YOUTREND (NOVEMBRE): COSA SUCCEDE SE SALVINI MOLLA IL CDX
Quanto vale oggi il centrodestra? Viste le fibrillazioni interne al governo Lega-M5s è probabilmente questo il quesito di maggiore attualità per tutti gli istituti di sondaggi. Dopo il 4 marzo è in ogni caso complicato immaginare che una volta fallito l’esperimento Salvini-Di Maio si possa tornare ad un centrodestra vecchio stile, come invece auspica Silvio Berlusconi. Come spiegato da Lorenzo Pregliasco di YouTrend e riportato da L’Espresso, una delle ipotesi in campo in caso di nuove elezioni prevede che Matteo Salvini decida di aprire un nuovo corso e lanciare un’opa definitiva sul centrodestra presentandosi agli elettori senza allearsi con gli altri partiti del centrodestra. Il risultato di una manovra simile sarebbe un Parlamento quanto mai frazionato, con uno schema di fatto quadripolare (Lega, M5S, FI-FDI-NCI, PD-alleati-LEU). Secondo YouTrend in questo caso non vi sarebbe una maggioranza chiara, ma la Lega potrebbe essere primo gruppo parlamentare prosciugando gli ex alleati, fortemente penalizzati nei collegi uninominali, portando tra Montecitorio e Palazzo Madama quasi il doppio delle truppe attuali: 230 deputati e 120 senatori. Di più: una nuova – eventuale – intesa tra Lega e M5s vedrebbe questa volta i rapporti di forza ribaltati, con il Carroccio largamente maggioritario in quanto a forza parlamentare rispetto ai grillini. (agg. di Dario D’Angelo)
YOUTREND (NOVEMBRE): QUANTO VALE OGGI IL CENTRODESTRA?
Nel giorno in cui la Commissione Ue ha aperto la procedura d’infrazione contro il Governo italiano per la sonora bocciatura della Manovra, i sondaggi politici prodotti qualche giorno fa da YouTrend potrebbero non essere così tanto “lontani” da un possibile scenario imminente: Berlusconi ha spiegato che «presto ci sarà un Governo di Centrodestra», visto che il rapporto tra Lega e M5s sarebbe secondo lui «logoro e molto rischioso». Ecco, le simulazioni prodotte da YouTrend (e citate oggi dall’Espresso sul portale online) sulla base degli attuali sondaggi dicono che il Centrodestra di nuovo unito – ad oggi – prenderebbe il 43,5% nazionale. In questo modo riuscirebbe a strappare la maggioranza autonoma sia al Senato che alla Camera: in particolare, 334 seggi a Montecitorio e 168 a Palazzo Madama sarebbero i numeri in mano a Berlusconi, Salvini e Giorgia Meloni. Per quanto riguarda gli uninominali previsti dal Rosatellum, il Cdx strapperebbe seggi tanto nelle Regioni Rosse quanto al Sud contro i M5s, rispetto ai risultati del 4 marzo scorso. Le incognite che mettono ancora Salvini in “dubbio” nel mollare l’alleanza con Di Maio riguarda proprio il sistema elettorale – se si torna al voto non è detto che ci sarà ancora il Rosatellum – e poi il consenso stesso dei partiti: un Salvini di nuovo con Berlusconi prenderebbe ancora il 33-34% stimato in questo novembre?
IPSOS (20 NOVEMBRE): REDDITO DI CITTADINANZA BOCCIATO DAL 52%
Nei sondaggi politici espressi da Ipsos in questi giorni convulsi tra Manovra, Decreto Sicurezza e Ddl Anticorruzione, si è provato a tastare ancora il polso degli elettori in merito alla misura forse più “importante” della Legge di Stabilità messa a punto dal Governo M5s-Lega, il Reddito di Cittadinanza. È stato chiesto nello specifico conto degli ultimi studi del Sole 24 ore che hanno dimostrato come a beneficiare del Reddito di Cittadinanza saranno soprattutto i residenti del Sud del Paese: secondo il 34% degli intervistati, tale misura sarà comunque utile perché rilancerà il Sud avversato da decenni ormai di mancanza lavoro e crisi economica. È però la stragrande maggioranza,a il 52%, a bocciare sonoramente la misura messa a punto dal M5s (con notevoli dubbi da parte della stessa Lega di Salvini, ndr) spiegando come «il Reddito di Cittadinanza diventerà solo un sussidio tra l’altro improduttivo». Il 14% dice di non sapere/non voler indicare una preferenza o giudizio in merito al nodo centrale della Manovra gialloverde.
