La scomparsa di Antonio Megalizzi ha lasciato un vuoto, un enorme vuoto perché quel ragazzo sempre sorridente era a Strasburgo per raccontare quanto fosse bella l’Unione Europea, lui che aveva una passione smodata per l’UE, e che stava seguendo plenaria in parlamento. Svolgeva il suo lavoro con passione, visto che era un precario e non lo faceva assolutamente per il denaro. La sua storia ha toccato tutti noi, e basta andare sui social per scoprire i migliaia di messaggi dedicati al decesso del povero Antonio. Fra coloro che hanno voluto dedicare qualche minuto della propria vita al 29enne italiano ucciso, anche il noto scrittore Roberto Saviano, che attraverso Facebook ha scritto: «L’assassino che ha colpito Antonio, ha colpito un uomo che con la sua vita, nei progetti realizzati e sognati, ha offerto la risposta più profonda al crimine terroristico. Addio Antonio, uomo e giornalista europeo». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ANTONIO MEGALIZZI, LUTTO A TRENTO E A LANCIANO
Lutto cittadino a Trento per la morte del giovane reporter Antonio Megalizzi. Ad annunciarlo è stato il primo cittadino trentino, così come ha fatto il sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, che ha ammesso: «Non esistono parole per una tragedia simile. Un ragazzo nel pieno dei suoi vent’anni non può e non deve morire così. Un giornalista appassionato, serio e competente che raccontava l’Europa dal cuore dell’Europa per la radio Europhonica, lavorando ogni giorno per rendere concreto il sogno di vivere in un continente aperto, accogliente, in pace. Per questo lavorava e in questo credeva Antonio, in questo crediamo anche noi a Lanciano. Ora tocca a tutti noi, in particolare ai più giovani, raccogliere il suo testimone di speranza e competenze affinché il sogno di Antonio non venga tradito. Alla sua famiglia, ai suoi amici, ai suoi colleghi giunga l’abbraccio della Città di Lanciano». In lutto anche l’università di Trento, con bandiere a mezz’asta, ed è stato aperto uno spazio sul sito dello stesso ateneo dove raccogliere i pensieri e i messaggi di cordoglio per il povero giornalista ucciso nell’attentato di Strasburgo. Intanto è stata disposta l’autopsia che si terrà nella giornata di domani, mentre il rientro in Italia è previsto per la giornata di lunedì, con i funerali che potrebbero tenersi mercoledì o giovedì. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ANTONIO MEGALIZZI, IL MESSAGGIO DELLA FAMIGLIA
La famiglia di Antonio Megalizzi si è stretta nel silenzio e nel dolore. Dopo la tragica scomparsa del 29enne giornalista trentino, colpito lunedì sera a Strasburgo dal killer dell’Isis, Cherif Chekatt, la famiglia ha emesso un breve comunicato: «I genitori di Antonio Megalizzi, la sorella Federica, la fidanzata Luana e tutta la famiglia chiedono il massimo rispetto per il loro dolore in questo momento così difficile. Non desiderano, per ora, rilasciare ulteriori dichiarazioni ai media. Antonio era un giornalista e, in circostanze simili, avrebbe sicuramente rispettato la volontà dei parenti di un collega venuto a mancare. La data e maggiori informazioni sui funerali verranno comunicate nei prossimi giorni». Una notizie terribile, resa ancora più grave dal fatto che Antonio si trovava a Strasburgo per lavoro, spinto dalla sua smodata passione nei confronti dell’Unione Europea. Era un giornalista che lavorava per EuroPhonica, e nel suo ultimo intervento via etere aveva spiegato: «Mi sono innamorato dell’Unione Europea. Sono molto, molto focalizzato e coinvolto in cose che stanno nascendo fortemente europeiste». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MORTO ANTONIO MEGALIZZI, IL DOLORE DELLA MADRE
«La cattiveria in persona me l’ha portato via», lo strazio di Anna Maria, madre di Antonio Megalizzi, riportato da Il Gazzettino. La famiglia del giornalista italiano ucciso a Strasburgo ha pregato per il miracolo, ma le condizioni del 28enne erano troppo gravi ed è deceduto nella giornata di ieri. Nelle scorse ore centinaia i messaggi di cordoglio e di vicinanza alla famiglia: dalla politica allo spettacolo, passando per colleghi e amici. Ecco le parole dell’ex premier Paolo Gentiloni: «Un pensiero a Antonio #Megalizzi Credeva nell’Europa e nel futuro. Il terrorismo lo ha ucciso. Siamo vicini ai suoi cari e ricorderemo il suo impegno esemplare». Questo il saluto di Antonio Tajani: «E’ morto #AntonioMegalizzi. Una preghiera lo accompagni in questo viaggio verso il cielo .Ricorderò sempre quella cena a Mezzocorona dove mi parlò dei suoi sogni di giovane giornalista». Infine, il tweet dell’attore Alessandro Gassman: «Quando muore un giornalista,a prescindere dalle sue idee personali,scompare un piccolo pezzo di libertà. Rip». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL DERBY DI TORINO IN ONORE DI ANTONIO MEGALIZZI
