Il Natale delle famiglie allargate è uno dei temi affrontati da “La Vita in Diretta” nella puntata di oggi, e non poteva mancare Rita Dalla Chiesa, che ha esperienza in tal senso. Nel suo racconto, tra ricordi e aneddoti, non è mancato però un pizzico di malinconia. E non solo per la scomparsa di Fabrizio Frizzi. È stata infatti colpita anche dalla morte del genero Massimo Santoro. Di lui è tornata a parlare oggi parlando proprio del prossimo Natale. «Il 24 sera sono con la famiglia di mio genero, del papà di Lorenzo», dice Rita Dalla Chiesa con evidente difficoltà. Solo nominarlo le porta a galla il dolore per la prematura scomparsa. «È una famiglia molto allargata, ormai sono 13-14 anni che festeggiamo il Natale tutti insieme, anche se manca proprio lui». Comprendendo la difficoltà della sua ospite, la conduttrice Francesca Fialdini interviene per dedicare un pensiero al celebre autore televisivo. «Massimo, grazie. Massimo Santoro ci manca. È un amico, abbiamo lavorato insieme, tanti hanno lavorato con lui».
RITA DALLA CHIESA E LA MORTE DEL GENERO MASSIMO SANTORO
Rita Dalla Chiesa ha proseguito poi nel suo racconto spiegando che era abituata a trascorrere il giorno di Natale con la figlia Giulia, il genero Massimo e il nipotino Lorenzo da una coppia di suoi amici. «Avendo girato il mondo, hanno arredato casa loro con vari oggetti acquistati in vari Paesi. E hanno l’abitudine di invitare le persone che non hanno famiglia a Roma. Organizzano un Natale molto particolare». Questo sarà dunque il secondo Natale senza Massimo Santoro, morto nel novembre 2017. «La vittima più indifesa è mio nipote Lorenzo, un bambino di 10 anni al quale bisogna far capire che la vita è cambiata», aveva spiegato in un’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni. Il genero era da tempo malato, ma ha combattuto fino alla fine. Rita Dalla Chiesa è rimasta al fianco della figlia per darle sostegno nella crescita di Lorenzo. «Io e Giulia lo accompagniamo al calcetto e io faccio il tifo per lui mangiando chili di patatine… Stiamo cercando di riportare tutto alla normalità».