Il premier Giuseppe Conte ha fatto il punto sul blitz di ieri in Libia, dove ha incontrato i due leader Al Serraj e il colonnelo Haftar. Intervistato quest’oggi dai microfoni de La Stampa, il presidente del consiglio ha spiegato: «Il mio auspicio, in questa mia azione di sostegno all’operato dell’Onu, è che il 2019 possa rappresentare davvero l’anno della svolta per la Libia, con la possibilità di organizzare elezioni politiche, su cui, però deciderà il popolo libico». Una road map lunga, complicata e non senza ostacoli, ma che Conte si augura «possa essere integrata con le indicazioni che verranno dalla conferenza nazionale che il rappresentante speciale dell’Onu Ghassan Salamé sta organizzando per l’inizio di febbraio. Parte integrante di questa Road map sono il rafforzamento della sicurezza del Paese, l’adozione di misure che rendano il sistema economico più equo ed efficace e ovviamente un percorso politico-istituzionale che possa rendere la Libia definitivamente stabilizzata e pacificata». Il massimo esponente dell’esecutivo ha commentato anche la decisione di sostituire il vecchio ambasciatore italiano in Libia, Perrone, con Buccino: «A guidare la nostra scelta sono state alcune considerazioni legate a questioni di sicurezza. È stato ora nominato un diplomatico di altrettante capacità ed esperienza, che oltretutto conosce bene la realtà libica essendo stato già in quel Paese anni fa in qualità di ambasciatore». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CONTE “ANTICIPA” MACRON IN LIBIA
Il Premier Conte per il 2019 si muove d’anticipo e ha provato così in un blitz non atteso in Libia da Haftar e Al Serraj a ricucire una intricata tela diplomatica fino ad ora quasi esclusivamente in mano alla Francia di Emmanuel Macron: nell’attesa di capire se e come vi saranno delle conseguenze positive per l’Italia dopo il duplice blitz con i due uomini politici più importanti della Libia, un importante rapporto Onu turba e non poco i destini immediati di chiunque intende giustamente trovare una linea unica di pace con i disparati Governi che controllano le varie parti del Paese nordafricano. 1.300 persone intervistate tra il gennaio del 2017 e l’agosto del 2018 sulle condizioni di vita nei centri di detenzione per migranti in Libia: il nuovo rapporto Onu svela, se mai ci fosse il caso di saperlo, le condizioni disumane in cui quel Paese versa ormai dal periodo di Gheddafi. «Sparavano nelle gambe dei migranti che non potevano pagare e li lasciavano morire dissanguati. Mio figlio, che all’epoca aveva cinque anni, è stato colpito in testa con una grande sbarra di ferro per convincerci a pagare velocemente. Ho visto morire molte persone in quel posto a causa delle botte e della fame. C’era un ragazzo somalo ridotto pelle e ossa. Non riusciva nemmeno a stare in piedi e nonostante ciò i trafficanti hanno continuato a picchiarlo. Alla fine è morto. Ancora oggi, quando chiudo gli occhi, la sua faccia mi perseguita», è solo una delle testimonianze contenute nel rapporto Onu, come riporta TPI. Che sia Italia o Francia, il problema di trovare un accordo politico che ponga fine alle ignominie di alcuni tribù tanto in Tripolitania quanto in Cirenaica riguarda sempre di più l’intera comunità internazionale. (agg, di Niccolò Magnani)
IL DOPPIO INCONTRO CON AL SERRAJ E HAFTAR
Blitz del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, il Libia. Il premier, come riportato dai quotidiani, è atterrato questa mattina presso l’aeroporto di Tripoli, dove ha incontrato Al Serraj, presidente del governo di conciliazione nazionale, nonché Khaled Al Meshri, presidente dell’Alto consiglio di Stato. Il Premier farà poi visita a Bengasi al generale Khalifa Haftar, incontrato a Palazzo Chigi lo scorso 6 dicembre, quindi al presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk Aguila Saleh. Come riferito dall’edizione online di Repubblica, in occasione del colloquio con Serraj il presidente del consiglio si sarebbe informato sugli sviluppi relativi al piano legislativo-istituzionale, economico e di sicurezza del paese, ad un mese dalla conferenza tenutasi a Palermo con gli stessi leader libici. Inoltre, il Premier si è auspicato che il 2019 sia “l’anno della svolta”.
BLITZ DI CONTE IN LIBIA
«Non vogliamo decidere le sorti del popolo libico – la premessa del primo ministro italiano – ma come paese abbiamo a cuore le sue sorti ed è questa la ragione per cui ci siamo incontrati a novembre a Palermo e per cui oggi sono qui: c’è una premura dell’Italia di offrire un contributo affinché possiate trovare un percorso di pace e di stabilità». Conte ha ribadito il suo pieno appoggio all’impegno dell’Onu per l’organizzazione ed il successo della Conferenza Nazionale libica, assicurando inoltre che sarà portavoce di questo messaggio di sostegno con gli altri interlocutori della Libia. Il presidente del consiglio è volato in Libia anche per “sopperire” al mancato trilaterale con Haftar e Sarraj che si sarebbe dovuto tenere negli scorsi giorni a Palermo, vertice poi svanito. Conte, in occasione dell’incontro con il generale Haftar potrebbe annunciare la riapertura del consolato italiano in Libia, chiuso dal gennaio 2013, da quando ci fu l’attentato nei confronti dell’allora console Guido De Sanctis, poi sostituito da Giuseppe Maria Buccino.