La mamma di Catania arrestata con l’accusa di aver gettato per terra e ucciso il figlio di 3 mesi è stata sottoposta oggi all’interrogatorio di garanzia e ha risposto alle domande del Gip, Giuseppina Montuori, alla presenza del PM Fabio Saponara. Come riportato da Sky, all’uscita dal carcere di piazza Lanza il suo legale, l’avvocato Luigi Zinno, ha detto: “È in stato confusionale” perché “non sta bene” e ha “bisogno di assistenza e di aiuto”. Secondo Zinno la detenzione in carcere non è compatibile con le condizioni di salute della sua assistita e per questo ha auspicato il ricovero in una comunità: “Di quel momento non ricorda molto, ma il bambino lo ha sempre voluto e alla domanda se mai avesse pensato di abortire, lei ha detto di no. Si è resa conto di quello che ha fatto, ma non che il lancio potesse provocare la morte del bimbo. Ha momenti di vuoto, anche oggi mentre veniva interrogata davanti al Gip, alcune domande neanche le ha capite. Sia l’accusa che la difesa – ha concluso Zinno – concordano sul fatto che serve il trasferimento in una struttura adatta“. (agg. di Dario D’Angelo)
IL PADRE DEL BAMBINO NON COMMENTA
La 26enne accusata di aver ucciso il piccolo Lorenzo, il figlio di soli 3 mesi morto nella rianimazione della Neonatologia del Garibaldi-Nesima, si è difesa nel corso dell’interrogatorio davanti ai pm dicendo che la sua intenzione era di “gettarlo sul letto e non per terra”. Lo ha detto l’avvocato della donna, Luigi Zinno. Come riportato da TgCom 24, il legale rispetto alla condizione della sua assistita, ha aggiunto:”Quel giorno stava male e aveva chiamato suo padre, che era al lavoro, per dirgli se poteva tornare a casa“. Il nonno del piccolo Lorenzo ha parlato di “incidente“, aggiungendo che la figlia “amava tanto suo figlio“. Accanto a lui anche il padre del bambino, riunitosi alla compagna dopo avere saputo della tragedia, che per il momento ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione sulla vicenda. (agg. di Dario D’Angelo)
IL NONNO, “MIA FIGLIA AMAVA TANTO SUO FIGLIO”
Il nonno del piccolo Lorenzo (questo il nome del bimbo di soli 3 mesi ucciso dalla folle furia della mamma 26enne) è il primo a parlare con la stampa siciliana dopo il dramma avvenuto nella sua famiglia, letteralmente devastata dalla notizia di quanto avvenuto ormai 15 giorni fa. «È stato un incidente, mia figlia amava tanto suo figlio, lo ha voluto con tutte le sue forze. Ha avuto un parto complicato, rimanendo ricoverata per 10 giorni dopo la nascita del piccolo», spiega a Il Giornale di Sicilia il papà della giovane madre ora arrestata nel carcere di Catania. «Aveva già sofferto da piccolo per la perdita della madre. Era depressa e io avevo prenotato una visita specialistica per lei», conclude il nonno dopo l’arresto da parte della polizia di Borgo Ognina. Per quanto riguarda invece il padre del piccolo morto dopo le ripetute cadute per terra, ha preferito non rilasciare dichiarazioni e si è unito nel dolore assieme al suocero a tutti gli altri familiari in questi giorni terribili e tremendi.
LA PERIZIA: “DISTURBI DELL’AFFETTIVITÀ”
È stata arrestata con l’accusa di omicidio volontario la 26enne madre del bimbo di tre mesi che, secondo la Procura di Catania, avrebbe ucciso il piccolo scuotendolo più volte e poi scaraventandolo per terra. In un primo momento la giovane mamma aveva detto che il bimbo di soli tre mesi le era sfuggito di mano e poi avrebbe cambiato la sua versione: al suo avvocato difensore, Luigi Zinno, ha giurato che l’amava e poi ha detto di essersi sentita male. A breve i consulenti della Procura forniranno un quadro più dettagliato ma intanto c’è già una perizia neuropsichiatrica, secondo quanto emerso durante l’odierna puntata di Pomeriggio 5: si parlerebbe a proposito della mamma, che dice di aver sempre voluto quel bambino avuto da un compagno che poi non l’ha riconosciuto, si una affettività turbata e con disturbi di tipo depressivo che porterebbe a un appiattimento emotivo, non fornendo rispetto al senso di colpa e alla perdita del bambino. (agg. di R. G. Flore)
AVVOCATO, “DEPRESSIONE POST PARTUM”
Le indagini del commissariato di polizia Borgo-Ognina sono state coordinate dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro (lo stesso procuratore che ha annunciato a Salvini l’archiviazione del caso-sequestro sulla nave Aquarius) e dopo i primi interrogatori alla mamma 26enne che ha gettato per terra, uccidendolo, il figlio di 3 mesi ora si sono implicati nelle indagini anche l’aggiunto procuratore Ignazio Fonzo e del sostituto Fabio Saponara. Il legale continua a sostenere che il raptus è dovuto ad una lunga e sofferta depressione sia pre che post partum, anche se diversi esperti in materia tendono a dare una spiegazione molto più approfondita: «queste situazioni sono l’esito di circostanze più lunghe, che si sviluppano lentamente. Alla base possono esserci la depressione, un passato familiare difficile, l’abbandono del compagno o l’aver partorito un figlio non voluto, per esempio. Anche se non conosciamo il trascorso di questa ragazza, non è difficile immaginare che le cause possano essere tra queste», spiega la psicoterapeuta clinica a orientamento cognitivo comportamentale Marta Viappiani intervistata questa mattina da Il Giornale.it. In merito alla “mente oscurata” raccontata dalla stessa 26enne ai pm dopo l’arresto, l’esperta dottoressa ha poi aggiunto «Credo che in questo caso si possa parlare di ‘burn out’, che funziona un po’ come il cellulare quando si scarica: quando non ha più batteria si spegne, non importa cosa stia facendo. Probabilmente a questa ragazza potrebbe essere capitata una cosa molto simile».
