Pat “Cacahuate” Manuel è entrato nella storia della boxe: è il primo pugile trans. L’ultima volta che il 34enne americano era salito sul ring era il 2012, in occasione degli U.S. Olympic Trials, ma era una donna. Già allora voleva diventare uomo, ma decise di rinviare l’operazione perché sperava di rappresentare gli Stati Uniti nel primo torneo olimpico di pugilato femminile, in vita delle Olimpiadi di Londra. Un infortunio alla spalla riportato durante un incontro lo costrinse subito al ritiro, ma evidentemente quel problema era il segnale che non doveva perdere più tempo: era arrivato il momento di realizzare il sogno della sua vita. Nel viaggio di ritorno verso casa, Pat Manuel decise di operarsi. Negli ultimi sette anni si è sottoposto a diversi interventi chirurgici e terapie ormonali per diventare uomo, ma ha continuato ad allenarsi duramente per il grande rientro. Voleva dimostrare a tutti, ma in primis a se stesso, che poteva diventare il primo pugile transgender professionista nella storia della boxe. E così è stato.
PAT MANUEL, IL PRIMO PUGILE TRANS DELLA BOXE
Al Fantasy Springs Casino di Indio, in California, Pat “Cacahuate” Manuel ha fatto la storia della boxe. Ha battuto il messicano Hugo Aguilar ai punti ed è entrato di diritto e a pieno titolo nella classe super-piuma. Ma non è per questo che ha fatto la storia: è il primo pugile transgender. «Se solo la gente sapesse cosa c’è voluto e quante ne ho passate per arrivare a questo momento. Tanto di cappello al mio avversario, voglio ringraziarlo: è venuto qui per combattere sul serio, mi ha affrontato per tutto il tempo come un vero uomo», ha dichiarato il 34enne americano al termine della sfida. La decisione di cambiare sesso non ha provocato scandali in famiglia, anzi è stata una sorta di liberazione. «Pat è sempre stato un maschio, semplicemente il suo sesso non è stato assegnato correttamente alla nascita», ha dichiarato sua madre Loretta. Non sono mancate le difficoltà: la California State boxing commission si è mostrata riluttante nel concedergli il permesso di combattere nella categoria maschile, ma il Comitato olimpico internazionale ha dato il via libera alla partecipazione degli atleti transgender, sbrogliando la matassa.