Quello del segreto inviolabile della confessione è un tema molto scottante. Secondo la Chiesa un sacerdote che ha confessato qualcuno, non dovrà mai e poi mai rivelare il contenuto di quanto gli è stato detto. Ma si aprono contrasti effettivi con la giustizia degli uomini: se una persona confessa di aver compiuto abusi sessuali su minori, è giusto lasciarlo andare libero di ricadere ancora nello stesso peccato? Il caso che ha visto condannato un sacerdote belga è diverso, ma apre un caso che potrebbe creare un precedente e minare il riconoscimento legale del segreto della confessione. Un tribunale belga ha condannato un sacerdote, Alexander Stroobandt, 58 anni, per non aver infranto il segreto della confessione. La sentenza, che potrebbe avere gravi conseguenze per la vita della Chiesa, conclude un processo iniziato poco più di un anno fa, nel novembre 2017, davanti al tribunale penale di Bruges. Il sacerdote è cappellano di una casa di cura a Bruges e collabora con una associazione per sostenere le persone che si trovano in difficoltà. I fatti giudicati risalgono all’ottobre 2015, quando Tony Vantomme andò da padre Stroobandt perché era depresso e sentiva l’impulso di suicidarsi. Tragicamente, nonostante il consiglio dato dal sacerdote, l’uomo finì per farlo.
PRETE ARRESTATO PER NON AVER VIOLATO SEGRETO CONFESSIONE
La vedova lo ha denunciato quando ha scoperto poco prima del suicidio del marito che aveva avuto con il prete una lunga conversazione e scambiato alcuni messaggi sul tema. “Il prete conosceva il nostro indirizzo e avrebbe potuto avvertire la polizia, ma non ha fatto assolutamente nulla. Quando gli ho parlato, si è rifugiato nel segreto della confessione e mi ha detto che aveva fatto tutto il possibile per convincere mio marito a non suicidarsi. Ma il segreto professionale è così sacro da mettere in pericolo un essere umano? Non sono d’accordo con questo” ha commentato ed è assai difficile darle torto. Da parte sua il prete ha detto di non aver mai pensato di chiamare la polizia: “Ero legato dal segreto della confessione. Quell’uomo si era rivolto a me con fiducia, ho fatto di tutto per fargli cambiare idea. E’ colpa mia se alla fine ha deciso di porre fine alla sua vita?”. Anche lui non ha torto. Padre Stroobandt è stato condannato con l’accusa di omicidio colposo, solo un mese di carcere che non dovrà neanche fare, e un euro simbolico di risarcimento danni. Bisogna tener conto che non solo i sacerdoti sono tenuti al segreto per così dire professionale, lo stesso possono fare avvocati e medici che non sono tenuti a rivelare le confidenze ricevute. Se lo facessero, potrebbero essere puniti dall’ordine a cui appartengono. E allora perché i preti sì? Questo caso potrebbe essere nient’altro che l’inizio di misure legislative o nuove interpretazioni giuridiche delle leggi esistenti che mettono i chierici che cercano di essere fedeli ai loro doveri sacerdotali in difficoltà.