Da Django Unchained a Revenant, passando per Kill Bill e The Nightingale: il revenge movie ha trovato ampio spazio al cinema negli ultimi anni e anche Panos Cosmatos si è aggiunto all’elenco dei registi che si sono cimentati nell’horror con il suo Mandy, presentato nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival 36. Ambientato nel Nord-Ovest Pacifico, nel 1983, il film racconta la pacifica e amorevole esistenza di Red Miller (Nicolas Cage) e Mandy Bloom (Andrea Riseborough): il loro idillio però viene brutalmente distrutto da una setta guidata dal sadico Jeremiah Sand (Linus Roache), con Red che si ritrova catapultato in un viaggio saturo di sanguinosa e infuocata vendetta…
Il dramma che si trasforma in sete di vendetta e in necessità di sfogare le atrocità subite: a Red, all’apice del dolore dopo aver vissuto la tragedia più profonda, non resta che rintracciare e vendicarsi della setta che sembra citare Charles Manson e i suoi adepti. Non mancano le citazioni ad autori illustri, da David Lynch a Nicolas Winding Refn, con Cosmatos che deve fare purtroppo i conti con una sceneggiatura non all’altezza. Scritto insieme ad Aaron Stewart-Ahn, lo script non brilla per linearità e il risultato non può che essere insufficiente: come in Beyond the Black Rainbow, lo spettatore non ha punti di riferimento ed è ancora più grave in questo caso, dato che la pellicola è implicitamente suddivisa in due parti, sia come trama che come proposta registica.
Un film ricco di idee ma inconsistente, con Nicolas Cage che spicca: sulla scia di Face/Off – Due facce di un assassino e Cane mangia cane, l’approccio dell’attore americano si modella alla perfezione sul personaggio ideato dal regista italo-canadese. Ottima la fotografia di Benjamin Loeb, con il colore rosso che, ovviamente, la fa da padrona, mentre resta qualche perplessità sulle interpretazioni di Linus Roache e Richard Brake. Un horror ideale per la seconda serata, che non resterà nella storia del genere rape-revenge, ma che comunque offre un’alternativa quantomeno originale.