Alza la voce Autostrade per l’Italia, e chiede che l’affidamento della ricostruzione del ponte Morandi, crollato tragicamente lo scorso 14 agosto provocando la morte di 43 persone. Il direttore generale di Aspi, Roberto Tomasi, ha inviato una lettera al commissario straordinario per la ricostruzione Marco Bucci, nonché a tutti gli organi preposti al controllo della concessione per il nuovo viadotto sul Polcevera, in cui si legge: «La ricostruzione della A10 – la lettera pubblicata stamane da Il Secolo XIX – è un obbligo e un diritto, Aspi si riserva di adottare ogni azione a tutela in caso questi obblighi e diritti fossero preclusi». Secondo Autostrade, la società agisce nel pieno delle regole: «Quanto prospettato – si legge – oltreché doveroso ai sensi della convenzione e rispondente agli obblighi dello scrivente, sia pienamente legittimo ai sensi del dl 109 del 2018». Del resto, fino a revoca del governo, Aspi è tenuta al ripristino della rete autostradale danneggiata durante il crollo.
AUTOSTRADE “NON POTETE ESCLUDERCI DAL MORANDI”
Era plausibile che Autostrade non sarebbe stata a guardare dopo che il governo l’aveva tagliata fuori con il Decreto Genova, obbligando la stessa società a pagare la ricostruzione del ponte, ma lasciando l’operazione ad un’altra azienda. Aspi, che sottolinea come “le cause del crollo sono ben lungi dall’essere accertate”, si dice pronta a ricostruire il ponte nel giro di 9 mesi, ad un costo di 224 milioni di euro, collaborando anche con altre imprese e ritoccando il progetto a seconda delle preferenze del commissario Bucci. Sulla vicenda è subito intervenuto lo stesso sindaco di Genova che ha ammesso: «Io non ho visto nessuna diffida formale. Le notizie di questa mattina mi hanno veramente sorpreso: Aspi dice che possono partecipare e hanno mandato il progetto esattamente come tutti gli altri. Non vedo problemi». Il primo cittadino genovese e commissario ha aggiunto: «La libertà di tutti di fare ricorsi c’è però bisogna vedere se sono appropriati o no questi ricorsi». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)