Toccherà ad Impregilo, in collaborazione con Italferr e Fincantieri, dare vita al nuovo Ponte Morandi. L’ufficialità arriverà questa sera, come spiegato poco fa dal sindaco di Genova, Marco Bucci, attraverso il proprio profilo Twitter: «Oggi pomeriggio alle 16 – scrive – pubblicheremo il decreto su chi dovrà ricostruire il ponte, sarà una bella notizia per tutti». Il viadotto sarà costruito entro i prossimi dodici mesi, e sarà quindi in piedi per il Natale del 2019: «Abbiamo nominato commissario di Governo Bucci che dovrà assumersi la responsabilità – le parole del ministro delle infrastrutture, Danilo Toninelli, ai microfoni di Radio Anch’io su Radio Uno – da ieri è iniziata fase demolizione, a marzo la fase di ricostruzione, a fine 2019 il ponte sarà in piedi e a inizio 2020 sarà inaugurato». Sulla vicenda è intervenuto nuovamente il governatore della regione Liguria, Giovanni Toti: «Finora le promesse sui tempi sono state mantenute. La gestione delle emergenze è stata esemplare sia per la collaborazione istituzionale sia per i risultati. Credo che anche sul ponte i tempi verranno sostanzialmente rispettati». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
NUOVO PONTE MORANDI A IMPREGILO: IL COMMENTO DI RIXI
Il Ponte Morandi sarà ricostruito da Impregilo, in collaborazione con Italferr e Fincantieri. La notizia, la cui ufficialità arriverà quest’oggi, è stata anticipata da numerosi quotidiani, e di fatto è stata confermata poco fa da Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture. Intervistato dai microfoni di 24Mattino, programma condotto da Maria Latella e Oscar Giannino su Radio 24, l’esponente dell’esecutivo non ha infatti smentito l’anticipazione di cui sopra: «Sono contento che sia Impregilo insieme a Fincantieri a costruire il ponte? Sono contento che si ricostruisca il ponte in un anno – afferma il vice-ministro – sono contento che, come avevamo promesso, i cantieri partano prima di Natale, e che siamo riusciti ad imprimere un’accelerata. A me interessa poco chi ricostruisce il ponte – ha aggiunto Rixi, continuando a non smentire – mi interessa che si ricostruisca bene, in tempi accettabili e soprattutto da imprese italiane visto che c’è una voglia di rivincita». Una soluzione, quella di Impregilo con l’aggiunta di Ital Ferr e Fincantieri, da tempo desiderata dal governo, che puntava ad escludere Autostrade per l’Italia dalla ricostruzione, e nel contempo, a coinvolgere Fincantieri nel progetto, società molto attiva nel porto genovese. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PONTE MORANDI: LEGGERE MODIFICHE SUL PROGETTO DI PIANO
Il Ponte Morandi verrà ricostruito da Impregilo, con la collaborazione di Italferr e Fincantieri. Una soluzione che è piaciuta al governo, anticipata stamane da diversi quotidiani nazionali, e che verrà oggi ufficializzata dal commissario straordinario di Genova, il sindaco Marco Bucci. Resta solo da capire se le altre imprese che hanno chiesto di partecipare ai lavori di ricostruzione del viadotto sul Polcevera, presenteranno o meno ricorso, un’ipotesi, la prima, molto caldeggiata. Impregilo ricostruirà il nuovo ponte ispirandosi al progetto presentato tempo fa dall’archistar Renzo Piano, anche se lo stesso non sembrerebbe coinvolto in prima persona nella macchina organizzativa. L’architetto genovese aveva disegnato un ponte con 43 piloni, uno dedicato ad ogni vittima, ma è molto probabile che il numero venga ridotto di modo che la costruzione possa essere più veloce. Obiettivo è infatti quello di consegnare ai genovesi, e non solo, il nuovo ponte entro il Natale del 2019, una data simbolica, un progetto ambizioso, che può essere però centrato. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PONTE MORANDI: TOCCA A IMPREGILO LA RICOSTRUZIONE
Proseguono i lavori attorno al ponte Morandi di Genova. Ieri è arrivato di fatto il via libera alle opere di demolizione, visto che la procura ha concesso di operare sul moncone ovest, nonostante l’area sia sotto sequestro per le indagini. Oggi sarà invece la volta dell’annuncio dell’impresa che ricostruirà il viadotto sul Polcevera, e stando alle anticipazioni del Corriere della Sera, si tratterà di Salini Impregino, che con Fincantieri e Italferr farà rinascere il vecchio Morandi, sullo schema del progetto di Renzo Piano. Negli ultimi giorni era forte la candidatura di Cimolai, azienda friulana specializzata nella costruzione di ponti e opere in metallo, e che aveva presentato un progetto ambizioso di un altro archistar, lo spagnolo Santiago Calatrava. Peccato però che la “fusione” fra Salini e Cimolai non sia piaciuta a Roma, e di conseguenza Bucci, commissario straordinario per la crisi genovese, ha dovuto fare un passo indietro, ringraziando e congedando l’azienda di Pordenone e consegnando di fatto la ricostruzione nelle mani di Impregilo. L’azienda meneghina realizzerà il nuovo viadotto entro il Natale del 2019, così come promesso dalle istituzioni negli scorsi giorni. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“DEMOLIZIONE PONTE MORANDI SCELTA DI PANCIA”
