Silvio Berlusconi è pronto a tornare in campo per l’ennesima volta in vista delle elezioni europee 2019, con il Cavaliere che ha rilasciato alcune battute degne di nota nel nuovo libro di Bruno Vespa. Il giornalista ha spiegato che il leader di Forza Italia sarà protagonista nella prossima campagna elettorale per combattere il Movimento 5 Stelle, un partito “pericoloso” e che unisce “il veterocomunismo e l’ignoranza”. Una vera e propria doccia fredda per il Cav il risultato dello scorso 4 marzo 2018, con Vespa che spiega: “Nel 2018 il Cavaliere era certo di dover trattare con Matteo Renzi una Grande Coalizione frutto di una legge che non prevede vincitori, ed entrambi hanno assistito basiti al trionfo della strana coppia Di Maio-Salvini”. E la campagna elettorale è finita nel mirino della critica, con Berlusconi che però ha sottolineato che anche “Tuttora fermo il traffico. Mi è successo perfino in Russia, dove ormai mi riconoscono tutti. Avevo affidato ai miei uomini il compito della campagna elettorale sul territorio, mentre io sarei andato in televisione. Ho fatto in media due presenze al giorno in Tv, diventate quattro, sei, dieci negli ultimi giorni. Credo di aver esposto con grande chiarezza il nostro programma per riprendere la crescita e aumentare il benessere. Ero convinto che avremmo migliorato rispetto alle elezioni precedenti e che il risultato sarebbe stato molto diverso da quel 14 per cento che mi ha lasciato basito”
LE MOTIVAZIONI DELLA SCONFITTA
Come riporta Il Giornale, Silvio Berlusconi ha spiegato che “le motivazioni del nostro insufficiente risultato sono precise: 1) Io non ero candidato, e questo ha contato moltissimo. 2) L’impossibilità di essere indicato come candidato premier ha inciso negativamente, secondo quanto ci dicono i sondaggi: la nostra gente vuole Berlusconi, vota Berlusconi e ha avuto la sensazione che Berlusconi stesse per mollare. Il che, naturalmente, non era e non è. 3) La vendita del Milan è stata percepita in modo molto negativo dai tifosi: 2 milioni e mezzo di milanisti hanno voluto punirmi per aver abbandonato i colori rossoneri. Ovviamente io non ho abbandonato alcunché, continuo a essere il primo e più grande tifoso del Milan, ma i costi del calcio mondiale non sono più sopportabili per una singola famiglia”. E “c’è tanta rabbia” nella vittoria dei gialloverdi: “Un voto contro la politica, dopo quattro governi non eletti dai cittadini. Poi molte persone della borghesia italiana, quelle che io chiamo l’Altra Italia, sono rimaste a casa, visto che io non ero in lista e visto anche come si presentavano gli altri partiti. Infine, nel Sud ha contato molto la promessa elettorale dei 5 Stelle sul reddito di cittadinanza”.