Hanno insultato un compagno disabile in classe riprendendo la scena di bullismovideo con il cellulare e pubblicando il vergognoso video online. L’ennesimo episodio di violenza avvenuto tra i banchi di scuola a scapito di un soggetto più debole si è consumato nella prima classe di un istituto superiore di Pontedera, in provincia di Pisa. Vittima e protagonisti sono tutti alunni della medesima classe, come riportato da Il Tirreno che ha ripercorso le tappe della vicenda, dagli insulti a scapito del giovane disabile alla pubblicazione del video in cui viene umiliato su Facebook, fino alla sua cancellazione. La vittima avrebbe sopportato fino a quando, stanco di essere il bersaglio dei bulli in classe, ha deciso di raccontare ai familiari che alcuni suoi compagni lo riprendevano con il cellulare. A quel punto, insospettiti dai racconti del figlio, i genitori avrebbero iniziato a scandagliare tutti i profili social dei compagni, fino ad imbattersi in uno in cui compariva il video incriminato che ha portato a far scattare prontamente le denunce.
INSULTI A DISABILE: 3 STUDENTI SOSPESI A PONTEDERA
“Lavati”, “puzzi”: queste le prese in giro seguite dagli insulti a scapito di un disabile alunno di una scuola superiore di Pontedera, il quale dopo aver a lungo subito le umiliazioni dei suoi compagni ha deciso di raccontare tutto ai genitori dai quali sono partite le denunce. Secondo il quotidiano, la famiglia della vittima avrebbe deciso di tutelarsi legalmente rivolgendosi anche al dirigente scolastico. Appena resa pubblica la triste vicenda, il video messo online su Facebook è stato prontamente rimosso mentre la studentessa rea di averlo pubblicato è stata sospesa per due settimane. La scuola ha preso gli opportuni provvedimenti disciplinari anche per altri due giovani considerati coinvolti nella vicenda. Prontamente l’istituto ha convocato un consiglio di classe straordinario con la presenza di docenti e genitori. Il preside ha spiegato: “Sono minorenni e c’è il rischio dell’emulazione. Faremo una segnalazione oltre a quella della famiglia, nel frattempo abbiamo fatto tutto quello che dovevamo per dare risposte ai genitori dell’alunno disabile e anche per evitare che si ripetano episodi di bullismo”.