I gravissimi fatti di Treviso, dove una donna scopre di avere un tumore dallo smartphone, sono legati a una questione etica. Tra i doveri del medico, come ricorda il giuramento di Ippocrate, c’è quello di essere sempre chiari e vicini al paziente. Delegare un referto sullo smartphone per dare una notizia del genere non può essere accettabile. La polemica alzata dalla donna affetta da un basalioma al braccio è più che lecita, perché invita semplicemente gli specialisti a fare il loro dovere. Di fronte a una patologia così grave infatti ci sono da considerare le possibili ripercussioni psicologiche ed è per questo che il medico è obbligato a parlare in prima persona cercando di spiegare rischi e cure al paziente subito dopo. Vedremo quali saranno le conseguenze per i professionisti che sono implicati nella storia in questione. Fino alla smentita del direttore generale della Usl 2 che sarà ovviamente presa in esame per cercare di capire se la sua giustificazione può essere considerata valida. (agg. di Matteo Fantozzi)
“NESSUN MEDICO MI AVEVA AVVISATO”
Un vero e proprio incubo quello vissuto da Simona, la 44enne di Treviso che ha scoperto di essere affetta da un basalioma al braccio dal display del suo telefonino, senza che un medico la chiamasse per anticiparle ciò che ha dovuto apprendere dal referto inviato online senza alcun preavviso. Una notizia a dir poco scioccante, dagli effetti potenzialmente devastanti, e che per questo motivo avrebbe dovuto essere curata e gestita da personale sanitario abituato a trattare casi del genere. A rincarare la dose è arrivata anche la sorpresa di trovarsi di fronte ad un esito di questo tipo. Simona ha infatti sottolineato come la prassi voglia che “qualsiasi diagnosi di cancro viene comunicata personalmente per le implicazioni psicologiche delicate che ne derivano”. Una tesi smentita dal direttore generale dell’Usl 2, secondo cui “in libera professione, come previsto dalla legge, c’è la possibilità di scaricare i referti online: la risposta è diretta”. Resta il fatto che Simona ha scoperto di avere un melanoma maligno dal suo cellulare. Qualcosa deve cambiare…(agg. di Dario D’Angelo)
LA DIFESA DEL DIRETTORE DELL’USL 2
Una 44enne di Treviso ha scoperto di avere un tumore scaricando la diagnosi sul cellulare. Una notizia scioccante che la paziente avrebbe dovuto ricevere in un ambiente protetto, ma che invece è stata semplicemente pubblicata online. La vittima ha denunciato il tutto a Il Gazzettino, sottolineando come la stessa abbia anche dovuto aspettare due giorni per parlare con qualcuno, visto che la diagnosi le è stata spedita di sabato. Secondo Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl 2, la responsabilità non è tanto dei medici quanto delle norme che vi sono attualmente in vigore, che prevedono che per gli esami fatti in libera professione, i referti si possano scaricare online. «Ci dispiace. Ma l’esame è stato fatto in libera professione. Esce da quello che fa l’Usl attraverso l’Anatomia patologica – spiega Benazzi – in libera professione, come previsto dalla legge, c’è la possibilità di scaricare i referti online: la risposta è diretta. Questi non vengono vagliati. Solo quelli che facciamo a livello istituzionale vengono valutati in base all’esito per poi chiamare le persone in modo da avere un confronto diretto». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SCARICA IL REFERTO SUL CELLULARE: TUMORE
Scoprire di avere il tumore scaricando il referto sul cellulare, da sola. E’ questo quanto accaduto a Simona, 44enne residente nel trevigiano, che ha ricevuto la scioccante notizia mentre stava consultando il proprio smartphone. Il melanoma maligno le è stato diagnosticato lo scorso 21 luglio, e una volta ripresasi dallo choc la donna ha subito scritto all’ufficio relazioni con il pubblico e all’unità di Anatomia Patologica del Ca’ Foncello. La notizia è riportata quest’oggi dal quotidiano Il Gazzettino, sottolineando come la donna sia caduta giustamente nella disperazione, con nessun medico che le aveva anticipato la possibile diagnosi, ne l’aveva preparata a quanto stesse per accadere. Ma ripercorriamo brevemente la vicenda di Simona. Il 6 luglio scorso aveva consegnato il prelievo istologico per un sospetto basalioma al braccio, un tumore maligno particolarmente diffuso. 15 giorni dopo, appunto il 21 luglio, le compare sul display del telefonino la diagnosi, senza che nemmeno un medico la convocasse per preannunciargliela.
SCARICA IL REFERTO SUL CELLULARE: TUMORE
«È inaccettabile – racconta la paziente – la lettura del referto di cancro scaricato sul cellulare senza filtro, senza sostegno, senza contenimento. Ci sono dei principi deontologici basilari – prosegue Simona – senza i quali nessun servizio sanitario può definirsi civilizzato. Non è possibile supporre quali siano le risorse intellettuali, psicologiche, fisiche e spirituali dei pazienti. Non possono essere trattati come è capitato a me». Il 21 luglio era un sabato e di conseguenza Simona ha dovuto attendere due giorni per poter parlare con un medico: «Sapendo che qualsiasi diagnosi di cancro viene comunicata personalmente per le implicazioni psicologiche delicate che ne derivano, ho aperto il referto sorseggiando la tazza del caffè del mattino – ricorda – e ho letto la diagnosi di melanoma maligno. Tra l’altro era sabato. Non ho potuto parlare con nessun medico del reparto. Sono stata costretta ad aspettare fino a lunedì per un confronto diretto».