Dopo l’inchiesta de “Le Iene” sulla strage di Erba, una prima svolta per Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo per aver massacrato quattro persone, tra cui un bambino di due anni, e per il ferimento di una quinta. A rialzare il sipario su un dramma chiuso da tempo dopo tre gradi di giudizio è un’ispezione ordinata dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Il guardasigilli sembra avere qualche perplessità su alcuni aspetti dell’indagine e sull’istruttoria, quindi ha avviato una ispezione e ha chiesto alla Procura di Como di trasmettere tutti gli atti dell’inchiesta a Roma. La richiesta del dicastero è arrivata due settimane fa nel capoluogo lariano ed è finita sul tavolo del procuratore Massimo Astori, che aveva coordinato l’inchiesta sulla strage di Erba, avvenuta l’11 dicembre 2006, poi affiancato da altri magistrati. Il riserbo è totale a Palazzo di Giustizia ma, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, trapela il disappunto per un intervento che nessuno si sarebbe mai aspettato su un caso chiuso e archiviato. Il procuratore Nicola Piacente ha preferito non commentare.
STRAGE DI ERBA, ISPEZIONE SU CONDANNA DI OLINDO E ROSA
La Procura di Como ha preso atto della richiesta del ministro della Giustizia e provvedo a raccogliere la corposa documentazione sulla strage per inviarla a Roma. Il materiale è già sul tavolo del guardasigilli Alfonso Bonafede, quindi l’ispezione ministeriale è avviata. Al momento, come riportato dal Corriere della Sera, non ci sono informazioni su eventuali ulteriori passaggi disposti dal ministro, che non ha peraltro rilasciato dichiarazioni sulla sua decisione. Solo poche settimane fa, dopo l’ennesima inchiesta sulla strage, quella de “Le Iene”, Pietro e Beppe Castagna avevano rotto il silenzio. Quell’11 dicembre 2006 hanno perso mamma, sorella e nipotino. «Ci sono stati tre gradi di giudizio. Ora basta con questo meccanismo perverso che costruisce non verità e torbide menzogne». Il riferimento è alle inchieste giornalistiche e ai libri, innocentisti o complottisti, che tornano periodicamente e provano a insinuare il dubbio su quanto è stato sancito definitivamente dalla giustizia italiana. Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati in via definitiva: ci sono stati tre gradi di giudizio davanti a 26 giudici. I tentativi della difesa di far riaprire il caso, anche passando dalla Corte di giustizia europea, sono stati respinti. Ora però arriva l’ispezione.