano fatto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro la demolizione. Stamattina l’ennesima novità che aggiunge tensione e senso di indignazione alla tragedia umana occorsa per il maltempo: il Tar di Palermo non ha mai sospeso l’ordine di demolizione della villetta abusiva di Casteldaccia. Una nota del Consiglio di Stato e della Giustizia Amministrativa precisa così: «Non può sostenersi che la semplice presentazione di ricorso sia di per sé sufficiente a bloccare l’efficacia dell’ordine di demolizione. In ogni caso, nel 2011 il giudizio al Tar si è concluso e l’ordinanza di demolizione del sindaco non è stata annullata; ne’ il Comune si è mai costituito in giudizio. Quindi, in questi anni l’ordinanza di demolizione poteva – e doveva – essere eseguita».
DOMANI I FUNERALI DELLE VITTIME DI CASTELDACCIA
Domani a Palermo sono previsti i funerali delle 9 vittime nella strage assurda di Casteldaccia: due famiglie riunite insieme per festeggiare il ponte di Ognissanti, completamente devastate dalla furia del fiume e – forse – dall’incuria nel costruire una villetta così troppo esposta a rischi idrogeologici. A perdere la vita sono stati la piccola Rachele Giordano (1 anno), il bimbo Francesco Rughoo (3 anni), Federico Giordano (15 anni). Morta anche la mamma Stefania Catanzaro e moglie di uno dei 3 sopravvissuti (Giuseppe Giordano, assieme all’altra figlia e al cognato): a completare il drammatico bilancio delle vittime anche il nonno Antonino Giordano (65 anni) e la moglie Matilde Comito (57 anni), ma anche il figlio di 32 anni Marco Giordano e la sorella Monia (40 anni), infine Nunzia Flamia (65 anni). Le salme sono state portate nella parrocchia Madonna di Lourdes in piazza Ingastone a Palermo: la camera ardente è stata allestita direttamente nella chiesa con già tantissimi semplici cittadini che stanno rendendo omaggio e pregando su quei 9 sventurati corpi. Domani alle 11 nella Cattedrale di Palermo saranno poi celebrate le esequie ufficiali con prevista un’ampia partecipazione cittadina.