In una intervista esclusiva al Foglio parla la professoressa Tullia Iori docente di ingegneria all’Università di Tor Vergata e membro del comitato scientifico di Federbeton (la federazione di Confindustria legata al cemento e al calcestruzzo): «la demolizione del Ponte Morandi è una scelta di pancia, che dà un messaggio sbagliato». Dopo il via libera ai lavori sul moncone ovest, non tutti sono concorsi nel ritenerla una buona notizia come invece detto dal Commissario Bucci: «L’abbattimento è una condanna al nostro patrimonio in cemento armato. Stiamo dando più importanza alla demolizione che alla ricostruzione. Questo è un errore gravissimo», tuona ancora la Iori che ritiene la scelta del Governo un «voler far sparire le tracce, eliminando il corpo del reato». Il concetto ripetuto dalla professoressa e da altri ingegneri esperti riguarda la possibilità di ricostruire solo moncone est (quello crollato) del Ponte Morandi, risparmiando moltissimi milioni di euro e riducendo l’impatto sul traffico visto che non si deve ricostruire l’intera lunghissima tratta ma solo la parte rovinata. «La costruzione ex novo del ponte Morandi esclude di fatto la Gronda, di cui non ci sarà più bisogno. Ci accontentiamo di una piccola correzione del viadotto; ma l’aumento a tre corsie comporterà solo un aumento del traffico. Inoltre, non è realistico che il nuovo ponte venga completato entro dicembre 2019», conclude la Iori ai colleghi del Foglio, bocciando in toto il progetto del Commissario Bucci.
COMMISSARIO: “A BREVE LAVORI AL VIA”
Qualcosa si muove presso il Ponte Morandi di Genova. Oggi era atteso il dissequestro dell’area ovest, quello dove vi sono i monconi: ufficialmente non è arrivato ma la procura ha concesso che il viadotto venga smantellato in permanenza del sequestro. Si tratta di un importante passo avanti per permettere appunto la demolizione del ponte e iniziare così i lavori di ricostruzione. A dare l’annuncio è stato il sindaco di Genova nonché commissario per la ricostruzione, Marco Bucci, che intervenendo a margine della presentazione del capodanno 2019 a Genova, ha detto: «Nel pomeriggio arriverà la formalizzazione del provvedimento e i lavori inizieranno immediatamente. Sabato abbiamo inaugurato il cantiere sotto il moncone ovest. E’ tutto pronto, le ditte hanno portato i macchinari e aspettavamo solo questo atto della Procura». I lavori non partiranno fin da subito, visto che «molto dipenderà dalla situazione meteo – ha aggiunto Bucci – saranno i direttori dei lavori a gestire tutto». Il commissario ha concluso il proprio intervento esternando la soddisfazione per la concessione della procura: «Ringrazio il Gip e il procuratore Cozzi per questa decisione. Hanno dimostrato che quando si lavora insieme i risultati arrivano. Questa non era una decisione facile da prendere, ma tutti stiamo collaborando per dare un ponte alla città e darglielo in fretta». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PONTE MORANDI: DEMOLIZIONE AL VIA FRA LE PROTESTE DEI FAMIGLIARI DELLE VITTIME
Iniziano i lavori di demolizione del ponte Morandi. Oggi è stata dissequestrata l’area ovest dello stesso viadotto, che permetterà l’avanzamento delle opere per abbattere il ponte dell’Autostrada A10, e iniziare la successiva ricostruzione. La decisione è arrivata durante l’udienza per l’incidente probatorio che si è tenuta questa mattina presso il palazzo di giustizia i Genova, e a cui hanno preso parte alcuni dei famigliari delle vittime del crollo. Manuel Diaz, il fratello di Henry, morto lo scorso 14 agosto, ha definito Autostrade «terroristi che hanno giocato con le vite delle persone – le parole riportate da GenovaToday – perché quello che è accaduto è stato un attentato contro la vita». Sulla possibilità che verranno accettati i risarcimenti offerte da Aspi, Diaz ha aggiunto: «Se accetteremo quei soldi sarà per esaudire i desideri di mio fratello e aiutare i bambini nel mondo. Non penso che potrò mai godermi quei soldi e nemmeno mia madre». Presente anche la moglie di Gennaro Sarnataro, morto a bordo del suo camion quattro mesi fa: «Fanno le vacanze quando mio marito non c’è più, vergogna». Dichiarazioni di protesta a seguito della decisione di fissare la nuova udienza l’8 febbraio, e non a metà gennaio come previsto inizialmente. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PONTE MORANDI: “L’INTERVENTO DI BUCCI”
Durante la conferenza stampa in corso a Genova sul progetto di demolizione e ricostruzione del Ponte Morandi, il Commissario Marco Bucci ha annunciato «Domani diremo chi ricostruirà il nuovo ponte. Lo comunicheremo intorno alle 16 quando sarà pronto il decreto. Ci sono ancora due o tre tessere del puzzle che devono essere messe nel posto giusto. Potrebbe esserci una sorpresa». In merito invece ai più immediati lavori di demolizione del viadotto Morandi, lo stesso sindaco di Genova ha spiegato «Oggi abbiamo avuto la autorizzazione sulla parte ovest che è quella dove c’è il cantiere. I lavori quindi iniziano da subito, non appena avremo la formalizzazione che penso arriverà questo pomeriggio. È un grande passo avanti per la città perché Genova ha bisogno di un ponte di alta qualità in fretta e tutti stiamo lavorando in questa direzione». Prima di veder calare il pezzo del ponte ovest bisognerà attendere materialmente ancora 15-20 giorni, ma l’ok dei Pm genovesi «è un grande passo avanti» sostiene ancora il Commissario alla Ricostruzione.
