Tra venti anni ci potranno essere dei rischi concreti per il pianeta Terra, questo è l’allarme dell’Istituto Superiore della Sanità. I nostri nipoti rischiano di avere problemi a vivere una vita come quella che conosciamo fino a questo momento, all’aria aperta. Ci sono a disposizione, secondo i calcoli dei ricercatori, appena 20 anni per poter rimettere tutto al suo posto. Non sarà facile fronteggiare il riscaldamento globale che sta creando delle difficoltà non evidenti magari nell’immediato, ma che avranno delle ripercussioni devastanti sul lungo periodo. I ricercatori dovranno dunque sensibilizzare riguardo ai possibili rimedi e a come comportarsi anche nelle abitudini del quotidiano. Questo perché in molti non sanno nel concreto come poter aiutare il pianeta. Di certo l’eccessivo smog, l’utilizzo smodato dei condizionatori o dei riscaldamenti e la gestione sconsiderata dei rifiuti non possono che accrescere il problema in questione. Non tutto però si limita a questi tipici episodi, molte altre sono infatti le accortezze che è necessario prendere. (agg. di Matteo Fantozzi)
Obiettivo salvare il pianeta
I nostri nipoti rischiano di non poter stare all’aria aperta, questo è il concreto allarme lanciato dall’Iss (Istituto Superiore della Sanità). Come riportato da Il Messaggero, nella sua versione online, il Presidente dell’Istituto Walter Ricciardi sottolinea: “Non abbiamo più tempo da perdere, ci restano solo due generazioni. I nostri figli e i nostri nipoti rischiano di non poter stare più all’aria aperta. Il rischio è di abitare un pianeta non vivibile a causa dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento”. Questi ha presentato alla stampa il primo Simposio internazionale Health and Climate Change. Questo si apre oggi a Roma e andrà avanti per due giorni fino al cinque dicembre prossimo. L’obiettivo è quello di realizzare una prima Carta internazionale su clima e salute che possa dare una sterzata a una situazione diventata davvero impossibile da sostenere. Inoltre si vuole sensibilizzare su quelli che sono dei rischi da considerarsi assolutamente concreti.
I nostri nipoti non potranno stare all’aria aperta? Il surriscaldamento globale e…
Sono importanti le parole di Walter Ricciardi sul cambiamento climatico che potrebbe portare le prossime generazioni a evitare il contatto con l’aria aperta. Il presidente dell’Istituto Superiore della Sanità spiega: “Le nostre previsioni sono collegate a una serie di fenomeni in atto. Si parte dal riscaldamento globale e arriviamo a un aumento della temperatura con tutte le conseguenze del caso. Si pensi che dei sedici anni più caldi mai avuti dal 1880 quando si è cominciata a misurare la temperatura quindici si sono concentrati dal 2000 ad oggi. Si è avuta quindi un’accelerazione che sta portando migliaia di persone a morire già ora“. Le ondate di calore vanno a colpire l’apparato cardiocircolatorio delle persone fragili. Nel 2003 per questo motivo morirono circa 70mila persone. Inoltre ci sono delle conseguenze indirette come quelle causate dalle zanzare che portano altre malattie soprattutto nei paesi tropicali anche se il virus Nile ha colpito anche l’Italia quest’anno.