Un comico ateo scopre Dio: questa è la storia di Michael Ray Kingsbury ed è lui stesso a raccontarla. “Per me, essere un attore comico e un cristiano erano due visioni opposte”. Le mie chiese, dice, erano i bar, i teatri, e i ristoranti dove lavoravo. A dire così è il comico americano Michael Ray Kingsbury. Cresciuto nella Chiesa metodista, in un articolo pubblicato dal sito Christianity Today, spiega che nessun episodio particolare lo allontanò dalla fede, semplicemente prese un’altra strada. Continuava anche ad andare ogni tanto a messa o a leggere la Bibbia, quando però leggeva il passo di Matteo, 10:37 (“Chiunque ama il padre o la madre più di me, non è degno di me”) chiudeva il libro e lo lasciava lì. “Il problema” spiega “era che non ero a mio agio con il concetto di fare di Dio la cosa più importante della mia vita: più importante di tua moglie, di tuo figlio, del tuo cane. L’unica cosa che volevo era fare il comico”.
IL COMICO ATEO CHE SCOPRE DIO
Così cominciò la carriera ottenendo ben presto un buon successo: “Il successo per significava la soddisfazione totale”. Ma le cose non stavano proprio così. Un caro amico e collega morì dopo malattia. “Organizzai una serata in suo ricordo in cui pensavo di far ridere la gente con le sue battute, ma mi trovai muto e senza parole. Mi chiesi se aveva creduto in Dio e come mai non ne avessimo mai parlato, mi resi conto che fare l’attore comico non ti dava alcuna risposta sulla vita”. Tornò a messa, ma neanche lì trovava risposte, ed ero abbastanza furioso, dice: “Alla fine mi resi conto che l’unica cosa che valeva la pena era cercare la gratitudine in mezzo alle piccole e grandi esasperazioni della vita quotidiana ad esempio quando mio figlio non voleva andare a scuola o altri problemi e a inventarmi qualcosa di divertente. Più pensavo a Cristo e a quanto aveva sofferto per me, più ridevo dei miei problemi”.