Il vulcano Etna “osservato speciale” dopo le tante scosse di terremoto che si sono verificate in provincia di Catania, proprio nell’area del complesso vulcanico, nel giro di 24 ore. Medio-basse le magnitudo registrate dalle antenne dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) dove ricordano il sisma di magnitudo 4.8 sulla scala Richter, con le successive repliche. Una delle ipotesi di lavoro allora riconduceva al fenomeno di risalita del magma che diventa una sorgente di stress per le strutture tettoniche in quel versante del vulcano. La stessa pista che gli esperti seguono oggi. Trae origine dal fatto che l’Etna da mesi è in una fase di ricarica magmatica, e lo si osserva anche con la misura della deformazione del suolo che ha mostrato chiaramente un rigonfiamento del cono vulcanico. La fenomenologia è accompagnata da un’attività diffusa che interessa tutta la crosta sotto il vulcano.
ETNA, 40 SCOSSE DI TERREMOTO NELLE ULTIME 24 ORE
Salvatore Giammanco, esperto dell’Ingv di Catania, ha spiegato a MeteoWeb che nell’Etna «c’è del magma nuovo che sta risalendo lungo i condotti e che si sta accumulando nelle profondità del vulcano». A proposito di questo accumulo, Giammanco ha aggiunto che «crea tensione, provoca rilascio sismico e si verificano terremoti». Per l’esperto si tratta allora «di uno sciame sismico legato all’evoluzione naturale del vulcano». Per questo attendono «un evento eruttivo importante rispetto a quelli degli ultimi anni, ma ovviamente non possiamo prevedere ora quando si verificherà». Quel che è certo «è che non accadrà nel breve termine. I segnali di un’imminente eruzione non ci sono ancora, si tratta per ora di sciami profondi, dunque è un fenomeno che avrà un’evoluzione importante solo nel lungo termine». La situazione resta sotto controllo: «Teniamo la situazione sotto controllo e in caso di segnali più importanti avremo tutto il tempo di avvisare e prevenire».