CONTE E SALVINI CONFERMANO TAGLIO PENSIONI D’ORO
Dalla Lega arriva una smentita circa la possibilità che la Quota 100, prevista con la riforma delle pensioni 2019, possa essere varata per un solo anno. Rainews riporta le parole di Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato del Carroccio: “Che senso avrebbe far durare un anno una misura di questo tipo? Avrebbe solo un senso prettamente elettorale, forse sarebbe vista dai mercati come un tentativo di arrivare alle elezioni europee per poi far cadere l’esecutivo e andare a nuove elezioni. Ma questa non è la nostra intenzione”. Matteo Salvini, invece, ha confermato che il taglio delle pensioni d’oro si farà, perché è nel contratto di governo e rappresenta “un segnale di giustizia e equità sociale”. Il vicepremier ha però evidenziato che “sulla forma con cui intervenire il dibattito è aperto”. Anche Giuseppe Conte, secondo quanto riporta l’Ansa, avrebbe spiegato ai sindacati che c’è l’intenzione di intervenire sulle pensioni d’oro e che “farlo è una misura di equità sociale”. Il Premier ha anche detto che si sta compiendo una valutazione sulle relazioni tecniche per capire l’impatto economico di Quota 100 e che a Bruxelles è stato detto “più volte che la Fornero non è un totem”.
DI MAIO: TAGLIO PENSIONI D’ORO VA FATTO
La manovra contenente la riforma delle pensioni con Quota 100 è oggetto di un negoziato tra Italia e Commissione europea. Luigi Di Maio ci tiene a far sapere che “se si vogliono trovare delle soluzioni di compromesso tra Italia e Ue bene, sono il primo a spingere in quella direzione”. Tuttavia, il ministro del Lavoro non può non notare che “il bilancio dello Stato è di centinaia di miliardi di euro, noi spendiamo 15 miliardi per mandare in pensione le persone e per trovare lavoro a giovani e meno giovani e tutti pensano a questi 15 miliardi invece che a tutti i soldi da tagliare e da rimodulare. Qui si sta chiedendo di rinunciare alle uniche due misure irrinunciabili”. E a proposito di misure irrinunciabili, il vicepremier ha chiarito che le pensioni d’oro “si devono tagliare, su questo non si discute. Ribadiremo la nostra posizione al presidente del Consiglio nelle riunioni di maggioranza”. Rispetto al rapporto con gli alleati della Lega su questo tema, Di Maio ha detto di essere sicuro “che raggiungeremo una soluzione perché nessuno è così suicida da voler bloccare il taglio delle pensioni d’oro in un momento in cui gli italiani sono arrabbiati”.
IPOTESI QUOTA 100 PER UN SOLO ANNO
Il Governo continua a lavorare sulla messa a punto della Legge di bilancio per cercare anche di arrivare a un accordo con la Commissione europea per evitare la procedura di infrazione. Secondo quanto scrive Repubblica, una delle ipotesi sui provvedimenti che potrebbero essere graditi a Bruxelles riguarda la riforma delle pensioni con Quota 100. Dato che la Legge Fornero viene considerata positivamente dall’Europa, “una sua modifica costituirebbe un allarme. Altro discorso, invece, se l’intervento potesse assumere un carattere non strutturale. Se, ad esempio, riguardasse solo le finestre previdenziali del 2019 anche per dare definitiva soluzione a una problema che si è rivelato pesantissimo dal punto di vista sociale e non procrastinabile come quello degli esodati. E se si prevedesse la riapertura di ulteriori finestre negli anni successivi solo con la effettiva compatibilità economica: se i conti sono a posto, si prosegue altrimenti si rinvia”. In una ipotesi di questo tipo, quindi, ci sarebbe di certo un impatto sui conti del 2019, ma nulla di certo sui due anni successivi, cosa che potrebbe essere considerata positivamente dall’Ue.
L’EFFETTO SOSTITUZIONE LIMITATO
Una delle ragioni con cui il Governo porta avanti la riforma delle pensioni con Quota 100 è la possibilità di stimolare un importante ricambio generazionale nel mercato del lavoro che aiuterebbe l’occupazione giovanile. Una tesi che non convince Paola Profeta, secondo cui “la riduzione dell’età pensionabile e conseguente uscita anticipata degli anziani dal mercato del lavoro non necessariamente comporta un aumento dell’occupazione dei giovani. Le stime parlano di una sostituzione o inesistente o molto bassa”. Il Sole 24 Ore riporta anche quelle che la professoressa di Scienza delle Finanze all’università Bocconi di Milano ritiene siano le cause di tale fenomeno: “In primo luogo, la sostituzione si basa sull’ipotesi che esista un numero fisso di posti di lavoro (e quindi chi esce lascia il posto a chi entra), ma il mercato del lavoro non funziona in questo modo così semplicistico. Secondo, è difficile pensare che il lavoratore giovane e anziano siano equivalenti per le imprese, date le loro diverse competenze, esperienze, capacità. Sappiamo inoltre che in passato i prepensionamenti – pratica diffusa in vari paesi europei – non hanno portato a una riduzione della disoccupazione giovanile”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Cesare Damiano si rivolge a Matteo Salvini per spiegare che anche lui vorrebbe superare la Legge Fornero e varare una riforma delle pensioni con Quota 100, tanto che ha lavorato a lungo nella scorsa legislatura per questo obiettivo, portando a casa “otto salvaguardie degli esodati, Opzione Donna, Ape, precoci e rallentamento del legame tra età della pensione e aspettativa di vita”. Il tutto utilizzando circa 20 miliardi di euro. “Adesso a Salvini chiedo di spiegarci, nel dettaglio, come si procede e con quali risorse per mantenere tutte le promesse fatte. Aspetto con ansia l’emendamento o il decreto che dovrebbero finanziare: Quota 100, proroga dell’Ape sociale, 41 anni di contributi, Opzione Donna, nona salvaguardia degli esodati e blocco dell’aspettativa di vita. Siamo sicuri che con meno di 7 miliardi all’anno si possa fare tutto questo?”, chiede l’ex ministro del Lavoro.
Damiano avverte poi il vicepremier che “l’importante è non fare promesse che poi non possono essere mantenute, anche perché sarebbe ora di interrompere una campagna elettorale permanente”. Da questo punto di vista, ricorda l’ex deputato dem, “l’ora della verità, con il passaggio al Senato della legge di Bilancio ‘fantasma’, è ormai vicina”. A suo modo di vedere occorrerà prorogare l’Ape social “per non punire, altrimenti, chi svolge i lavori gravosi, le donne e chi è disoccupato”. Ma dal Governo vorrebbe anche sapere cosa intende fare “a proposito dei 41 anni di contributi, di Opzione Donna e della nona salvaguardia degli esodati”.