Dopo 10 anni anni i presidi scolastici hanno il loro nuovo contratto firmato nel mondo scuola: una sempre maggiore equiparazione ai dirigenti pubblici dello stesso comparto almeno per la retribuzione della parte fissa. L’aumento degli stipendi per i dirigenti scolastici è una delle notizie che da oltre 5-6 anni affollava, ogni inizio Governo, i report tra sindacati, associazioni scolastiche e Ministero dell’Istruzione: nella notte tra il 13 e il 14 dicembre è stata siglata dai comparti nazionali dei sindacati scolastici e dal Miur il nuovo contratto dei presidi con un aumento netto di 135 euro a partire dallo scorso gennaio 2018 e con l’equiparazione, appunto, della parte fissa di stipendio come i dirigenti di settore. Tra le altre principali novità del nuovo Contratto Presidi, riportate da La Tecnica della Scuola, troviamo il riconoscimento della possibilità di ottenere il rientro al ruolo di provenienza entro i primi 5 anni di ruolo, ma anche la possibilità di delegare funzioni e potere di firma in caso di assenza.
AUMENTO STIPENDI PRESIDI DOPO 10 ANNI
Del tutto soddisfatta la Cisl Scuola che ha combattuto anche in questi ultimi mesi per trovare l’accordo compiuto con il Ministero Bussetti e i nuovi tecnici del Miur: «Si tratta di un obiettivo di grande significato politico, da tempo perseguito e finalmente raggiunto con un contratto che anche per questo assume una rilevanza straordinaria», spiega Maddalena Gissi, segreteria generale del sindacato confederale. Non solo, sempre secondo la responsabile Cisl Scuola «è una trattativa che si è rivelata delicata e complessa, ma che alla fine vede premiato il nostro impegno. È un risultato che la CISL Scuola ha inseguito con determinazione, per chiudere il cerchio di un rinnovo contrattuale lungamente atteso e completare così il buon lavoro fatto col rinnovo del CCNL di comparto». Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, le risorse messe a disposizione nella scorsa legge di bilancio e della prossima, l’equiparazione della retribuzione di posizione parte fissa dei Presidi a quelle dei colleghi Dirigenti vedrà 37 milioni nel 2018, 41 milioni nel 2019, 96 milioni a decorrere dal 2020. A tutto questo si andrà ad aggiungere una quota di 35 milioni del Fondo Unico Nazionale.