EMG (15 NOVEMBRE): LEGA-M5S “DISTANTI” SU OPERATO DEL GOVERNO
Nel sondaggio invece espresso da Emg interessante è il punto di vista “dissimile” tra Lega e Movimento 5 Stelle in merito ai primi 6 mesi di operato del Governo gialloverde. Se solo il 9% degli elettori dei sondaggi politici di Emg si dice “soddisfatto appieno” delle riforme e proposte di Salvini e Di Maio, sale al 28% per gli elettori grillini mentre crolla al 14% per quelli della Lega. I dati si “raddrizzano” quando viene chiesto un generale “giudizio positivo” su qualche punto dell’operato di Conte & Co.: qui l’88% del M5s e l’82% del Carroccio si esprimono a favore, ma facendo sempre trasparire come per l’elettorato leghista la presenza al Governo assieme con i Cinque Stelle sia tutt’altro che un idillio perfetto. Alla domanda «Secondo lei il Governo sta mantenendo le promesse?» la risposta dei Salviniani è al 34% negativa, mentre è solo il 23 dei grillini a credere che il Governo gialloverde stia fallendo.
INDEX (15 NOVEMBRE): INTENZIONI DI VOTO, LEGA AL 33%
Nei sondaggi politici prodotti da Index Research in questa prima metà di novembre, un dato emerge più chiaro di altri: il vero “spread” di cui il Movimento 5 Stelle e il Premier Conte devono aver paura non è più solo il differenziale economico tra Btp e Bund nei giorni in cui la Manovra italiana si avvia verso la procedura d’infrazione. Guardando i sondaggi elettorali di questo ultimo periodo, la Lega di Salvini è al 33% aumentando ancora di più la forbice con i compagni di governo del M5s scesi fino al 26% dopo le difficoltà emerse sul Decreto Fiscale, il Dl Salvini sulla sicurezza e la frattura con la base “ortodossa”. Il Carroccio vola e mette a serio “rischio” la tenuta della maggioranza: in Parlamento infatti i grillini contano il doppio dei leghisti, ma i sondaggi ribalterebbero ad oggi l’intera situazione. Quanto Salvini terrà fede all’impegno e rimarrà la “seconda forza di Governo”? In attesa di capirlo, i dati per gli altri partiti mostrano ancora l’abissale differenza tra Governo e opposizione: Forza Italia al 7,1%, Pd al 18,2% in leggero aumento. Sciolto Leu (al 2,7%), restano ancora +Europa al 2,3%, FdI al 2,7% e tutti gli altri partiti che messi assieme formano il 6,9% su scala nazionale.
IPSOS (17 NOVEMBRE): TAP, FRATTURA LEGA-M5S
È stato chiesto nei sondaggi politici stilati da Ipsos il 17 novembre scorso cosa ne pensasse il singolo elettore intervistato della annosa vicenda della Tap, il gasdotto in Puglia che è al centro delle discussioni perché parte del M5s non lo vuole (ed è stato eletto per poterlo fermare una volta al Governo, ndr). Ebbene, i dati numerici indicano una profonda “frattura” tra l’elettorato di Lega e M5s piuttosto evidente: solo il 12% vorrebbe bloccare l’opera pubblica, ma di questi vi è un 34% di elettori grillini e solo l’8% di quelli della Lega. Convinti a favore della Tap anche la restante parte del Centrodestra (Fi-FdI-NcI) al 85% e il Partito Democratico con il centrosinistra solo al 5% contrario al progetto legato al gas dall’est Europa.