Ai più Mariasilvia Spolato non dirà nulla ma nel 1972 era la donna più famosa d’Italia: oggi è morta, da clochard e senza più la vicinanza della famiglia, la prima donna che fece coming out attraverso una copertina-scandalo di Panorama di 46 anni fa. Quel giorno Mariasilvia Spolato, docente universitaria di matematica e laureata con 110eLode, era in piazza per manifestare con le compagne femministe il giorno della donna per eccellenza, l’8 marzo. Esibiva con orgoglio il cartello «Liberazione omosessuale»: fu proprio quel cartello, immortalato dal settimanale, ad infrangere un tabù in Italia. Fu di fatto la “prima” lesbica nel nostro Paese ma proprio lì che cominciarono i primi problemi: a causa delle sue lotte e della troppa visibilità ottenuta perse il suo lavoro di insegnante, come ricorda l’Alto Adige oggi dopo aver appreso la notizia della morte di Mariasilvia in una casa di riposo – Villa Armonia – a Bolzano.
LICENZIATA E RINNEGATA PERCHÈ GAY
Venne cacciata con il marchio dell’indegnità dall’accademia culturale italiana ma in breve tempo anche la famiglia la lasciò per la sua strada: anzi, proprio “per strada”. Iniziò a dormire nei parchi, a spostarsi di città in città fino all’arrivo definitivo a Bolzano: come spiega ancora Alto Adige, Mariasilvia Spolato dopo il coming out si prese una bruttissima infezione ad una gamba e rischiò di perderla rimanendo per anni in condizioni completamente disumane e lontano da qualsivoglia idea di “comunità”. Scrisse un manuale di matematica e diversi libri sulla liberazione sessuale femminista, partecipò a diversi convegni dell’Udi prima però di rinchiudersi in una depressione senza via d’uscita, finendo a Bolzano a chiedere alla gente libri e giornali da raccogliere e leggere in totale solitudine. Alla fine fu accolta prima in un rifugio Caritas e poi nella casa di riposo Villa Armonia dove poi è mancata il 31 ottobre scorso: l’ultimo a vederla in vita – con tanto di foto che subito è divenuta virale – fu il fotografo Lorenzo Zambello. «Come fotografo è stato un grande onore per me poterla fotografare, infatti non amava essere ripresa. Questa primavera, mentre facevo ritratti degli ospiti di villa Armonia, è stata lei a venire da me», spiega il fotoreporter ricordando come all’interno di quella casa di riposo Silvia aveva «riaperto i cuori di tutti».