Voleva portare a termine un attacco terroristico in Sardegna, ma le forze dell’ordine italiane, confermando la loro eccezionale bravura, sono riuscite ad intercettarlo e ad incarcerarlo. In manette è finito il 38enne libanese Alhaj Ahmad Amin, che stava pensando di infettare le acque con sostanze chimiche altamente nocive come l’antrace, e compiere così una strage. Ma fortunatamente gli uomini della Digos di Cagliari e Nuoro, in un’operazione congiunta, sono riusciti a sventare sul nascere il tentativo di attacco terroristico, ed ora Amin si trova rinchiuso nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros, in attesa di espulsione. Sulla vicenda si è espresso anche il ministro dell’interno Matteo Salvini, che ha voluto complimentarsi con l’ottimo lavoro svolto dalle forze dell’ordine: «Arrestato in provincia di Nuoro un palestinese che preparava un attentato con armi chimiche. Complimenti ai Nocs che dopo più di 2 mesi di indagini lo hanno arrestato con un blitz. GALERA ed ESPULSIONE per questi criminali! #èfinitalapacchia». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ATTENTATO IN SARDEGNA SCOPERTO
Stava programmando un attacco terroristico in Sardegna, ma le forze dell’ordine sono riuscite ad individuarlo e ad arrestarlo. A finire in manette, Alhaj Ahmad Amin, 38enne libanese di origini palestinesi, che la Digos di Cagliari e Nuoro ha bloccato prima che lo stesso potesse infettare l’acquedotto che serve la caserma dell’Esercito del 5° Genio Guastatori della Brigata Sassari, a Macomer. L’operazione, come riferisce l’edizione online de Il Giornale, è nata poche settimane fa, dopo che la polizia ebbe notizia dell’arresto in Libano di un militante Isis, che aveva pianificato l’avvelenamento di una cisterna d’acqua che riforniva una caserma libanese. Un progetto che doveva essere emulato in Europa appunto dal 38enne di cui sopra. Fortunatamente le forze dell’ordine si sono mosse con tempestività, e dopo accurate indagini hanno sventato l’attacco terroristico prima che questo venisse portato a termine. Durante le perquisizioni è stato trovato molto materiale riguardante l’Isis, nonché letteratura e documenti inerenti sostante letali come il pesticida Metomil che più volte Amin ha provato ad acquistare su internet. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SARDEGNA: SVENTATO ATTENTATO
Era pronto ad entrare in azione il 38enne terrorista libanese di origini palestinesi arrestato a Macomer con l’accusa di essere un affiliato dell’Isis. Amini Alhaj Ahmad, questo il nome dell’aspirante lupo solitario, come riportato dall’Ansa aveva prelevato 5.700 euro dal suo conto e si era messo alla ricerca del suo passaporto. Tutti segnali che hanno spinto gli inquirenti che ne monitoravano gli spostamenti da tempo ad entrare in azione convinti sempre di più dell’imminente pericolosità del soggetto dai rilievi informatici sul suo cellulare e sul suo pc, che avevano evidenziato ricerche per l’acquisto di veleni e pesticidi e navigazione sui siti di propaganda jihadista, oltre alla sua fascinazione per la figura di Al Baghdadi. Tra le varie ipotesi ancora da verificare anche quella per cui il terrorista potesse essere diretto alla sede del Comando della Brigata Meccanizzata “Sassari” di stanza a Macomer. (agg. di Dario D’Angelo)
CAFIERO DE RAHO, “ARRESTO DI GRANDE IMPORTANZA”
Un blitz spettacolare, quello avvenuto oggi in Sardegna, dove un presunto terrorista è stato arrestato dagli uomini dei Nocs con l’accusa di stare progettando un attacco con veleno o armi chimiche in qualche località della Regione. Il presunto “lupo solitario” ha 38 anni ed era arrivato in Sardegna da un campo profughi in Libano. Pare avesse regolare permesso di soggiorno. Il procuratore Federico Cafiero de Raho, come riferisce RaiNews, ha considerato l’arresto “di grande importanza” ed ha aggiunto: “L’accusa è di aver aderito allo pseudo stato terrorista islamico, il Daesh, l’Isis. Il soggetto ha progettato una modalità di attacco attraverso la ricina e l’antrace”. L’indagine aveva preso piede già dallo scorso settembre, dopo la comunicazione che a Macomer “un palestinese si stava muovendo per utilizzare degli strumenti nel corso dei mesi successivi durante una prossima festività”. In merito ai suoi presunti progetti però non ci sarebbero ulteriori dettagli. Tali informazioni sarebbero trapelate dopo l’arresto in Libano dell’uomo fermato oggi in Sardegna. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
PREPARAVA ATTENTATI CON ARMI CHIMICHE
Avvelenare la rete idrica di Macomer ma anche presunti attentati con armi chimiche in altre parti della Sardegna e d’Italia: le accuse e le presunte mosse del “lupo solitario” dello Stato Islamico sono sempre più gravi ogni volta che emergono dettagli dei Nocs e della Digos di Cagliari nella maxi operazione andata in scena nella piccola Macomer. Come spiega bene l’Unione Sarda, dopo aver raccolto alcune informazioni dagli inquirenti, pare che vari reparti della Polizia erano in preallarme dalle 2 di questa notte: questa mattina, una volta circondata la zona intorno all’abitazione dell’uomo, è stata messa in sicurezza la popolazione con blocchi in tutta l’area dove avrebbe potuto muoversi l’uomo dell’Isis residente regolarmente con permesso di soggiorno. A quel punto le Teste di cuoio della polizia Nocs hanno aspettato che uscisse di casa e prima che si mettesse alla guida del furgone lo hanno fermato bloccandolo a terra.
