Nel tradizionale discorso per gli auguri alla Curia di Roma, Papa Francesco a pochi giorni dal Natale ha deciso di incentrare gran parte delle sue parole ai gravissimi scandali e afflizioni (i pedofili e gli abusi in prima linea) che la Chiesa di Gesù è costretta a subire spesso per tantissime mancanze “interne”; nello stesso tempo, ha richiamato la memoria dei tanti martiri e testimoni “silenziosi” del Vangelo che rendono possibile ancora oggi la diffusione del messaggio di speranza e pace del Figlio di Dio. Il Papa richiama in primis l’infedeltà di coloro che tradiscono la loro vocazione, coloro che «si nascondo dietro buone intenzioni per pugnalare i loro fratelli e seminare zizzania, divisione e sconcerto»: Bergoglio invita la Chiesa intera a combattere ogni corruzione spirituale. Ci sono però tanti testimoni “silenziosi” che ridanno speranza ad una Chiesa malata ma non vinta: «i nuovi Beati e Santi “pietre preziose” che irradiano nel mondo speranza, come i 19 martiri d’Algeria. E ancora l’alto numero di chi riceve il Battesimo, chi riabbraccia la fede e i genitori che la trasmettono ai figli così come i vescovi, i consacrati e i sacerdoti che vivono la loro vocazione in silenzio e santità», riporta Vatican News.
IL MESSAGGIO DURISSIMO AI PEDOFILI
La speranza non muore mai non è una frase banale ma viene “riaccesa” come ogni Natale che Dio manda in terra: «il Natale dà la prova che i gravi mali commessi da taluni non potranno mai offuscare tutto il bene che la Chiesa compie gratuitamente nel mondo» proprio perché il Natale ricorda, ogni anno che «la luce di Dio continuerà a brillare nonostante la nostra miseria umana e che tutti i peccati, le cadute e il male commesso da alcuni figli della Chiesa non potranno mai oscurare la bellezza del suo volto», spiega ancora Papa Francesco ai delegati della Curia Romana. Poi il messaggio più duro lasciato a chi più di tutti da troppo tempo dà scandalo nella Chiesa contro i più piccoli e indifesi: «A quanti abusano dei minori vorrei dire: convertitevi e consegnatevi alla giustizia umana, e preparatevi alla giustizia divina, ricordandovi delle parole di Cristo: «Chi scandalizzerà anche uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo!». In chiusura, il Santo Padre ribadisce la “linea” iniziata con Benedetto XVI e seguita fedelmente da Francesco nella lotta alla pedofilia: «Cari fratelli e sorelle, sia chiaro che dinanzi a questi abomini la Chiesa non si risparmierà nel compiere tutto il necessario per consegnare alla giustizia chiunque abbia commesso tali delitti. La Chiesa non cercherà mai di insabbiare o sottovalutare nessun caso. È innegabile che alcuni responsabili, nel passato, per leggerezza, per incredulità, per impreparazione, per inesperienza – dobbiamo giudicare il passato con l’ermeneutica del passato – o per superficialità spirituale e umana hanno trattato tanti casi senza la dovuta serietà e prontezza. Ciò non deve accadere mai più. Questa è la scelta e la decisione di tutta la Chiesa».