Dopo il coming out fatto in diretta tv a Domenica Live due settimane fa, Marco Carta in qualche modo nell’intervista odierna al Corriere della Sera ne fa un altro stavolta per certi versi “inatteso”: «l’utero in affitto è disumano, non lo vorrei mai». Il cantante esploso con Amici e negli ultimi tempi deciso a rivelare la sua omosessualità senza più “nascondersi” ha raccontato ai colleghi del CorSera di desiderare moltissimo dei figli nel futuro ma non con “le scorciatoie” che alcune coppie gay usano anche in Italia. «Io figli ne avrò», si dice certissimo Marco Carta che poi spiega «Non voglio un “Cartino” col mio Dna, credo che l’utero in affitto sia inumano, sia un traffico. Io voglio un figlio che agganci la mia storia. Ho avuto una famiglia stupenda e i miei zii non erano i miei genitori. Il mondo è pieno di bambini che chiedono solo di essere adottati. Io voglio lottare affinché l’adozione sia concessa alle persone come me».
IL COMING OUT E L’ADOZIONE DEI FIGLI
Niente “gestazione per altri” – la cosiddetta GPA – dunque, considerato un mero traffico di bambini trattati come “oggetti” (oltre che altro “oggetto” anche la madre surrogata, ndr): di contro Marco Carta vuole però combattere perché anche gli omosessuali possano avere la possibilità di adottare dei figli (al momento la legge lo esclude). «Sono stato cresciuto da due etero, con l’idea che avrei amato una donna e non è andata così. Perché dobbiamo credere che se avessi avuto invece due mamme o due padri sarei stato in automatico omosessuale? Io so che posso dare a un bambino un amore enorme e che questa, per lui, è l’unica cosa che conta», rilancia ancora il cantante dalle colonne del Corriere della Sera. È però il giudizio sull’utero in affitto che ci sembra assai interessante, e non scontato, da segnalare: a chi lo cerca oggi per rappresentare appieno “lo stereotipo” del vip appena rivelatosi omosessuale, Marco Carta ha dato, almeno su un frangente, una risposta che non tutti si aspettavano. Insomma, questa volta ci ha davvero stupito..