Dalle indagini che hanno portato all’arresto del pm di Lecce, Emilio Arnesano e di tre dirigenti dell’Asl è emerso un quadro destinato a fare scandalo ancora per molto e rappresentato da prestazioni sessuali, barche a prezzo di favore, battute di caccia pagate dagli imputati e forniture di viagra. Non è un caso se, come riporta Quotidiano di Puglia nell’edizione online, il gip del tribunale di Potenza ha riassunto il tutto parlando di “squallida vicenda giudiziaria”. In merito alla celebre pillola blu, il riferimento è contenuto in un preciso passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare. Scrive in merito il giudice per le indagini preliminari: “Deve evidenziarsi come il non particolare valore dei favori ottenuti (ad esempio scatole di Viagra), nel caso dell’Arnesano, corrisponda ad una non minore tenuità delle sue condotte, ma piuttosto ad una sua più accentuata pericolosità: svendere la funzione giudiziaria per un approccio sessuale”. E poi la vendita di una barca di 10 metri da parte di Carlo Siciliano, dirigente Asl ad Arnesano ad un prezzo più che competitivo: 28mila euro anziché 45mila. Ovviamente in nero. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
EMILIANO “FATTI NON LEGATI AD ATTIVITÀ ASL”
L’arresto del pm di Lecce Emilio Arnesano sta facendo inevitabilmente tremare non solo la Procura ma anche la Asl del capoluogo salentino dopo le pesanti accuse che hanno portato agli arresti anche di alcuni dirigenti sanitari pugliesi. Oltre ad essere accusato di corruzione e abuso d’ufficio, a carico di Arnesano ci sarebbero anche le accuse di favori sessuali da giovani avvocate, in cambio di aiuto nei procedimenti a loro assegnati e negli esami di abilitazione. L’indagine, come spiega Repubblica.it, sarebbe partita dal dissequestro di una piscina abusiva e da una inchiesta nei confronti di un dirigente della Asl di Lecce. Le Fiamme Gialle hanno così potuto registrare nel tempo diversi episodi di corruzione di cui il magistrato si sarebbe macchiato al fine di indirizzare i procedimenti giudiziari a lui assegnati in modo favorevole rispetto a quegli indagati che gli promettevano in cambio favori tale da far parlare di “un collaudato sistema di vendita delle funzioni giudiziarie, in cui garantiva favori a dirigenti e medici della Asl”. A commentare la vicenda è stato anche Michele Emiliano, governatore della Regione Puglia: “Ho preso atto dell’ordinanza e voglio specificare che nessuno dei capi di imputazione ha a che fare con le attività dell’Asl di Lecce”. Toccherà a lui ora nominare un commissario per sostituire il numero uno dell’azienda sanitaria locale. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“FAVORI SESSUALI PER AGGIUSTARE LE INDAGINI SULLA ASL”
L’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Lecce vede molti presunti episodi di corruzione di cui Emilio Arnesano si sarebbe “macchiato” per indirizzare diversi procedimenti giudiziari a lui assegnati in maniera “favorevole” verso gli altri indagati nel mondo Sanità del capoluogo salentino. Dopo gli arresti, il pm potentino Francesco Curcio parla di «un collaudato sistema di vendita delle funzioni giudiziarie, in cui garantiva favori a dirigenti e medici della Asl». Non solo, il pm di Potenza ha addirittura descritto – come riporta “Repubblica” – che Arnesano faceva parte di un «collaudato sistema di vendita delle funzioni giudiziarie, in cui il pm di Lecce garantiva reiteratamente favori a dirigenti e medici dell’Asl, a partire dagli amici di Carlo Siciliano».
ARRESTATO EMILIO ARTESANO
Un autentico “terremoto” è scoppiato nella Procura e nella Asl di Lecce dopo che il pm Emilio Arnesano è finito in manette e con lui anche alcuni dirigenti della Sanità pugliese per scandali e presunti reati. Fa chiaramente più rumore l’arresto del pubblico ministero di Lecce che viene coinvolto in una inchiesta della Procura della Repubblica su ordine del Gip di Potenza. Il motivo, descritto dalle prime fonti del Fatto Quotidiano, previa da presunti favori e prestazioni sessuali ottenuti in cambio di provvedimenti giudiziari: oltre all’arresto, il giudice ha disposto contro Arnesano il sequestro di una barca di sua proprietà oltre che di 18 mila euro in quanto ritenuto «profitto del reato di corruzione». Assieme ad Arnesano il gip di Potenza ha emesso ordinanze cautelari ai domiciliari per altre quattro persone sempre per la medesima inchiesta sulla Sanità salentina: tre dirigenti dell’Asl di Lecce , Ottavio Narracci (Direttore Generale), Giorgio Trianni, Giuseppe Rollo e una avvocatessa Benedetta Martina. Secondo quanto spiega l’Ansa, ordinato divieto di dimora a Lecce per l’avvocato Salvatore Antonio Ciardo.
LE GRAVI ACCUSE CONTRO IL PM DI LECCE
L’accusa contro gli indagati è quella di corruzione in atti giudiziari, con i provvedimenti messi tutti in esecuzione stamani dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Lecce. L’inchiesta è passata a Potenza visto il coinvolgimento diretto del magistrato salentino, ma era comunque nata a Lecce dalle indagini delle forze dell’ordine: secondo quanto spiega il Quotidiano di Puglia, al centro dell’inchiesta degli ultimi mesi un provvedimento di dissequestro disposto dal pm Arnesano, cui fece seguito una relativa richiesta di archiviazione del fascicolo a carico di Trianni. Proprio il dirigente Asl poi avrebbe offerto dei soggiorni con battute di caccia al magistrato leccese; non solo, secondo gli investigatori, il pm è accusato di aver «venduto, in più procedimenti, l’esercizio della sua funzione giudiziaria in cambio di incontri sessuali e di altri favori».