Giuseppe Di Tommaso, giornalista Rai e inviato de La Vita in Diretta, ha rivelato a ItaliaSì di essere sopravvissuto lo scorso anno alla folla di piazza San Carlo a Torino. Era il 3 giugno 2017 e nel capoluogo piemontese c’era grande attesa per la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. Quella sera una banda ha spruzzato spray al peperoncino tra la folla che assisteva alla partita dal maxischermo per approfittare del panico e derubare i presenti. Il bilancio fu di una vittima e 1526 feriti. Tra la folla c’era appunto anche Giuseppe Di Tommaso, che dal podio di ItaliaSì ha rievocato quei momenti. «Sento la gente che mi passa sopra. Resto fermo, calpestato dalle persone, o cerco di salvarmi? Pensi alle persone che ti vogliono bene, a chi è rimasto sempre al tuo fianco. Allora trovi la forza di strisciare sul pavimento, tra urla e sangue, per salvarti». Così l’inviato de La Vita in Diretta ha portato la sua testimonianza nel giorno in cui si piange per la tragedia di Corinaldo, in provincia di Ancona.
GIUSEPPE DI TOMMASO, “SONO SOPRAVVISSUTO ALLA FOLLA IMPAZZITA”
Il ricordo di quella notte scuote Giuseppe Di Tommaso, nonostante sia passato più di un anno. «Non dimenticherò mai le voci di quella piazza, gli oggetti abbandonati e gli occhi dei bambini terrorizzati, né le urla dei genitori. Sono situazioni terribili». Il giornalista è abituato per lavoro a raccontare gli eventi, ma in maniera diversa. «È stato terribile. A un certo punto la folla è impazzita: sono stato travolto dalle transenne, la gente mi passava sopra», ha proseguito l’inviato de La Vita in Diretta nel racconto. Di Tommaso ha visto un camioncino in fondo alla strada, quindi ha strisciato per raggiungerlo e mettersi al sicuro. «Ho raggiunto una posizione che per me era salvezza. Mi sentivo protetto ma non capivo cosa stava succedendo. Si parlava di attentato e invece…». E invece era tutta colpa di una banda intervenuta con lo spray al peperoncino per derubare chi era in piazza San Carlo a Torino per seguire la finale di Champions League. «Ho dei segni che non sono visibili, ma sono nell’anima», ha concluso Giuseppe Di Tommaso a ItaliaSì.