Filippo Roma, nonostante la diffida ricevuta dalla redazione de Le Iene, ha chiamato in causa direttamente Tiziano Renzi dopo aver contattato e raccolto le testimonianze dei lavoratori che non hanno ricevuto i dovuti contributi previdenziali per la sua società. Tiziano Renzi ha definito “fake news” la sentenza che ha condannato la società della quale era presidente. Le Iene hanno specificato come Tiziano Renzi non abbia ricevuto condanne personali ma le società a cui faceva capo invece sì. Renzi ha anche scherzato affermando di voler spendere per se stesso gli eventuali soldi di un risarcimento per diffamazione. Filippo Roma nel servizio ha anche chiamato in causa Matteo Renzi, che ha sottolineato le differenze con il padre di Luigi Di Maio, al centro del caso del lavoro nero di qualche settimana fa. Ed ha spiegato come il padre dell’attuale vicepremier abbia ammesso di aver fatto lavorare in nero degli impiegati, mentre Tiziano Renzi ha subito condanne per irregolarità contributive contestate e per le quali non ci sarebbero responsabilità personali, ma solo legate alle società gestite. (agg. di Fabio Belli)
VIDEO: IL NUOVO SERVIZIO DE “LE IENE” SU TIZIANO RENZI E IL LAVORO NERO
LA DIFFIDA NON FERMA LE IENE
La diffida mandata da Tiziano Renzi a “Le Iene” non ferma il programma di Italia 1, che manderà comunque in onda il servizio sugli immigrati strilloni non in regola. Lo rivela TiscaliNews, che ha aggiunto particolari all’intricata vicenda. La diffida sarebbe stata inviata dallo studio legale di Luca Mirco, avvocato di Tiziano Renzi e Laura Bovoli, per costringere la trasmissione al silenzio. Nel servizio realizzato da Filippo Roma si parla infatti delle vicende legali di alcune società, in passato di proprietà del padre dell’ex premier, che hanno avuto contestazioni legali da parte di diversi dipendenti, spesso immigrati. Nella diffida ci sarebbe l’esplicita richiesta a non trasmettere il reportage che prende spunto da uno di Giacomo Amadori e del quotidiano La Verità. Dopo lo stop imposto domenica, andrà comunque in onda questa sera. Nel documento, visionato dal Fatto Quotidiano, viene sostanzialmente vietato anche un ipotetico accostamento tra Renzi senior e il padre di Luigi Di Maio. «Diffida dal mandare in onda servizi… contenenti improvvide associazioni tra fattispecie di recente attualità politica totalmente differenti nei fatti, nei presupposti e nelle ipotesi di illeciti prospettati». L’avvocato Luca Mirco ha anche precisato l’importanza di chiarire i fatti. (agg. di Silvana Palazzo)
TIZIANO RENZI DIFFIDA LE IENE, M5S PROTESTA
Polemica tra Tiziano Renzi, Le Iene e Movimento 5 Stelle. Tutto parte da una diffida mandata dall’avvocato del padre dell’ex premier a Mediaset, per la quale è saltato un servizio che doveva essere trasmesso dalla trasmissione di Italia 1 in merito al presunto caso di “lavoro nero” nell’azienda di Tiziano Renzi, emerso nei giorni scorsi sulle pagine del quotidiano La Verità. Il servizio doveva andare in onda domenica sera, infatti Renzi senior aveva parlato in un post social, e con dovizia di particolari, dell’intervista con Filippo Roma. Ma non è mai andato in onda. Il M5s, che nelle ultime settimane è finito nel mirino della trasmissione per il cosiddetto “caso Di Maio”, ha duramente attaccato la famiglia dell’ex premier. «Domenica sera tanti hanno passato la serata a vedere Le Iene. Sapevano che avrebbero dovuto fare il servizio sui lavoratori in nero nell’azienda del padre dell’ex premier Matteo. Lo stesso Tiziano ha raccontato con dovizia di particolari la sua intervista con Filippo Roma in un post. Anche noi abbiamo aspettato e aspettato, ma voi lo avete visto il servizio?», ha scritto M5s su Facebook.
LA REPLICA AI GRILLINI
Il Movimento 5 Stelle ha raccontato nel post di aver raccolto informazioni sulla vicenda scoprendo che Tiziano Renzi «ha mandato una diffida». Quindi è partito subito l’attacco: «Ah ecco! Basta una diffida per bloccare un servizio sgradito? E la libertà di stampa con cui Renzi quotidianamente si sciacqua la bocca dove è finita?». Non si è fatta attendere la replica di Tiziano Renzi, che ha citato anche il sottosegretario all’editoria Crimi. «Alcuni parlamentari del Movimento cinque stelle parlano in modo improprio di lavoro nero nella mia azienda. Si tratta di un’accusa gravissima e falsa». Ma il padre dell’ex segretario del Partito Democratico ha anche chiesto ai parlamentari che ne stanno parlando, «affermando queste falsità», di «rinunciare all’immunità parlamentare quando il mio avvocato chiederà loro i danni». La replica di Tiziano Renzi è arrivata via Facebook. Nei giorni scorsi aveva spiegato che i collaboratori della sua azienda venivano pagati «in contanti, ma era tutto regolare».