TENSIONE LEGA-M5S SU PENSIONI D’ORO
Se in tema di riforma delle pensioni Quota 100 unisce Lega e Movimento 5 Stelle, l’intervento sugli assegni più alti rischia di segnare un’altra divisione tra i due partiti di Governo. Paolo Grimoldi, intervistato da Repubblica, spiega che la linea del suo partito è quella di “intervenire ma salvaguardando chi ha pagato i contributi. Se hai una lauta pensione, ma hai versato il giusto, l’assegno è comunque giustificato da quello che hai pagato lavorando. È invece corretto intervenire su chi gode di un assegno non giustificato dai contributi”. Riguardo proprio ai rapporti con l’alleato di Governo, il deputato della Lega spiega che “una delle colonne del contratto di governo è il superamento della Fornero: il tema delle pensioni regge l’accordo di governo. Se loro non dovessero mostrare consapevolezza di questo, diventerebbe un problema serio. Se si riusciranno a tutelare le pensioni più laute che hanno pagato i contributi, mantenendo gli altri interventi sulla previdenza, sarà un compromesso accettabile. Vediamo che piega prende nei prossimi giorni la definizione delle misure, martedì o mercoledì avremo la risposta”.
FLAT TAX PER I PENSIONATI CHE RIENTRANO IN ITALIA
La manovra potrebbe portare una novità in tema di riforma delle pensioni che va oltre Quota 100. Un emendamento presentato dalla Lega, prima firma Alberto Bagnai, chiede infatti di introdurre una flat tax agevolata del 7%, della durata di cinque anni, per quei pensionati italiani che si siano trasferiti all’estero da almeno cinque anni e che decidano di tornare a vivere in Italia, specificatamente in alcune regioni: Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia. Di fatto, quindi, si andrebbe in parte verso quanto promesso questa estate da Matteo Salvini, che aveva proposto di introdurre delle zone di fiscalità privilegiata per i pensionati nelle regioni più svantaggiate. Come spiega Il Messaggero, un emendamento simile è stato presentato da Fratelli d’Italia, con un’apertura anche ai pensionati stranieri comunitari. L’idea è quella di cercare di alimentare il circuito dei consumi interni, soprattutto nelle aree del Paese più economicamente svantaggiate.
DAMIANO CHIEDE SALVAGUARDIA ESODATI
Cesare Damiano, nei suoi 100 secondi trasmessi su ReteSole, ha ricordato che ci sono ancora circa 6.000 esodati che non sono rientrati nelle otto salvaguardie finora approvate e per i quali occorre trovare una soluzione. L’ex ministro del Lavoro ha quindi rivolto una domanda all’esecutivo e al ministero del Lavoro in particolare: “Pensate che il problema si risolva con l’Ape sociale?”. “Noi non pensiamo che si possa risolvere in questo modo o con Quota 100”, ha aggiunto Damiano, specificando che ci vuole “un intervento ad hoc, che si chiama nona salvaguardia o qualcosa di equivalente ritagliato su misura per le specifiche condizioni di queste lavoratrici e di questi lavoratori”. A sostenere la causa degli esodati ancora non salvaguardati c’è anche Ciro Formisano, che è intervenuto a “Linea Notte”, su Rai 3, parlando del suo libro “L’esodo”, da cui ha tratto anche l’omonimo e premiato film dedicato proprio agli esodati e al dramma che alcuni di loro hanno vissuto e altri ancora stanno vivendo in attesa di una soluzione.
ODG PER LA PROROGA DI OPZIONE DONNA
Prosegue la discussione della Legge di bilancio approdata alla commissione Bilancio del Senato, dove è stato approvato un ordine del giorno presentato dai membri del Pd. Il testo, nell’ambito dei fondi stanziati per la riforma delle pensioni con Quota 100, chiede al Governo un impegno “a dare concreta e positiva risposta alle legittime aspettative delle tante donne che hanno sollecitato la proroga delle disposizioni che consentono l’anticipo pensionistico, attraverso la cosiddetta ‘opzione donna’”, anche perché “a favore di tale misura, nel corso degli ultimi anni e anche nei mesi passati, c’è stata una forte mobilitazione delle donne, delle rappresentanti del Comitato Opzione Donna e delle organizzazioni sindacali” e “in risposta a tali sollecitazioni, secondo le dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro del lavoro e delle politiche sociali, la proroga delle suddette disposizioni avrebbe trovato spazio nella legge di bilancio”. L’approvazione dell’odg è stato accolto con soddisfazione da Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione donna social.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Graziano Delrio ha annunciato che il Partito democratico voterà contro la riforma delle pensioni con Quota 100, al pari di altri partiti dell’opposizione. Cesare Damiano fa sapere di essere “in totale dissenso rispetto a queste affermazioni e penso che posizioni di questo genere abbiano portato e porteranno il Pd alla sconfitta”. L’ex ministro del Lavoro non solo ricorda di aver di fatto inventato il sistema delle quote, ma che “il Pd ha cercato di fare Quota 100 nella passata legislatura, ma le risorse che ci sono state chieste da Ragioneria, Ufficio Parlamentare di Bilancio e Inps, erano talmente elevate da non consentirci di fare una riforma radicale del sistema pensionistico che superasse le rigidità della legge Fornero”. Tuttavia si è riusciti a stanziare 20 miliardi di euro per diversi interventi, come la proroga di Opzione donna e l’avvio dell’Ape social. “Ridurre il danno, però, non è stato sufficiente. Su questa strada bisogna dunque proseguire”, è l’invito di Damiano.
“Questa deve essere la scelta sociale del Pd. Non dobbiamo trasmettere ancora una volta l’idea che il Partito democratico non presti attenzione agli ultimi e a coloro che hanno pagato maggiormente il conto salato della crisi. Bisogna invece incalzare il Governo a mantenere le promesse fatte. Purtroppo le risorse messe a disposizione, che verranno ulteriormente tagliate dall’Europa, non basteranno. Il Pd rivendichi la lotta alla povertà, la flessibilità previdenziale con le Quote, i 41 anni di contributi, la prosecuzione di Opzione Donna e la nona salvaguardia degli esodati”, aggiunge.