La morte di Antonio Megalizzi nell’attentato di Strasburgo ricorda da vicino quanto successo a Parigi e al Bataclan nel 2015, dove perse la vita Valeria Solesin. Due giovani italiani uccisi dal terrorismo, due vite strappate da un’ideologia folle. Luciana Milani, madre della veneta, ha parlato della somiglianza dei destini dei due ragazzi ai microfoni del Corriere della Sera: «Stessa età, stessi studi in ambito internazionale, stesse circostanze, l’attentatore coetaneo. I gradi di orrore sono difficili da separare». Prosegue le donna: «Sono circostanze in cui si rinnova un dolore che c’è sempre. Pensare che un altro ragazzo sia andato incontro a un destino del genere è molto triste. Queste cose ormai possono succedere in qualsiasi momento, è talmente semplice: basta una pistola, un coltello… Se poi la vittima è un ragazzo italiano sentiamo le cose più da vicino, ma non è diverso da quello che è successo a Genova con il crollo del ponte: quante vite sconvolte, quanto dolore…».
“VORREI CONOSCERE I FAMILIARI DEI KILLER”
«Penso ai genitori, alla fidanzata, alle persone che lo conoscevano», prosegue Luciana Milani al Corriere della Sera: «Se ho pensato di mettermi in contatto con il padre e con la madre di Antonio?È molto difficile mettersi in contatto con i familiari quando succedono queste cose. Come dire… è anche un po’ un’intrusione nel dolore privato degli altri, non lo so. Sono momenti in cui saranno tempestati di giornalisti, di cose da affrontare… Mi sembra di aggiungere rumore a tanto rumore, almeno in questo momento. Auguro loro di avere tanto coraggio». E la madre di Valeria Solesin si è posta delle domande: «Resta un mistero per me l’attentatore, che da quello che ho letto era una persona isolata, con precedenti penali, non sembra facesse parte di gruppi, non mi pare avesse una rete. Ecco, mi piacerebbe davvero sapere cosa scatta nella testa di queste persone: di sicuro aveva messo in conto che al novantanove per cento qualcuno poi lo avrebbe ammazzato. Dunque perché lo ha fatto? Vorrei conoscere i suoi genitori, i fratelli: sappiamo sempre così poco di loro. E anche loro devono affrontare un lutto, ponendosi però mille altre domande». Infine, una battuta sui familiari dei killer: «Ci penso sempre, deve essere una cosa terribile. Chissà come se la rigirano. Si domanderanno tante cose, è un nonsenso. E hanno perso un figlio».