Un progetto fake, nato a metà con intenti promozionali e a metà come “gioco” per vedere quanti potessero cadere in una bufala talmente evidente che però è stata capace di richiamare oltre 722mila visitatori, anche se molti di questi solamente incuriositi dallo scherzo: il sito del finto Reddito di Cittadinanza, che fa riferimento a un ancora più farlocco dominio dell’IMPS, sta facendo discutere ma a rivelare cosa c’è dietro questa bufala sono gli stessi soci della Ars Digitalia, società di comunicazione con sede a Napoli che si occupa non solo dello sviluppo di siti internet ma pure di sicurezza online. Insomma, una goliardata che è servita per farsi pubblicità ma che, nelle intenzioni degli autori, ha voluto porre l’accento su un problema molto diffuso, ovvero la cessione dei propri dati personali come nel form da loro impostato per consentire ai visitatori di “prenotare” il Reddito di Cittadinanza. Non solo dato che il finto sito ha messo in evidenza pure come, nonostante l’intento satirico fosse lampante, molte persone (anche se non tutte ovviamente quelle che hanno aderito) faticano a distinguere le differenze esistenti tra un portale istituzionale con tutti i crismi e uno farlocco, probabilmente per la scarsa propensione a informarsi e a leggere i contenuti come nel caso del sito fake i cui testi avrebbero dovuto far scattare un campanello nella testa degli utenti più avveduti. (agg. di R. G. Flore)
ECCO COME E’ NATA LA BUFALA
Il finto portale esisteva già da tempo ma nelle ultime ore ha goduto di una rinnovata popolarità tanto che gli autori sono tornati a parlarne per spiegare quale era l’intento, a loro dire satirico e senza implicazioni politiche della loro iniziativa. Il portale dedicato alla “prenotazione” online del Reddito di Cittadinanza, sotto un dominio dall’improbabile nome di Imps, è stato ideato dalla Ars Digitalia, società di comunicazione e secondo Domenico Neto, uno dei soci, ha finora totalizzato oltre 722mila visualizzazioni con mezzo milione di persone che sarebbero cascate nell’inganno o avrebbero anche solo con ironia completato il form online. “Il progetto è partito dolo le scorse elezioni e la nostra trovata ha chiaramente l’intento di promuovere l’azienda ma anche di sensibilizzare le persone sulla diffusione dei dati sensibili sul web” ha ricordato Neto che ha inoltre posto l’accento sull’annoso problema della disinformazione imperante e su quella che a volte è l’incapacità di molti di saper distinguere quello che è “un sito palesemente falso da uno che potrebbe essere quello di un servizio statale o di un servizio bancario”. (agg. di R. G. Flore)
IL FALSO DOMINIO “IMPS”
Negli ultimi giorni si è consumata una “tragedia” virale che ancora fa piuttosto discutere e che racconta dei nostri tempi molto più di tanti saggi o analisi: un popolo di 500mila italiani ha ritenuto che il sito comparso online sul Reddito di Cittadinanza con dominio “Imps” fosse reale e ha consegnato tutti i propri dati non capendo di essere stata “fregata” da un falso portale Inps (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale). Dopo le bufale online e l’assalto ai Caf al Sud, ecco il terzo “fake” sulla misura assistenziale voluta dal M5s e inserita (ancora non si sa con esattezza e in che termini e da che mese partirà) nella Manovra di Bilancio: il sito “Imps”, il cui acronimo è tutto da ridere (Istituto Mondiale di Previdenza Solare) ha registrato nel giro di poche ore mezzo milione di iscrizioni e prenotazioni del sussidio familiare voluto e ribadito dal Ministro Di Maio anche ieri sera nel vertice decisivo a Palazzo Chigi. La grande attesa da parte dell’elettorato che ha votato il Movimento 5 Stelle, unito alla confusione generata nelle ultime settimane con un testo ancora non chiaro e non definitivo sui criteri di adesione e dettagli del Reddito, ha generato il “patatrac”.
COMPLOTTO ANTI-M5S? NO, SEMPLICE SATIRA
Un complotto contro il M5s? Neanche per sogno, è tutto molto più “semplice”: la società di comunicazione Ars Digitalia ha creato un sito, sviluppandolo con una grafica molto simile a quella dell’Inps, con chiaro intento di ironizzare sulle fake news circolate finora sul Reddito di Cittadinanza previsto dal governo per 5,5 milioni di italiani. Ebbene, con sul portale “Imps” si legge in diversi passaggi robe del tipo «previsto anche per immigrati irregolari e celiaci» oltre che «Si ringrazia per la fantasia la campagna elettorale 2018» e «Il sito è stato sviluppato a fini ludici». Vi erano tutti i riferimenti possibili per capire che si trattava solo di satira, tra l’altro inventata ad hoc proprio per sensibilizzare una maggiore attenzione sulle bufale online. In 500mila non hanno capito lo scherzo e ci sono cascati: «Prima di inviare un modulo con i vostri dati personali, dovete sempre controllare attentamente la fonte del sito che state compilando», si leggeva sul portale fake, un commento-aiuto che Ars Digitalia voleva far passare. E invece..