Si sta arrivando al termine di una vicenda che ha provocato un gigantesco terremoto nel mondo della musica live. Si tratta del cosiddetto secondary ticket, cioè i biglietti dei concerti venduti su siti abusivi a cifre molto alte, esattamente come fanno i bagarini sui marciapiedi fuori dei teatri o delle partite di calcio. Grazie a un servizio delle Iene però è venuto a galla un mercato a base di truffe pensate dagli stessi organizzatori dei concerti: mentre i siti di vendita biglietti ufficiali segnalavano il tutto esaurito, gli stessi organizzatori passavano quote di biglietti ai siti abusivi che naturalmente, venduti a cifre molto più alte, procuravano una grossa fonte di guadagni per organizzatori e bagarini. Una truffa smascherata grazie a un servizio tv in cui veniva intervistato Roberto De Luca, di Live Nation che ammetteva in modo confuso il fatto.
LE RICHIESTE DEL PM
Il caso è finito in tribunale, il pm ha chiesto adesso per lRoberto De Luca una condanna a un anno e 4 mesi. Chiesti inoltre un anno e 400 euro di multa per Corrado Rizzotto, ex amministratore del sito per la vendita on line di biglietti Vivo. Il pm Scudieri ha poi ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per i 4 imputati che hanno scelto invece il rito ordinario, ovvero per Domenico d’Alessandro e per la sua società Di Gi, per Charles Stephen Roest, amministratore del sito internet di rivendita di biglietti Viagogo, e per Vivo. Si tratta come si vede delle massime società di concerti, che si occupano di nomi come Vasco Rossi e U2 per capirsi. Si tratta del primo processo in Europa per le irregolarità del fenomeno del bagarinaggio, una sentenza che, dicono gli esperti, “farà giurisprudenza”. La Siae da parte sua si è costituita parte civile e ha chiesto 200mila euro di risarcimento.