C’è una nota di amarezza nelle parole di Clarence Seedorf, ospite a “Pressing” su Canale 5, nel parlare della sua esperienza da allenatore del Milan. L’arrivo in panchina lasciando il Botafogo dove ancora giocava da calciatore, il “tradimento” (forse) di alcuni elementi della vecchia guardia rossonera e il gelo con Berlusconi e Galliani culminato nell’esonero a fine stagione. L’ex numero 10 rossonero torna su quei mesi da allenatore:”Ho fatto degli ottimi numeri – ha dichiarato l’olandese -. Il Milan era in difficoltà e sono venuto ad aiutarlo. Mi sono sentito molto solo in quel periodo ma nonostante ciò abbiamo creato un gruppo unito per fare numeri importanti: 35 punti in 19 partite, con un gioco accettabile. Ero pronto per iniziare la nuova stagione ma hanno preso altre decisioni“. C’è anche una puntura per il suo successore in panchina, quel Filippo Inzaghi oggi in crisi di risultati a Bologna:”Avrei voluto la fortuna di Inzaghi che può continuare a perdere e a restare in panchina“.
SEEDORF, “ECCO PERCHE’ LASCIAI IL BOTAFOGO”
Fu una chiamata di Silvio Berlusconi in persona a convincere Clarence Seedorf a lasciare il Botafogo e a guidare il Milan. Il Puma rossonero, oggi c.t. del Camerun, decise di accettare la proposta poiché appagato dalla sua carriera da calciatore: “Sono molto soddisfatto, solo per questo motivo ho mollato tutto da un giorno all’altro per venire ad allenare il Milan. Dopo 24 anni ero pronto per una nuova sfida. Non ho mai vinto il Pallone d’oro, ma anche tantissimi campioni con cui ho giocato non l’hanno conquistato. Sono stato ripagato in maniera molto importante con le vittorie nei club con cui ho giocato. Poi anche per le scelte tattiche che ho spesso dovuto fare, non sempre ho giocato da numero 10 ma per molto tempo ho fatto il centrocampista a tutto campo e questo ha tolto un po’ di protagonismo“. Infine un pensiero su Istanbul e quella finale “maledetta” persa ai rigori contro il Liverpool dopo essere stati rimontati da 3-0 a 3-3:”Noi siamo arrivati a quella finale passando il turno in modo molto fortunato contro il Psv. Per quanto sia stata dura da accettare mi rode molto di più la sconfitta contro il Deportivo la Coruña: quell’anno potevamo fare il ‘Triplete“.