E la Corea del Nord torna “protagonista”: dopo qualche mese di “silenzio” da Pyongyang, il dittatore Kim Jong-un torna farsi notare dalle cronache mondiali per i test sulla nuova arma “super tattica” ad alta tecnologia «eseguito con successo in un centro della Difesa», segnalano dall’agenzia sudcoreana Yonhap. Si tratta, di fatto, della prima ispezione del presidente di Pyongyang dallo scorso novembre quando di persona supervisionò il test di un missile balistico intercontinentale, poi invece replicato a giugno in Singapore per lo storico incontro con il Presidente Trump. Secondo il New York Times, quanto fatto da Kim non ha per ora violato il patto che il regime nordcoreano si è preso sulla scia dei Colloqui di Pace con gli Stati Uniti per un lento ma deciso smantellamento delle armi nucleari: quel che è certo, da mesi i servizi usa tengono d’occhio Pyongyang per capire se “dà seguito” a quell’impegno scritto o se invece bisogna ritornare ad un clima di “tensione” come mai si era avuto prima di quel 2017 quando il mondo sembravo pronto ad una terza guerra mondiale da un momento all’altro.
USA RESTANO FIDUCIOSI: “MOLTO DA FARE MA GRANDI PROGRESSI”
«Sulla Corea del Nord sono stati fatti grandi progressi, ma molto resta ancora da fare»: parla così il n.2 della Casa Bianca, Mike Pence, poche ore dopo l’annuncio di Kim Jong-un tramite le agenzie nazionali in Corea del Nord. Secondo il vicepresidente Usa, solo un anno e mezzo fa «c’erano test nucleari, missili che volavano sul Giappone e c’erano minacce e propagazioni» mentre oggi tutto questo, per fortuna, è concluso grazie alla mediazione degli Usa e della Sud Corea del Presidente Moon Jae-in, più di tutti. Per ora dunque, il messaggio lanciato da Kim è “solo folclore” – come spesso combina il dittatore – ma dovrà essere valutato per bene in modo da scongiurare il più possibile il ritorno a quella tensione che non fece bene a nessuno.