PRESO UN “LUPO SOLITARIO” DELL’ISIS IN SARDEGNA
Il presunto terrorista arrestato poco fa a Macomer voleva immettere veleno per topi nella rete idrica del Nuorese; è questa la gravissima accusa contro il “lupo solitario dell’Isis” di 38 anni arrestato nel suo furgone dopo diverse settimane di appostamenti, come spiegano gli stessi reparti Nocs della Polizia in Sardegna. L’uomo aveva un permesso di soggiorno e un documento palestinese ma non è detto che sia effettivamente originario di quell’area: ciò che sembra invece certo e appurato per gli inquirenti è l’appartenenza ad una piccola cellula dell’Isis e che da tempo portasse avanti il progetto di avvelenare con topicidi la condotta idrica potabile. Nella località di Macomer vivono diversi extracomunitari già ben integrati e con figli nelle scuole della provincia: il “lupo solitario” si è nascosto qui per mesi, forse anni, e covava nel segreto il tentativo di attentato che ancora non è chiaro il dove e il quando sarebbe stato poi effettivamente messo in opera.
NUORO, ARRESTATO PRESUNTO TERRORISTA
Spettacolare blitz antiterrorismo in Sardegna nella piccola provincia di Nuoro: la Polizia con i reparti speciali dei Nocs hanno inseguito, bloccato durante una piccola fuga e infine arrestato un presunto terrorista di origine palestinese di cui da tempo seguivano gli spostamenti. Pare stesse progettando un attentato non si sa ancora se in Sardegna o in altre zone d’Italia: al momento, le informazioni giunte dall’isola sono ancora frammentarie e non complete, ma resta il senso di panico infuso nei cittadini della piccola Macomer che questa mattina hanno visto azioni e interventi come se si fosse nel pieno di un set cinematografico. Non era per niente un film però, con diversi reparti dei Nocs giunti da ogni parte della Sardegna per braccare il sospetto, azione poi riuscita con tempestività e senza spargimenti di sangue: insieme al Nocs sono intervenute le squadre Digos di Nuoro e Cagliari con il coordinamento della Dda di Cagliari hanno fermato a Macomer il sospettato di essere in procinto di compiere attentati in Italia.
BLITZ DEI NOCS IN SARDEGNA: LO SPETTACOLARE INSEGUIMENTO
Il palestinese sospetto è stato braccato e fermato dalle teste di cuoio nel pieno centro di Macomer (vicino a Nuoro) dopo che lo stavano pedinando da molto tempo: per i primi testimoni che hanno raccontato alla Nuova Sardegna quanto avvenuto stamattina, «il blitz antiterrorismo è stato spettacolare e ha creato panico nei cittadini». Pare infatti che nel corso centrale di Macomer, gli uomini dei Nocs con giubbotti antiproiettile e volti coperti dal passamontagna hanno bloccato un furgone davanti ad una banca e hanno fermato a terra l’uomo che stava scappando. Come spiegano ancora i colleghi sardi, «L’azione ha creato panico tra i tanti passanti e tra gli stessi clienti e dipendenti di Banca Intesa, che hanno chiuso l ‘ingresso alla banca. Non sono chiari i contorni dell’azione, evidentemente preparata con cura».