Sta facendo discutere non poco la proposta di abolizione del valore legale della laurea lanciata da Matteo Salvini. Si tratta di una battaglia storica della Lega, che a seconda dei punti di vista sembra presentare dei pro e dei contro. Innanzitutto è bene chiarire il concetto di valore legale della laurea: come spiegato da TPI, con questa espressione si intende che il titolo in questione venga riconosciuto ufficialmente da tutte le amministrazioni pubbliche, senza distinzione tra atenei. Chi è favorevole all’abolizione del valore legale della laurea sottolinea che un provvedimento del genere avrebbe il risultato di innescare una competizione virtuosa tra le università di tutta Italia, spingendole ad esempio ad ingaggiare i migliori docenti e ad investire in ricerca. Chi è contrario fa riflettere invece sul fatto che la perdita del valore legale avrebbe l’effetto di far esplodere le differenze tra atenei, creando università di serie A e di serie B. Di questo avviso sono i sindacati e l’associazione nazionale docenti, convinti che un provvedimento del genere farebbe esplodere le discriminazioni tra università oltre che tra studenti. (agg. di Dario D’Angelo)
BUSSETTI, “PROBLEMA E’ LA COMPETENZA”
Nuove dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti a margine del Salone Orientamenti di Genova a proposito della proposta dell’eliminazione del valore legale del titolo di laurea. “Il problema è legato più alle competenze che alle certificazioni: è necessario legare il tema sotto il problema della competenza e non del valore del titolo” ha sottolineato Bussetti, che ha sottolineato: “E’ importante che i ragazzi non si specializzino unicamente in un settore, ma abbiano magari anche la possibilità, come avviene in altre nazioni, di rendere un po’ più flessibile la propria formazione”, riportano i colleghi di Telenord. La querelle chiama in causa l’articolo 142 del regio decreto 1592 del 1933 secondo il quale è “vietata l’iscrizione contemporanea a diverse università e a diversi istituti d’istruzione superiore, a diverse facoltà o scuole della stessa università o dello stesso istituto e a diversi corsi di laurea o di diploma della stessa facoltà o scuola” in Italia. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ABOLIZIONE VALORE LEGALE LAUREA, BUSSETTI FRENA SALVINI
Abolizione valore legale laurea, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti frena Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno aveva scatenato le polemiche con questa dichiarazione: “Dobbiamo mettere mano alla riforma della scuola e dell’università, affrontando la questione del valore legale del titolo di studio”. Una ipotesi per il momento solo ventilata, con la laurea che non sarebbe dunque un requisito fondamentale per accedere a concorsi pubblici e fare carriera. Intervenuto alla scuola politica della Lega, il segretario federale del Carroccio aveva spiegato che “negli ultimi anni scuola e università sono stati serbatoi elettorali e sindacali: per questo motivo l’abolizione del valore legale del titolo di studio è una questione da affrontare”. Ma Bussetti precisa, come riporta Repubblica: “E’ un tema di cui si dibatte da tanti anni, ma in questo momento non è in programma, non è detto che poi possa essere analizzato in futuro”.
ABOLIZIONE VALORE LEGALE LAUREA, E’ POLEMICA
Un tema che torna di attualità dopo la recente proposta del Movimento 5 Stelle, una battaglia sui concorsi pubblici che ha scatenato il dibattito. Ricordiamo inoltre nel 2013 il deputato Paolo Grimoldi presentò una proposta di legge per l’abolizione tout court del valore legale dei titoli di studio, con l’obiettivo di “raggiungere l’obiettivo di eliminare quel meccanismo un po’ perverso che non premia i meritevoli, bensì coloro che sono stati favoriti in virtù di votazioni più alte, ottenute in istituti scolastici e università meno scrupolosi a valutare l’effettiva preparazione degli allievi”. Web spaccato sull’ultima proposta dell’esecutivo gialloverde, con il ministro dell’istruzione che per il momento frena ma non chiude definitivamente la porta: la priorità va a “delle modifiche che creino maggiore semplicità, certezze e percorsi giusti e mirati per arrivare ad ottenere quello di cui la scuola ha bisogno e per il bene degli studenti”.