Paolo Meraglia, il “santone” di 70 anni accusato di aver abusato e stuprato numerose donne con la scusa di curarle, è stato condannato oggi dalla quarta sezione penale del tribunale di Torino a 10 anni e 11 mesi di reclusione. Una pena decisamente più bassa rispetto a quella chiesta dalla procura che aveva avanzato la richiesta a 23 anni di carcere. Il santone, come spiega Repubblica.it, era a capo di una setta i cui membri sono tutti stati accusati di violenza sessuale al punto da essere ribattezzata la “setta degli stupri”. Ad aver dato il via alle indagini fu un caso in particolare di violenza su una giovane all’epoca dei fatti ancora minorenne. Il tribunale di Torino ha emesso la sentenza di condanna anche a carico di Luisa Nota, accusa di essere la sua “vestale” e condannata a 2 anni e 9 mesi. La procura aveva contestato alla setta anche il reato di associazione a delinquere finalizzata al reato di violenza sessuale ma non è stato riconosciuto dalla corte. Dopo la sentenza di condanna, Meraglia ha continuato a smentire le accuse a suo carico secondo le quali convinceva le sue vittime con le carte: “Non è affatto vero, erano tutte mie amiche con le quali c’era un rapporto di confidenza”, ha spiegato. E secondo il suo legale difensore, il “santone” avrebbe sempre avuto relazioni consenzienti e “senza alcun rapporto di sudditanza”.
PAOLO MIRAGLIA, SANTONE CONDANNATO: LE ACCUSE
A rappresentare la pubblica accusa nel processo contro Paolo Meraglia, il 70enne ex musicista e professore di matematica, sono stati i pm Fabiola D’Errico e Marco Sanini. A loro detta, il santone nel corso delle sue sedute di cartomanzia “prefigurava pericoli neutralizzabili solo attraverso il compimento di riti esoterici di natura sessuale”. Lui e i suoi adepti li chiamavano “scambi di forza” ma in realtà erano solo rapporti sessuali di gruppo ai quali prendevano parte anche ragazze minorenni. Due gli “apostoli”, uno a destra ed uno a sinistra del maestro, che con la “vestale”, Luisa Nota, sceglievano le vittime, ovvero “le donne giovani”. Ad essere condannato anche il 74enne Biagino Viotti che aveva messo a disposizione uno degli alloggi dove avvenivano gli incontri con il santone, mentre è stato assolto uno degli “apostoli”, il giovane fidanzato della vittima da cui partì l’inchiesta con una storia particolare. Prima di portare la sua fidanzatina da Paolo Meraglia, era stato lui stesso vittima del santone.