L’ennesima polemica di giornata sulla scia scuola-cultura-politica, con riferimento ovviamente al rischio razzismo, arriva da Codroipo ma rischia di essere un po’ diversa da come è stata presentata questa mattina da mezza stampa nazionale: «la Lega bandisce i bambolotti neri dagli asili di Codroipo», o ancora «il Centrodestra vuole abolire le diverse culture» e cose simili, poi riassunti in toto dalla ex Presidente della Camera Laura Boldrini. Su Twitter la “nemica” di Salvini scrive attaccando sul caso friulano, «Vietati i bambolotti con la pelle scura e i giocattoli di culture diverse: siamo oltre il ridicolo. Risparmiate ai bambini i vostri deliri nazionalisti!». Ma cosa è successo davvero lo si capisce solo qualche ora dopo quando alcune informazioni in più sono emerse e la situazione oggettivamente imbarazzante per il Comune di Codroipo ha assunto sfumature “leggermente” diverse da quelle iniziali: parte tutto dalla decisione del Comune in maggioranza Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia di approvare con successo modifiche al regolamento delle scuole per l’infanzia. Ebbene, un emendamento in particolare ha fatto scattare la polemica prima social e poi ora anche a livello nazionale: «salvaguardia delle differenze socio culturali» è l’oggetto della norma messa in contrasto dal Pd e dalle associazioni cittadine che accusano il Comune di xenofobia e razzismo.
ECCO COSA È SUCCESSO A CODROIPO
Nelle finalità del servizio degli asili, recita l’articolo 2 della norma messa in atto dal Comune di Codroipo (riportato dal Corriere della Sera), «il nido d’infanzia opera…concorrendo alla prevenzione di svantaggio psicofisico e sociale e contribuendo a integrare le differenze ambientali e socio-culturali». Fin qui tutti d’accordo, poi però l’emendamento presentato propone di integrare il testo con «anche assicurando la presenza di materiali ludico-didattici che fanno riferimento alle diverse culture». Ecco, qui il nodo: il 29 novembre scorso la maggioranza approva la norma stralciando quell’emendamento che faceva, di fatto, riferimento al materiale ludico presente nelle scuole, tra cui appunto anche bambolotti “neri”, strumenti musicali che vengono utilizzati in altri Paesi e in generale giochi che ricordano culture diverse. Succede così che il nuovo testo viene subito contestato dalle opposizioni che accusano il Comune leghista di voler “eliminare le tradizioni e le sfumature diverse tra i vari bambini” (cosa che però non è scritta in alcuna norma scritta in quella sede comunale, ndr): «il nido d’infanzia opere…con lo scopo di favorire in ogni bimbo la possibilità di svilupparsi ed esprimersi liberamente contando su interventi educativi che gli consentano senza inibirlo di orientare le proprie energie verso comportamenti in cui egli riesca a stabilire proficue relazioni e a manifestare in modo costruttivo la propria iniziativa e inventiva supportata da adeguati materiali ludico-didattici», si legge ancora sul Corriere della Sera in merito alla stesura finale della norma. Agli attacchi del Pd ha subito replicato il sindaco Fabio Marchetti che a Repubblica spiega «nessun intento xenofobo, il regolamento vuole garantire l’annullamento delle differenze sociali ma non interviene sulle differenze culturali».