Il sequestro di Andrea Calevo, giovane imprenditore ed erede dell’azienda di famiglia, rapito il 16 dicembre 2012 a Lerici sarà al centro della nuova puntata di Commissari – Sulle tracce del male, il programma in onda nella terza serata di oggi, sabato 15 dicembre, su Raitre. Le indagini che portarono alla liberazione di Calevo furono condotte dal commissario Fausto Lamparelli che, insieme a Pino Rinaldi ripercorreranno le fasi di una inchiesta accurata e senza sosta che non trascurò alcun particolare. Tutto ebbe inizio una sera di dicembre di sei anni fa: erano circa le 20.45 quando quattro malviventi con il volto coperto da un passamontagna e armati di pistola fecero irruzione nella villa di Lerici della famiglia Calevo. Atteso il rientro del giovane Andrea e lo portarono via. I responsabili del sequestro chiedono un riscatto di otto milioni di euro. In mano agli inquirenti, solo poche certezze: le indagini partono da un furgone bianco Peugeot Ranch che, proprio la sera del 16 dicembre, poco dopo le 21.25 viene ripreso dalle telecamere di sorveglianza di un magazzino distributore di abbigliamento insieme all’Audi A1 di Calevo che successivamente fu fatta finire nel fiume Magra. Pochi minuti dopo, infatti, le medesime telecamere immortalarono solo il furgone sulla via del ritorno, a dimostrazione che il mezzo seguiva chi aveva il compito di far sparire l’auto del ragazzo rapito. Poche ore dopo, i tecnici della polizia avevano già piazzato le cimici sul furgone. Da quel momento in poi, i responsabili del sequestro iniziarono a commettere una serie di clamorosi errori.
ANDREA CALEVO, IL SEQUESTRO E LE INDAGINI
Appena cinque giorni dopo il sequestro di Andrea Calevo, la famiglia ricevette una lettera nella quale veniva chiesto il riscatto: sulla missiva fu ben riconoscibile una impronta di Pier Luigi Destri, anziano imprenditore 70enne, il quale fu ritenuto la mente del rapimento, nonché il proprietario del furgone. Ad incastrarlo furono anche i suoi telefoni cellulari: entrambi agganciarono la cella della zona da cui partì la telefonata di rivendicazione del sequestro. Il giorno del rapimento, invece, in modo furbo aveva deciso di lasciarli a casa determinando un buco di diverse ore, confermato anche dalle numerose telefonate tutte senza risposta da parte della giovane fidanzata albanese di Destri. Le altre persone coinvolte nel sequestro furono il nipote dell’anziano imprenditore pluripregiudicato, Davide Bandoni, 23 anni, e Fabijon Vila, albanese di 20 anni. Dalle indagini fu possibile fare leva proprio sulle intercettazioni delle conversazioni tra Destri e il nipote dalle quali emergeva la condizione di prigionia nella quale versava il giovane imprenditore. Una delle conversazioni chiave dell’inchiesta dalla quale i magistrati sono arrivati poi a un filmato che incastra nonno e nipote, riguarda in particolare una pizza per il sequestrato. Il gps installato sul furgone registrò proprio la strada fatta dai due fino al supermercato e qui furono le telecamere a riprenderli con il cartone della pizza tra le mani. Solo nel luglio dello scorso anno, sono stati confermati 30 anni di reclusione a carico di Pier Luigi Destri, considerato la mente del sequestro di Andrea Calevo, liberato solo la sera del 31 dicembre del 2012 dopo un blitz della polizia. In primo grado era stato condannato anche Carlo Salvatore Antola con l’accusa di favoreggiamento personale, poi assolto in Appello. Gli altri imputati coinvolti nel rapimento, tutti già condannati, sono Davide Bandoni, nipote di Destri, e gli albanesi Fabjon Vila, Simon Halilaj ed Emiliano Shota. “Siamo soddisfatti perché è stato riconosciuto il ruolo di Destri come organizzatore del sequestro”, hanno commentato i legali di parte civile dopo la sentenza di condanna.