E’ morto Antonio Megalizzi, il 29enne giornalista trentino che la sera di lunedì si trovava a Strasburgo, durante l’attentato. Cherif Chekatt, il killer magrebino poi ucciso dalla polizia, lo ha colpito alla base del cranio, e dopo tre giorni in coma irreversibile ha esalato l’ultimo respiro. La situazione sembrava critica fin dall’inizio, la famiglia e gli amici erano disperati, ma non si era mai persa la speranza che Antonio potesse risvegliarsi o per lo meno reagire e provare a lottare per sopravvivere. E invece no, poco dopo le 17:30 di ieri sera è arriva la tremenda notizia che nessuno di noi avrebbe voluto scrivere “Antonio Megalizzi è morto, non ce l’ha fatta”. Moltissimi i messaggi di cordoglio di queste ultime ore, a cominciare da quello del presidente della repubblica, Sergio Mattarella, uno dei primi che ha voluto dedicare un pensiero allo sfortunato ragazzo trentino. Megalizzi, oltre ad un’immensa passione per il giornalismo, era anche un tifoso di calcio, precisamente della Juventus, e il derby di questa sera col Torino verrà dedicato proprio a lui, dopo un minuto di silenzio in cui il bianco, il nero e il granata, si fonderanno insieme in un unico grande colore. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ADDIO AD ANTONIO
Nel giorno della morte di Antonio Megalizzi, ancor prima che la notizia della sua fine tragica venisse diffusa, a costringere decine di passanti e vicini a fermarsi proprio davanti alla porta della casa di via Centa, a Trento, sono state le parole toccanti contenute in una lettera destinata al 28enne e scritta dai suoi amici. Un foglio affisso sulla porta di casa, nella quale Antonio non farà più ritorno, oggi costringe alla riflessione. E’ un testo che commuove per la delicatezza delle parole usate, firmato da un amico senza nome ma che potrebbe essere stata scritta proprio da ognuno di noi. Come riporta Repubblica.it, infatti, il testo della lettera aperta destinata ad Antonio Megalizzi è scritto da uno studente universitario a nome di tutti. Ecco il contenuto che in queste ore di profonda tristezza sta facendo il giro del web: “Se potessi fermare il tempo lo farei per te amico mio, perché i tuoi momenti più belli regalassero ancora ai tuoi giorni una gioia sempre viva. Se potessi prendere i tuoi problemi li lancerei nel mare e farei in modo che si sciolgano come il sale. Ma adesso sto trovando tutte queste cose improponibili per me, non posso fermare il tempo, costruire una montagna, o prendere un arcobaleno luminoso da regalarti. Così Antonio lasciami essere ciò che so essere di più: semplicemente un amico che ti resta vicino”. La lettera è indirizzata semplicemente “Al nostro amico Antonio”.
LETTERA DEGLI AMICI AD ANTONIO MEGALIZZI
Oltre alle parole toccanti e commuoventi scritte nella lettera degli amici di Antonio Megalizzi, giovane giornalista 28enne tra le vittime del terribile attentato di Strasburgo, non mancano poi anche altri ricordi personali e inciti “a resistere e a ritornare a impegnarti per un’Europa con meno confini e con più giustizia”. Un invito che, dopo la notizia della sua morte, purtroppo non potrà più essere concretizzato. Secondo quanto emerso dai social, Antonio, giunto a Strasburgo a bordo di un Flixbus la scorsa domenica per conto di radio Europhonica, stava lavorando all’idea di una nuova radio europea tramite la quale giovani e studenti di ogni Paese avrebbero potuto raccontare l’Europa ai loro coetanei in maniera del tutto libera. Ospitato dallo studente e collega polacco Barto Oren Niedzielski, si trovava proprio con lui al momento dell’aggressione, quando il killer neutralizzato nella serata di ierimegalizzi, Cherif Chekatt ha puntatola pistola sparando, sotto lo sguardo delle due amiche e colleghe, Caterina Mosera e Clara Rita Stevanato, ancora in stato di choc e rientrate la scorsa notte in Trentino e nel Veneziano dove vivono.