Il 7 dicembre viene celebrato Sant’Ambrogio, annoverato fra i quattro principali grandi dottori della Chiesa d’Occidente. L’operato di Sant’Ambrogio ha lasciato segni indelebili nella città meneghina e in particolare nella sua diocesi. Ad esempio, il vescovo di Milano Deodato, eletto nel 600, è stato considerato come un vicario di Sant’Ambrogio. La sua eredità scaturisce dai capi saldi fondamentali della sua esistenza, dall’accoglienza verso le popolazioni lontane all’elevata attenzione rivolta nei confronti della giustizia sociale. Riguardo alla questione religiosa, a lui viene intitolato il canto ambrosiano, in grado di rappresentare un particolare modo di cantare durante ciascuna preghiera e liturgia. A Milano viene a lui intitolata la Basilica di Sant’Ambrogio, una delle più antiche e prestigiose del capoluogo lombardo del quale è il protettore. I vetero-cattolici e luterani lo festeggiano il 4 aprile, mentre i cattolici attuali e gli ortodossi lo commemorano il 7 dicembre. Oggi è considerato uno dei massimi dottori della Chiesa, insieme a San Girolamo, Sant’Agostino e San Gregorio I.
IL PATRONO DI MILANO
Aurelio Ambrogio nasce a Treviri, in Gallia, intorno al 339-340. Terzogenito dopo gli altri futuri santi Marcellina e Satiro, compie gli studi del trivio e del quadrivio e viene condotto verso la vita amministrativa, seguendo le orme del padre e mantenendo sempre una radicata fede cristiana. Diventa avvocato e svolge la propria attività a Sirmio per cinque anni, prima di essere nominato governatore dell’Italia Annonaria a sostegno dell’imperatore Valentiniano. Riesce sempre a tenere sotto controllo la complicata disputa tra ariani e cristiani. Nel 374 viene ordinato vescovo di Milano soltanto sette giorni dopo il suo battesimo. Da ora in poi inizia un’altra vita per Ambrogio, che decide di regalare tutti i suoi beni e possedimenti terrieri ai poveri. Contribuisce alla conversione al cristianesimo di Sant’Agostino, fa costruire numerose basiliche a Milano creando una sorta di quadrato protettivo intorno alla città. La sua attività di politica ecclesiastica prosegue senza alcuna sosta. Scrive opere teologiche e morali contro gli errori dottrinali della sua epoca, lotta contro l’arianesimo e fa in modo che l’imperatore Graziano emani l’editto di Tessalonica, con la quale il cristianesimo viene decretato quale religione di Stato. Introduce la preghiera cantata sotto forma di inno, sfida il paganesimo romano e mantiene un rapporto stretto con la corte imperiale, continuando a professare e difendere la fede cristiana. Al tempo stesso, riesce a portare avanti una produzione letteraria di assoluto rilievo, dedicando buona parte dei suoi scritti all’esegesi biblica, alla morale e all’ascetismo. Non mancano riferimenti alla Vergine Maria, autentico esempio nato nella storia della salvezza. Resta in piena attività politica e letteraria fino alla sua morte, avvenuta a Milano il 4 aprile del 397.
Nella giornata del 7 dicembre, vengono ricordate anche altre personalità religiose importanti, tra le quali il martire della Mesopotamia Sant’Atenodoro, la religiosa e martire Beata Aurora Lopez Gonzalez, l’abate Sant’Eutropio di Saintes, la badessa Santa Fara, la vergine Santa Maria Giuseppa Rossello, il vescovo e martire San Sabino di Spoleto e il vescovo Sant’Urbano di Teano.