“SI È SENTITA MALE”, MA RESTA IL MISTERO
Sono state le versioni contraddittorie della giovane madre 26enne a scatenare i dubbi degli inquirenti che indagavano sulla morte del figlioletto di 3 mesi a Catania a far scattare l’arresto. Il neonato, dopo essere stato portato con la testa fracassata in gravissime condizioni, all’ospedale Cannizzaro (poi trasferito al Garibaldi-Nesima, dove è deceduto il giorno dopo il ricovero) secondo la madre sarebbe stato vittima di un incidente. Ai sanitari, come riporta Repubblica, aveva detto che “si era fatto male cadendole accidentalmente dalle braccia”. A sua detta, la caduta del piccolo era stata causata da “una spinta che si era dato da solo”. Successivamente però si era contraddetta e solo dopo aver sentito dei testimoni e nuovamente la madre 26enne, la polizia ha fatto la scoperta choc. A provocare la morte del bimbo era stata la stessa madre dopo averlo scaraventato a terra con forza. “Non so spiegare cosa sia successo”, si è poi giustificata la donna. “Non volevo uccidere mio figlio, lo amavo”, avrebbe aggiunto. Secondo quanto riferito dal suo legale, la donna ha detto di “essersi sentita male” e che la sua intenzione era di “gettarlo sul letto e non per terra”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
UCCIDE FIGLIO DI 3 MESI: CHOC A CATANIA
Raccontare un caso di cronaca come quello avvenuto a Catania lo scorso 14 novembre (ma emerso solo oggi, ndr) non solo non è facile ma è impossibile da “rendere” il dolore e la tristezza che genera nello stesso scrivente in questo momento: una giovane mamma di 26anni ha ucciso il figlio di 3 mesi scagliandolo per terra violentemente, sbattendolo più volte fino a mandarlo in coma. Il piccolo F. L. è stato poi portato all’ospedale Cannizzaro di Catania e intubato successivamente: è morto il giorno dopo, dopo ore di strazio e angoscia per la famiglia del piccolino, specie per chi aveva compiuto tutto questo orrore. Una giovanissima mamma (F.V.S.) che ancora senza alcun motivo “spiegabile” (anche se resta difficile in ogni caso trovare una “motivazione” logica umanamente) ha deciso di “punire” quel piccolo innocente. I tragici fatti sono avvenuti in casa della nonna paterna della ragazza, ancora non sposata: i medici che hanno visitato e cercato di salvare la vita del neonato, hanno riscontrato «un imponente ematoma nella regione parietotemporale destra con numerose emorragie sparse su tutto l’ambito retinico».
CATANIA: IL RAPTUS E L’ORRORE
Orrore e rabbia per quella testa fracassata a soli 3 mesi, con i medici che ovviamente hanno fatto scattare la denuncia e la donna, immediatamente, è stata arrestata: ora è accusato di omicidio aggravato dal fatto di avere agito contro il suo diretto discendente. In un primo momento la donna aveva spiegato che «si era fatto male cadendole accidentalmente dalle braccia a causa di una spinta che si era dato da solo», poi però dopo i primi interrogatori è emerso una aberrante e più cruda verità. Non era “caduto”, ma lei lo aveva lanciato e scagliato più volte per terra: da lì le prime, parziali, confessioni ancora nel buio più totale come “motivazioni” che in qualche frammento ricordano l’orrendo caso di Lorys Stival e Veronica Panarello (tra l’altro sempre in Sicilia). «Avevo la mente oscurata e non so spiegare cosa è successo, ma sicuramente non volevo uccidere mio figlio, non ho mai pensato di ucciderlo perché io lo amavo», sono le prime parole filtrate dai giornali dopo l’interrogatorio col pm di Catania. Ai magistrati poi, spiega il Giornale di Sicilia, la mamma ha spiegato che «si è sentita male e che la sua intenzione era di gettarlo sul letto e non per terra», riporta l’avvocato Luigi Zinno. Lo stesso legale ha iniziato a parlare di “grave depressione post partum” ma è chiaro che ora la Procura dovrà svolgere al meglio tutti i controlli del caso visto il grado e l’orrore di quanto avvenuto a quella povera piccola creatura.