Cloe Grano, assolti i medici imputati per la morte sospetta della bambina di quattro mesi di Cosenza. Il padre, Dino Grano, aveva parlato di “gravi lacune della Procura di Cosenza” e ai microfoni di Storie Italiane ha aggiunto: “Nessuna diagnosi dopo quattro giorni di ricovero e quattro accessi al pronto soccorso: la bambina poi è stata rimandata a casa come se fosse una scocciatura per i medici, la loro professionalità è l’arroganza”. ” Io da padre non lo vedrei come un caso di malasanità, ma come malagiustizia” afferma Dino, che evidenzia: “La Procura di Cosenza hanno prima cercato l’assoluzione per tutti quanti, poi con l’imputazione coatta mandano tre medici a giudizio e poi il pubblico ministero ha detto che c’erano delle incongruenze, riaprendo il caso. Oggi ha assolto i tre medici: se fosse stata figlia loro, cosa avrebbero fatto? E come mai i signori dottori non hanno mai fatto delle diagnosi, mentre a Napoli in cinque minuti fanno la diagnosi con le mani?”.
MORTE CLOE GRANO, LA DENUNCIA DEL PADRE
Continua Dino Grano: “Oggi mi vengono a dire che questi signori sono innocenti, la mia bambina si è suicidata?”, evidenziando a proposito della malattia che “colpisce spesso ai neonati, non è una malattia rara”. Queste le parole dell’avvocato, presente in studio a Storie Italiane: “La patologia è banalissima, si poteva con una semplice ecografia diagnosticare e fare un intervento. Questa ecografia non è stata mai fatta, in udienza il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione dei due chirurghi nonostante i periti abbiano detto che l’ecografia andava fatta. Il perito ha poi affermato: ‘Che ne sappiamo noi se a Cosenza il servizio radiografico funziona 24 ore al giorno?’. Riporto le parole della trascrizione. Sono stati trasmessi gli atti a un medico che aveva visitato la bambina al pronto soccorso, ma rischiamo che questo reato si prescriva: abbiamo due anni di tempo, chiediamo alla Procura di Cosenza di procedere immediatamente. Si sta cercando che la questione Cloe diventi una questione di risarcimento danni: qui ci sono stati dei gravi danni e qualcuno deve pagare”.