RIXI: “PERSO UN MILIARDO DI EURO”
Sono iniziati i lavori di demolizione presso il ponte Morandi di Genova. Così come previsto, oggi sono entrate in azione le “ruspe” per iniziare ad abbattere quel che resta del viadotto collassato su stesso lo scorso 14 agosto, costato la vita a 43 persone. Una tragedia immane dal punto di vista umano, ma anche da quello economico, visto che il ritorno sull’economia genovese è stato pesantissimo: «Genova era il porto che cresceva di più a livello europeo – le parole rilasciate a Telenord da parte del viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, parlando alla scuola politica della Lega a Milano – da agosto invece ha iniziato ad avere un segno meno davanti. Complessivamente si ritiene che il costo sia stato intorno al miliardo di euro». Rixi guarda al futuro, e scommette che Genova e l’Italia riusciranno a rialzarsi: «La scommessa – prosegue – è finire di ricostruire il ponte alla fine del 2019. La scommessa di essere veloci è legata all’esigenza di dare risposte e a un’immagine di dinamismo positiva: rischiamo di non toglierci più il ‘bollino rosso’ anche quando il ponte sarà ricostruito». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PONTE MORANDI, INIZIA LA DEMOLIZIONE
Una notizia buona e una molto meno per l’inizio dei lavoro di demolizione del Ponte Morandi di Genova, come stabilito anche pochi giorni fa dal Commissario Bucci: è finalmente cominciata l’udienza dell’incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta sul ponte Morandi, e si terrà nell’aula bunker del tribunale di Genova. Proprio oggi si discuterà il piano di demolizione di quel che resta del viadotto crollato tragicamente il 14 agosto scorso provocando 43 morti: l’incontro cruciale si svolgerà nel pomeriggio, alla presenza dei periti e dei tecnici di tutte le parti, «ai quali spetterà rispondere al terzo quesito posto dal giudice, che riguarda l’individuazione dei reperti che devono rimanere integri per garantire lo svolgimento delle indagini», riporta il Secolo XIX. Da quello che si è capito stamane, si va verso il dissequestro del moncone ovest per poter così iniziare subito i lavori di demolizione mentre diversi problemi sarebbero ancora in corso sull’area est del viadotto sul fiume Polcevera.
PONTE MORANDI, INCERTEZZA SU TRONCONE EST
Il via libera di questa doppia decisione dovrebbe essere formalizzata nel pomeriggio con un decreto firmato dai pubblici ministeri e “garantito” dai due Commissari Bucci e Toti: pare che nel corso dell’udienza siano stati discussi i rilievi sulle modalità della demolizione del moncone est, dove tra l’altro sarebbe previsto l’uso in alcune parti dell’esplosivo. Per questa parte però non è stato presentato un progetto esecutivo e il gip ha dunque rinviato il tutto all’udienza del 8 febbraio prossimo, mentre manca ancora la data per il deposito della perizia decisiva. Per questo motivo la rabbia stamane per i familiari delle vittime non è per nulla diminuita, anzi: «Quelli di Autostrade davanti ai media e al popolo italiano cercano di mostrarsi come persone oneste che si assumono le loro responsabilità, ma non è così perché quelle responsabilità dovevano prendersele prima del 14 agosto», spiega ai colleghi cronisti da Genova Manuel Diaz, fratello di Henry Diaz, morto a 30 anni dopo essere precipitato dal ponte Morandi. «Non sono caratterialmente mai soddisfatto, ma in quest’occasione abbiamo fatto quanto dovevamo: soldi, poteri speciali, la demolizione partita e a fine marzo partirà la ricostruzione», spiega il Ministro dei trasporti Danilo Toninelli da Catanzaro in merito alle ultime notizie che arrivano sul Ponte Morandi a Genova.