DI MAIO: OBIETTIVO È QUOTA 41
Il Governo con la riforma delle pensioni 2019 vuole introdurre Quota 100, ma l’obiettivo resta Quota 41. Lo ha detto Luigi Di Maio. “Per riuscire a superare le ingiustizie della legge Fornero abbiamo iniziato da quota 100, ma l’obiettivo è arrivare a ‘quota 41’”, sono le parole del vicepremier riportate dal sito del Messaggero. Di fatto, quindi, il leader del M5s riprende un messaggio già lanciato da Matteo Salvini, tanto che spiega che è solo per una questione di risorse che ancora Quota 41 non è stata approvata. Askanews riporta altre parole del ministro del Lavoro, secondo cui Quota 100 consentirà ai giovani di trovare lavoro, complessivamente “da 200 a 600mila occasioni di lavoro”. “Si sbloccano posti di lavoro, non per fare la stessa cosa. Diamo l’opportunità di pensionare persone a fine carriera e reinventarsi processi produttivi interni. ‘Quota 100’ è legata a processi di innovazione”, ha aggiunto per far capire che quindi ci sarà un vantaggio ulteriore con l’approvazione della riforma delle pensioni.
PRESTITO BANCARIO PER GLI STATALI
Quota 100, come noto, potrebbe portare a un trattamento differenziato per i dipendenti pubblici. Insieme alla riforma delle pensioni, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, il Governo starebbe pensando anche a fare in modo che chi lavora nel pubblico non venga penalizzato dal punto di vista dell’attesa per l’erogazione del Trattamento di fine servizio. Per questo si starebbe mettendo a punto un meccanismo con un prestito bancario i cui interessi verrebbero pagati dallo Stato. In questo modo, quindi, i dipendenti pubblici che decidessero di utilizzare Quota 100 potrebbe avere fin da subito il Tfs. Tuttavia dovrebbero comunque dover dare un preavviso prima del pensionamento la cui entità non è stata ancora stabilita. Si parlava infatti di un periodo variabile tra i 3 e i 9 mesi, e sembra probabile che si possa arrivare una soluzione intermedia a 6 mesi, cui andrebbero aggiunti i 3 mesi massimi di attesa relativi alla finestra trimestrale utile per il pensionamento.
DI MAIO E SALVINI: NO PASSI INDIETRO SU QUOTA 100
C’è attesa per l’incontro che avverrà questa sera a Bruxelles tra Jean-Claude Juncker, Giuseppe Conte e Giovanni Tria. Luigi Di Maio ha fatto sapere di attendersi tanto dall’incontro e che la manovra “non è un pacchetto chiuso, ma non ci possono chiedere di mettere le mani nelle tasche degli italiani e togliere soldi e per quanto mi riguarda passi indietro sulla legge Fornero”. Sulla stessa linea anche l’altro vicepremier, Matteo Salvini, secondo cui è possibile apportare dei miglioramenti alla Legge di bilancio grazie all’iter parlamentare. Su questo punto, nello specifico Luigi Di Maio ha detto che si può lavorare su maggiori tagli agli sprechi e a un dismissione degli asset e dei beni pubblici non strategici. Tuttavia dal suo punto di vista “deve essere chiara una cosa, noi siamo arrivati qui per cambiare tutto e per cambiare tutto servono le misure che sono in legge di Bilancio”. Dunque su reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni con Quota 100 non ci sono spazi per dei passi indietro. Anche Giuseppe Conte ha confermato che al massimo ci saranno rimodulazioni nella manovra, senza però rinunciare alle riforme più importanti.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Cesare Damiano insiste: le risorse stanziate con la Legge di bilancio per Quota 100 e la riforma delle pensioni non sono sufficienti. L’ex ministro del Lavoro evidenzia quelli che ritiene essere i punti fragili noti della manovra: “l’1,5% di crescita è irraggiungibile, come ha tentato di dire Tria, e va ritoccato al basso. Sulle risorse destinate a previdenza e reddito di cittadinanza va fatta una operazione-verità: noi siamo favorevoli al superamento della legge Fornero e a un Reddito di Inclusione più robusto di quello esistente, ma sappiamo che le risorse messe a disposizione non sono sufficienti. Il Governo, anziché rimandare il provvedimento su questi temi al prossimo anno, ci dimostri adesso e in dettaglio come si fa, con appena 6,7 miliardi di euro all’anno, a realizzare Quota 100, Opzione Donna, nona salvaguardia degli esodati e blocco dell’aggancio tra aspettativa di vita ed età della pensione”.
In questo senso Damiano ricorda che “ai Governi precedenti, per queste stesse misure, sono stati contabilizzate dalla Ragioneria, dall’Inps e dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio più di 15 miliardi all’anno. Per questo motivo sono state fatte importanti correzioni alla legge Fornero, ma sicuramente parziali. Per proseguire nella strada del superamento della legge Fornero, che noi auspichiamo, occorre dire la verità”. In conclusione, quindi, per il candidato alla Segreteria del Partito democratico, “o si trovano nuove risorse, o si fa una selezione di obiettivi. Altrimenti, i nostri conti saranno giudicati ‘taroccati’ con le inevitabili conseguenze del caso”.